Arrestato terrorista a Milano (72 giorni fa!)
Pubblicità Mediaset va bene – La protesta di 750 giornalisti nei confronti di Israele – A Milano si legge di più – Diffamazione: presentata proposta di FI – Querele temerarie: in Europa siamo i primi – Le agenzie di stampa “rilevanti” in Italia
A MILANO SI LEGGE DI PIÙ – L’indice di lettura a Milano (dai 14 anni in su) è cresciuto del 9% rispetto al 2022. Il tempo medio di lettura è di due ore e dieci minuti alla settimana. Il 16% dei milanesi frequenta il Sistema bibliotecario. Per eventi, spettacoli e acquisto libri la spesa dei milanesi è stata di 368,254 milioni. Se a questa cifra aggiungiamo anche gli interventi sportivi, si arriva a 549,453 milioni. In particolare, i libri – nel 2022 – sono in cima ai consumi culturali dei milanesi con 167 milioni di euro. Incredibilmente più del calcio (104,404 milioni) che, comunque è al secondo posto di questa classifica, seguito dai concerti pop, rock e musica leggera (102 milioni). Poi vengono le discoteche (51 milioni), le mostre (27,494), il teatro lirico (21,274), il teatro di prosa (18,453, il cinema di sala (17,566 milioni), il teatro di rivista e musical (11,813 milioni), altre forme di spettacolo (8,258 milioni), balletto (4,723 milioni), concerti di musica classica (4,619 milioni) e altri.
MEDIASET: +8% – Rispetto all’ottobre 2022, i ricavi pubblicitari di Mediaset, segnano una crescita dell’8%. Un incremento che dovrebbe continuare anche nel mese di novembre così come anticipato in un’intervista al Sole 24 Ore, il delegato di Publitalia Stefano Sala.
FI: MENO RESPONSABILITÀ PER I DIRETTORI – Sono stati presentati ben 93 emendamenti al disegno di legge sulla diffamazione in discussione nella Commissione Giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno. Secondo l’Ansa, 18 di questi emendamenti sono stati presentati da Forza Italia, Secondo una nota del partito, «alcuni dei più significativi sono quelli che determinano con maggior precisione il foro competente e quello che metterebbe un po’ più al sicuro i direttori dei quotidiani in termini di responsabilità… Se passasse quest’ultima proposta di modifica – spiega Forza Italia – il direttore di una testata potrebbe delegare ad altre figure, all’interno della testata, alcune competenze con relative e conseguenti responsabilità che dunque non sarebbero più ravvisabili solo in capo a lui. L’esame del provvedimento comunque è rinviato alla fine della sessione di Bilancio.
QUERELE TEMERARIE: SIAMO I PRIMI – In Europa siamo i primi in classifica. Tra il 2022 e l’agosto 2023, l’Italia è risultata la prima in Europa in quanto a querele temerarie (25,5%). A distanza, segue la Spagna (17%), la Grecia (12,8%). Segue Francia e Bulgaria con il 10,6% dei casi. Le categorie che maggiormente si danno da fare per tappare la bocca ai giornalisti sono i politici e i funzionari pubblici, seguiti da aziende e avvocati. Subito dopo le organizzazioni sociali, i partiti, enti locali. I bersagli sono i singoli giornalisti (44,1%), i media (28,4%) e i direttori (7,8%).
ECCO LE AGENZIE INSERITE – Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha comunicato le agenzie che sono state inserite nell’elenco di rilevanza nazionale. Sono Ansa, Adnkronos, Agi, Askanews, LaPresse, Dire, La4News, Il Sole 24 Ore Radiocor (de La4News fanno parte Italpress, MF Newswires, 9Colonne e Agenzia Nova). In pratica queste agenzie riceveranno un contributo governativo in base al contenuto dei servizi informativi resi. Inoltre, sempre da parte del sottosegretario, sono state avviate le procedure di gara per le agenzie di minore dimensioni in cambio dei servizi definiti “verticali”, cioè relativi a un settore o a un ambito.
ISRAELE: PIÙ DI 750 GIORNALISTI CONTRO – Sono più di 750 lavoratori (giornalisti, fotografi, lavoratori del mondo dei media appartenenti a decine di testate internazionali e agenzie) che hanno firmato una lettera aperta che condanna l’uccisione di reporter da parte di Israele nel conflitto in corso nella striscia di Gaza ed esorta le testate occidentali all’integrità nella copertura della guerra contro Hamas. «Scriviamo – così si esprimono i firmatari del documento – per chiedere la fine delle violenze contro i giornalisti a Gaza e per chiedere ai leader delle redazioni occidentali di essere accurati nella copertura delle ripetute atrocità di Israele contro i palestinesi… Le parole come “apartheid”, “pulizia etnica” e “genocidio” dovrebbero essere usate per descrivere il trattamento dei palestinesi da parte di Israele… Nell’ultimo mese sono state colpite circa 50 sedi dei media a Gaza. Le forze israeliane hanno esplicitamente avvertito le redazioni che non possono garantire la sicurezza dei propri dipendenti dagli attacchi aerei».
ARRESTATO TERRORISTA (MA 72 GIORNI FA) – Bel colpo! La Digos milanese ha comunicato che è stato arrestato un terrorista colpito da un mandato di cattura internazionale. Fa parte dell’Isis e il suo nome è Chouial Yassine, 37 anni, algerino. Viene arrestato all’interno della stazione Cadorna della MM. Al momento dell’arresto, l’algerino ha tentato di prendere un coltello che aveva nello zaino e ha gridato: «Allah Akbar». (Allah è il più grande). Subito il ministro Salvini, su Instagram, ha scritto: «Grazie alle Forze dell’Ordine e avanti così, inseguiamoli uno per uno e rispediamoli a casa». La notizia è del 9 novembre scorso. Tutti i giornali scrivono dell’arresto. Tutto bene? Non troppo perché quell’arresto è avvenuto 72 giorni prima, esattamente il 29 agosto. E perché la notizia esce solo il 9 novembre? Chi se lo domanda è il sito Fanpage.it: «La questura di Milano ha comunicato ieri di aver arrestato un terrorista dell’Isis in metropolitana. Nel comunicato non era indicata la data dell’arresto e, solo più tardi, si è scoperto che risale al 29 agosto. Perché diffondere la notizia soltanto ora? Nella nota stampa non era riportata la data dell’arresto. Questo ha fatto credere che l’arresto fosse avvenuto in questi ultimi giorni e proprio in un periodo ‘caldo’ dove sono stati incentivati i servizi di controllo e contrasto al terrorismo in virtù della guerra sulla striscia di Gaza tra Israele e Hamas». Contattata da Fanpage.it, la Questura ha spiegato che la nota stampa è stata diffusa soltanto ieri perché si è concluso un iter burocratico-amministrativo che ha visto coinvolto più enti tra Procura Generale, autorità algerine, consolato algerino e Interpol. Quello che non dice è il motivo per cui non è stata inserita la data reale del fermo. Conclude Fanpage: «Resta però il dubbio che, sicuramente da un punto di vista mediatico, ma probabilmente anche politico, comunicare ora l’arresto di un terrorista islamico presente sul territorio italiano abbia un valore diverso nella percezione del pubblico. A maggior ragione da quando si è riacceso il conflitto fra Israele e Palestina».
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