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Catalogna: vogliamo stare da soli

Quanto è successo in Catalogna non è la vittoria della democrazia, ma qualcosa di ben più grave e inquietante

di Emanuele G. - lunedì 2 ottobre 2017 - 5531 letture

Quanta amarezza guardando le immagini provenienti dalla Catalogna. Abbiamo tutti avuto la netta sensazione di assistere al funerale della democrazia e della stessa Europa. Si rimane senza parole e parecchio inquieti. Proviamo a mettere ordine. Se si riesce.

Quando i leader catalani affermano che vogliono una piena autonomia da Madrid essi mentono in maniera alquanto spudorata. La costituzione spagnola del 1978 approvata con l’88,4% dei suffragi spressi a seguito di un referendum popolare individuava tre regioni definite "storiche" a cui concedere la piena autonomia. Queste regioni erano la Catalogna, la Galizia e i Paesi Baschi. I catalani sono, pertanto, autonomi fin dal lontano 1978 e lo stato spagnolo ha delegato sempre più ampi poteri autonomistici alla regione più ricca della Spagna.

Qui si innesta la crisi profonda che vivono sia la democrazia che l’idea stessa di Europa. Democrazia ed Europa sono sinonimi di unione ed unità contro gli interessi particolari/localistici e il demone della superiorità di un’etnia sulle altre. In Catalogna si è preferito ascoltare "la pancia" e lanciarsi dietro un’utopia di estrema pericolosità per l’intero continente europeo. Sembra che la tragica esperienza del dissolvimento dell’ex-Jugoslavia non abbia insegnato un bel nulla a nessuno. Si preferisce l’egoismo localistico agli interessi generali. Così si va a distruggere e certamente non si costruisce nulla di buono. Anzi si fanno ritornare demoni del passato che credevamo celati per sempre dall’inesorabile coltre del tempo. Qui hanno prevalso gli interessi dei più ricchi sui più poveri. E’ come se la Catalogna non avesse più nessun punto in comune con le regioni più povere della Spagna quali Estremadura o Murcia. Democrazia, oltre che che unione e unità, significa anche comunità, solidarietà e sussidarietà.

La politica in Spagna ha fallito. Sia Madrid che Barcellona hanno dato un pessimo esempio di sé. E’ innegabile che il Premier Mariano Rajoy e il Presidente della Generalitat di Catalogna Carles Puigdemont si sono inbufaliti in una tenzone per affermare la propria fortuna politica. Non si sono comportati da politici in grado di preservare l’interesse generale della Spagna. Tutt’altro... Mariano Rajoy si è comportato come un neo-colonialista nei confronti della Catalogna. Credendo Madrid ancora capitale di quell’impero su cui il sole non tramonta, mai. Invece, Carles Puigdemont ha dimostrato di non vedere in maniera chiara le implicazioni pratiche di un processo che potrebbe portare la Catalogna alla più completa indipendenza. Si è troppo innamorato del suo giocattolo. Sarebbe bastato che entrambi si accordassero per far svolgere un referendum consultivo in modo da sondare il sentimento più recondito dei catalani al fine di costruire una "road map" tesa alla risoluzione della vexata quaestio. Nulla di tutto ciò è stato fatto.

Vedete una eventuale indipendenza della Catalogna dalla Spagna comporterebbe dei problemi giganteschi. Gli stessi che l’Inghilterra sta incontrando nella gestione della c.d. "Brexit". In breve, si parte, ma non si sa assolutamente dove si andrà a parare. E’ stato calcolato che un processo di indipendenza potrebbe durare un 3 anni. Se non ci sono ulteriori problemi. La Catalogna dovrebbe firmare un accordo con la Spagna per determinare in maniera puntigliosa ogni punto dell’indipendenza. Poi, la Catalogna è sicura che potrà diventare membro dell’Unione Europea? Se lo sarà dovrà firmare un’incredibile mole di trattati riguardanti Schenghen, la fiscalità, il commercio, l’istruzione e tantissimo altro ancora. Il fatto poi di non appartenere più al tessuto economico europeo fa rischiare che la florida economia catalana possa ingolfarsi in una dimensione di crisi profonda e pericolosa. C’è anche da non sottostimare la questione riguardante i dazi doganali. In breve, se non si ha una chiara visione del fare qui si rischia di peggiorare ancora di più la situazione. Una situazione da guerra civile. E la Catalogna è specializzata in questo campo. Ricordiamoci le repubbliche anarchiche e comuniste catalane degli anni trenta.

I dati del "referendum" non è che siano una grande vittoria per quelli che vogliono l’inipendenza. E’ andato alle urne appena il 40% degli aventi diritto. Poco più di 2.200.000 elettori su 5 milioni e passa. Questo significa che il 60% dei catalani non si è espresso. Ricordiamoci che sono state sequestrate dalle autorità spagnole un 600.000 schede elettorali. Il si ha avuto un 90%, il no un 9% e il resto si divide fra voti nulli e schede bianche. Una vittoria a metà per gli indipendentisti e una vittoria a metà per Madrid. Una vittoria che non serve a entrambi e complica maledettamente le cose in quanto cristallizza una situazione oltremodo pericolosa e drammatica. Una chiosa finale: ma come si fa ad organizzare un referendum di tale portata senza prevedere la soglia minima di affluenza del 50+1?

Infine, registriamo la totale assenza dell’Europa - intesa quella di Bruxelles - che non sembra accorgersi del dramma che sta vivendo la Spagna, il quarto paese per importanza dell’UE. Tutti si stanno lavando le mani a Bruxelles derubricando la cosa a faccenda interna di un paese comunitario. Solo il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha rilasciato dichiarazioni di comprensibilissima preoccupazione. Invece dal lato Commissione e Consiglio assoluto silenzio. Un’UE così insensibile sarà la causa della sua stessa deglagrazione che è avvenuta già da tempo. Poi bisogna considerare che il paese leader dell’Europa - la Germania - non ha ancora un governo. Quindi... Inoltre, non dimentichiamoci che fu l’UE a voler riconoscere tutti i nuovi stati sorti dal disfacimento della Jugoslavia con le terribili conseguenze che noi tutti conosciamo. Oppure no? Vi ricordate del terribile massacro di Srebrenica?

In Catalogna è avvenuta ieri la morte della democrazia perché il termine democrazia è un coraggioso atto contro ogni forma di azione centrifuga. Ieri si è disgregato tutto. Non capisco la gioia di alcuni. Qui in Europa aleggiano i fantasmi che portarono la distruzione del c.d. "vecchio continente" con due brutali guerre mondiali. L’unica ancora di salvezza è credere nell’Europa e non nei localismi che portano solo morte e distruzione.

- Photo credits:

La fotografia di copertina è presa dal sito http://www.dagospia.com


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