Cala il sipario sul 1° Festival Internazionale Etnico “Yhan – La sorgente della musica” di Canicattini Bagni

Di scena la musica popolare siciliana nell’espressione più pura, con un’artista che fa della ricerca e della ricostruzione di questo patrimonio.
Per tre giorni, la cittadina di Canicattini Bagni, porta orientale degli Iblei, luogo del liberty e della musica, è diventata crocevia di quel patrimonio multietnico che sempre più si proietta nel futuro dei popoli mediterranei. Per tre giorni si è scelta la musica come linguaggio universale per unire, integrare e arricchire il già ricco bagaglio di questa città così tan-to legata alla musica da festeggiare, quest’anno, i 140 anni della fondazione della Banda Musicale, 29 anni di Raduno Bandistico Nazionale e ben 15 anni di Festival Internazionale del Jazz, e una frequenza ormai consolidata di oltre 100 ragazzi nella sua Scuola Comunale di Musica.
Investe in cultura, dunque Canicattini Bagni, e per essa il suo sindaco, Paolo Amenta, e la sua Amministrazione Comunale, che hanno fortemente creduto nel progetto di rilancio e di promozione delle risorse del territorio attraverso questi momenti e questi eventi di grande richiamo. Ed da Piazza XX Settembre si è costruito un ponte tra la Sicilia e i paesi magrebini, a testimonianze di due cul-ture così vicine che spesso la storia ha voluto far incontrare e intrecciare.
Di scena la musica popolare siciliana nell’espressione più pura, con un’artista che fa della ricerca e della ricostruzione di questo patrimonio che scompare uno strumento di comunicazione e, soprattutto, di trasmissione alle nuove genera-zioni per meglio conoscere ed apprezzare la propria terra.
Matilde Politi, musicisti completa, etnomusicologa, da tutti considerata l’erede legittima della grande Rosa Balestrieri, con la sua Compagnia Bella (Gabriele Politi violino, viola, oud; Lelio Giannetto contrabbasso; Lajos Zsivkov percus-sioni) ha parlato ad un pubblico delle grandi occasioni che ha apprezzato il suo modo di raccontare la Sicilia. “Si ese-guono riparazioni dell’anima”, questo il titolo del suo spettacolo e dell’ultima fatica discografica, dove i brani di tradi-zione popolare proposti con semplicità e grande professionalità, hanno toccato il cuore degli spettatori.
A seguire, l’altro pilone di questo ponte ideale e culturale, fatto di integrazione sociale, di pace e di solidarietà, come ha più volte sottolineato il sindaco Paolo Amenta, in questi giorni, con l’esibizione di un artista che ha messo tenda a Sira-cusa da dove parte per far conoscere la cultura magrebina, Ramzi Harrabi, giovane musicologo e poeta tunisino che ha fondato e dirige il gruppo “Ramzi Harrabi Ensemble”, dove le contaminazioni mediterranea e siciliane si fondano (il canicattinese Tony Cirinnà alla tromba; Anis e Karim alle percussioni; Ferruccio santorrino al basso; Abdel Kebir chi-tarra; Mounir Ben Yornes liuto; Zied Trabelsi percussioni; Ramzi Harrabi voce; Vibeke Hoffmann voce) sino ad allar-garsi alla nordica Norvegia con l’inserimento di alcuni pezzi con la biondissima Vibeke Hoffmann di Oslo.
E l’operazione è ben riuscita, le sonorità e i ritmi magrebini arrivano all’anima di chi li ascolta. «Tre serate veramente ricche di cultura e di sonorità diverse e a volte nuove che il pubblico ha apprezzato moltissimo. Sono molto soddisfatto – ha dichiarato a chiusura del Festival, il sindaco Paolo Amenta – il messaggio di pace, solida-rietà, integrazione tra i popoli e di scambio interculturale è stato recepito e questo è quello che conta. Oggi non pos-siamo prevedere lo sviluppo della nostra terra senza guardare ai Paesi che ci sono vicini, nel nostro caso il Mediterra-neo. Ma per noi, città della musica, l’obiettivo era duplice, perché a tutto questo volevamo aggiungere un ulteriore segmento che completasse il nostro progetto di offerta musicale. Siamo partiti dalla musica per bande, siamo passati al jazz e oggi, considerato il risultato di questo primo appuntamento, possiamo senz’altro dire, anche all’etnico, augu-randoci che come gli altri due momenti, possa avere una lunga vita. Grazie al pubblico, agli artisti, veramente straor-dinari e di grande semplicità, grazie agli enti che ci hanno aiutato a realizzarlo, dalla Regione Siciliana all’Assessorato regionale al turismo, alla provincia Regionale di Siracusa, la Camera di Commercio, l’Unione dei Co-muni “Valle degli Iblei”, agli organizzatori, le Associazioni “Anthea”, “Otama” e “Sabatù”, e a quanti hanno fatto in modo diventasse non solo un progetto ma una realtà».
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