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UDI Palermo: «Libertà di dissenso perché non si esaurisca la fame di giustizia»

L’UDI Palermo-Biblioteca delle Donne prende una netta posizione politica sui fatti accaduti a Palermo lo scorso 23 maggio.

di Redazione - domenica 28 maggio 2023 - 1319 letture

Non intendiamo ricostruire le vicende ed i fatti che hanno segnato la giornata in commemorazione della strage di Capaci del 1992, né evidenziare la falsità di molte narrazioni “giornalistiche”. Per questo rinviamo ai comunicati esaustivi della CGIL e del “Comitato 23 maggio”.

Qui vogliamo sottolineare che l’episodio di Palermo rappresenta l’ennesimo tentativo di reprimere con la forza qualsiasi manifestazione di dissenso, qualunque sia il contenuto della contestazione, qualunque il luogo geografico nel quale si esprime.

È l’ultimo di una lunga serie di episodi di intolleranza violenta contro ogni forma di contestazione che non si può imputare solo a questo governo ma che ora rischia di assumere contorni più pesanti ed inquietanti.

E soprattutto è grave e preoccupante il contesto in cui si colloca l’episodio repressivo palermitano: una manifestazione antimafia cui annualmente sono chiamati a partecipare anche le/gli studenti perché si continui a chiedere tutta la verità sulle stragi e trasparenza nei comportamenti da parte della politica, perché non si esaurisca quella “fame di giustizia” che 31 anni fa portò alla mobilitazione delle “donne del digiuno”.

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Palermo - Albero Falcone, 20230527

ARCI Palermo: “A chi fa paura un corteo numeroso e gioioso?”

Presa di posizione dell’ARCI Palermo in merito ai fatti accaduti nel corso del corteo popolare antimafia che ha attraversato la città dalla facoltà di Giurisprudenza fino a via Notarbartolo. Segnaliamo, inoltre, che anche la Cgil del capoluogo siciliano in una nota “ stigmatizza quanto è accaduto nel corso del corteo per ricordare Giovanni Falcone e le altre vittime della strage di Capaci ” – di seguito il comunicato ARCI

Aver provato a bloccare un corteo precedentemente autorizzato, non permettendogli di arrivare all’albero Falcone, rappresenta oltre che una pessima gestione dell’ordine pubblico anche un fatto grave sotto al profilo politico.

Nessuno può arrogarsi il diritto di decidere quali domande devono essere poste, nessuno può ergersi a “proprietario” della memoria né dei suoi simboli.

A chi fa paura un corteo numeroso, gioioso, che chiede alle istituzioni chiarezza sui propri comportamenti e di conoscere quelle verità sulle stragi che certamente una parte di classe dirigente del nostro Paese sta ancora coprendo?

A chi fanno paura le domande sul ruolo che oggi giocano nella politica – palermitana, siciliana e nazionale- soggetti che hanno una storia di relazioni con la criminalità organizzata?

A tutti doveva essere garantito, come da autorizzazione, di manifestare le proprie idee e di porre le domande che si vogliono. Così funziona in una democrazia e a questo scopo deve essere definito il servizio d’ordine.

Ai tanti e alle tante che ieri dai palchi istituzionali hanno evocato “i giovani”, li hanno blanditi, li hanno portati ad esempio di impegno, facciamo notare che l’arroganza dimostrata ieri nei confronti di un corteo in cui ce n’erano tantissimi è il vero messaggio che passa: i giovani ci piacciono se stanno in silenzio ad ascoltare.

Per fortuna non lo sono stati, ed insieme loro il sindacato e tanti e tante cittadini e cittadine, e anche la gran parte di chi da anni si ritrova all’albero Falcone spontaneamente, non perché invitato dalle istituzioni: l’Arci Palermo è con tutti loro e contribuirà a sostenere il rafforzamento di un movimento antimafia in questi anni troppo diviso, strumentalizzato, oltraggiato da tanti testimoni infedeli.


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