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148 frustate contro la libertà

Le pacifiche attività in favore dei diritti umani di Nasrin Sotoudeh contro l’obbligo di indossare il velo, comprese quelle intraprese nel suo ruolo di avvocato, come l’incontro con i suoi clienti, sono state utilizzate per costruire una causa penale contro di lei.

di Redazione - venerdì 15 marzo 2019 - 3885 letture

148 frustate. Come in un film dell’orrore, dove sappiamo che è finzione eppure ci impressiona lo stesso. Solo che sta per succedere davvero, adesso, in Iran.

Nashir

Nasrin è un’avvocata. Ha difeso nelle corti dell’Iran le donne che avevano protestato pacificamente contro l’obbligo del velo, ha parlato di diritti umani, di autodeterminazione delle donne, di libertà. Dopo due processi farsa, Nasrin è stata condannata a 33 anni di carcere e a subire 148 frustate. Una condanna inumana e ingiusta che vuole essere un esempio terribile per tutti quelli che lavorano per i diritti umani in Iran.

Questa è la più grave sentenza degli ultimi anni contro un’attivista in Iran. Amnesty non si fermerà e continuerà a protestare contro questa condanna ingiusta e inumana. Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani ora in carcere, è stata condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate, dopo due processi gravemente iniqui.

Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte.

Nell’agosto 2018 ha scritto una lettera dal carcere per annunciare l’inizio del suo primo sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione arbitraria e contro le pressioni giudiziarie a cui sono soggetti i suoi amici e la sua famiglia. Lo sciopero era indirizzato in particolare all’arresto del suo amico e difensore dei diritti umani Farhad Meysami.

Nel novembre 2018, Nasrin Sotoudeth inizia un nuovo sciopero della fame per protestare contro la continuativa detenzione di Farhad Meysami e per l’arresto di suo marito, Reza Khandan, avvenuto il 4 settembre 2018. Entrambi gli uomini sono stati condannati per “propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale” e condannati ad un totale di sei anni di carcere in relazione al loro sostegno della campagna contro l’obbligo di indossare il velo (hijab).

Le più recenti accuse contro Nasrin Sotoudeh si fondano sul suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, incluso il suo lavoro in difesa delle donne perseguitate nel 2018 per aver protestato pacificamente contro l’obbligo abusivo, degradante e discriminatorio di dover indossare il velo in Iran.

Nella sua incriminazione, le autorità hanno elencato sette capi di accusa contro di lei, quattro dei quali erano basati sulla sua opposizione all’obbligo del velo: “incitamento alla corruzione e alla prostituzione“; “impegnarsi apertamente in atti peccaminosi… apparire in pubblico senza un hijab“; “irrompere l’ordine pubblico“; e “disturbare l’opinione pubblica“.

Le pacifiche attività in favore dei diritti umani di Nasrin Sotoudeh contro l’obbligo di indossare il velo, comprese quelle intraprese nel suo ruolo di avvocato, come l’incontro con i suoi clienti, sono state utilizzate per costruire una causa penale contro di lei.

Le altre tre accuse contro di lei – “la formazione di un gruppo con lo scopo di interrompere la sicurezza nazionale“, “diffusione di propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale” – si sono basate sulle sue attività pacifiche che le autorità hanno considerato come “criminale”.

Queste attività includono l’appartenenza a gruppi per i diritti umani come il Centro per difensori dei diritti umani e la Campagna Step by Step per l’abolizione della pena di morte, la pubblicazione di notizie su Shaparak Shajarizadeh, che è stata condannata a 20 anni di carcere, 18 dei quali sono stati sospesi, per la sua protesta pacifica contro l’obbligatorietà del velo.

Anche l’insistenza di Nasrin Sotoudeh sulla scelta di un avvocato indipendente invece di uno dall’elenco dei 20 selezionati dal capo del potere giudiziario è stato riconosciuto dalle autorità giudiziarie come un atto criminale.

Il suo processo, che ha avuto luogo il 30 dicembre 2018 davanti alla sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran, è avvenuto in sua assenza. Nasrin si è era rifiutata di partecipare al processo, citando l’ingiusta natura del procedimento.

Nel mese di settembre 2016, nella sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran Nasrin Sotoudeh ha affrontato l’accusa di “propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale“. Il giorno del suo processo, le fu negato l’accesso al tribunale e l’udienza si svolse in sua assenza.

Non è stata informata di esser stata processata e condannata fino a quando non è stata riarrestata. Il verdetto del tribunale non ha fatto menzione delle accuse. Il giudice l’ha condannata con l’accusa più controversa di “aiuto a nascondere le spie con l’intento di danneggiare la sicurezza nazionale” ai sensi dell’articolo 510 del codice penale e l’ha condannata a cinque anni di carcere, due anni in più rispetto al massimo della pena prevista per legge per questo reato.

Nel verdetto le autorità l’hanno accusata di lavorare con i “controrivoluzionari” che vivono dentro e fuori l’Iran al fine di minacciare la sicurezza nazionale” e di “incontri segreti con diplomatici stranieri e persone sospettate di essere agenti dei servizi segreti con sede in ambasciate straniere in Teheran” con il “pretesto” dei diritti umani.

Il giudice ha inoltre affermato che “le sono stati dati 50.000 euro per il Premio Sacharov in modo che potesse sostenere le sue attività contro la sicurezza nazionale e per il rovesciamento dello stato“.

Nel 2012, scontando una precedente pena detentiva nel carcere di Evin, Nasrin Sotoudeh ha ricevuto dal Parlamento europeo il premio Sakharov per la libertà di pensiero, in collaborazione con il regista iraniano Jafar Panahi. Ad Amnesty International risulta che non abbia mai riscosso il premio in denaro.


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