Lo"Spazio letterario" di Maurice Blanchot: percorso di lettura e interpretazione, di Attilio Viena

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8. L'opera e la sua origine

Blanchot si interroga insistentemente sul rapporto tra l'opera e la sua origine. Lo spazio letterario concentra l'attenzione sugli aspetti teorici del problema, mentre Il libro a venire, attraverso i numerosi riferimenti agli autori, sposta l'indagine sul terreno concreto dell'opera letteraria.
Secondo Blanchot, l'opera mantiene un rapporto profondo e indissolubile con la propria origine. Questo contatto rappresenta, anzi, una garanzia di autenticità dell'opera stessa: "chi non appartiene all'opera come origine non farà mai opera" sostiene Blanchot, e aggiunge che "il punto centrale dell'opera è l'opera come origine, quel punto che non si può attingere, il solo però che valga la pena di attingere" (28). La realizzazione dell'opera costituisce l'avvicinamento a questo "punto sovrano", e tuttavia solo dal suo approccio può scaturire l'opera. Venendo al giorno, essa si allontana dalla regione dell'autenticità rappresentata dall'ispirazione: regione ammaliante ed altrettanto pericolosa, se è vero che l'autore dà vita all'opera proprio per non soccombere alla forza dell'immagine (29).
Dal momento in cui ha inizio, il prodotto letterario si pone nell'inautentico, ossia nella comunicazione.
La genesi dell'opera, infatti, già configura il rapporto tra autore e lettore. L'autore appartiene all'opera come origine, regione prossima al neutro; il lettore, invece, vive nel mondo. L'opera instaura una comunicazione tra questi due poli proprio in virtù della lettura che, come afferma Blanchot, fa essere l'opera, permette che essa si comunichi. Ho sottolineato all'inizio di questo lavoro la comunanza che si crea tra autore e lettore, appartenendo l'uno ed accedendo l'altro a quella particolare condizione che Blanchot denomina solitudine essenziale. Ora va fatta una precisazione: al tormento inesausto della creazione, infatti, si contrappone la quieta felicità della lettura.
In questo senso, autore e lettore sono tra loro infinitamente distanti ed è proprio l'opera a sancire la loro distanza. La creazione è esperienza interminabile dell'assenza, mentre la lettura presuppone l'opera come presenza. Il movimento della lettura rappresenta la massima infedeltà all'opera, poiché essa non è mai data una volta per tutte, ma è sempre "a venire".

Note

28) SL, p. 40.

29) Cfr. SL, p. 159: "…L'ispirazione è la lunga notte dell'insonnia, ed è per difendersene, allontanandosene, che lo scrittore giunge a scrivere veramente, attività che lo restituisce al mondo in cui può dormire."

 

Contesto

Maurice Blanchot



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