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Pennac interpreta “Bartleby lo scrivano” di Melville

Al teatro Sanzio di Urbino, abbiamo assistito al reading di qualità dello scrittore francese. Pennac, accompagnato dal pianoforte di sua figlia Alice, porta gli spettatori nelle atmosfere tardo ottocentesche narrate nel racconto, e disenga i personaggi con le sue parole...

di Tano Rizza - mercoledì 21 aprile 2010 - 4608 letture

Daniel Pennac arriva a Urbino, con la figlia Alice, attraversando in auto 1300 km. L’occasione è stata data dal premio “Centro Europeo per l’editoria” di Ecstra. Nella città ducale, dove venire già qualche mese fa, ma la morte improvvisa del fratello gli impedì di ritirare il premio. Quel fratello che come confessa lo scrittore gli ha regalato la prima penna e la prima macchina da scrivere.

L’appuntamento era per le 21 al Teatro Sanzio di Urbino, dove Pennac, dopo aver ritirato il premio, si appresta a un reading di qualità.

Lo spettacolo si concentra sul racconto “Bartleby lo scrivano” di Melville. Una messa in scena minimale, lui seduto a una sedia, al suo fianco Alice, e la sua fedele traduttrice italiana. La premessa mette a suo agio il pubblico “questa è una storia, come quelle che vi raccontavano da bambini – precisa Pennac – quindi avete anche il diritto di addormentarvi”. E s’inizia.

Le luci s’abbassano, Pennac prende in mano il testo, la figlia si mette al pianoforte, e la traduttrice fa scorrere con precisione i sovratitoli in italiano. Lo scrittore legge, e disegna idealmente con le sue parole la scenografia, nel giro di poche frasi gli spettatori si trovano immersi nell’atmosfera tardo ottocentesco dello studio dell’avvocato di Wall Street protagonista del racconto. Velocemente nelle menti dei presenti appaiono e si tracciano i personaggi e gli ambienti narrati dallo scrittore.

La trama è interpretata da Pennac con una verve teatrale, i piccoli intervalli di lettura sono addolciti dalle note del pianoforte di Alice, e lentamente i fili tracciati da Malville s’incastrano tra loro, fino all’arrivo sulla scena di Barteleby, misterioso e cupo collaboratore del protagonista. Pennac porta i presenti con facilità nelle ossessioni e nelle traiettorie di quella letteratura definita dai critici “essenzialista”, lo scrittore francese interpreta il testo con semplicità, ma per i più che non conoscevano il testo originale, la trama inizia a farsi piena di pathos.

Pennac entra pienamente nei personaggi narrati, interpreta i passi del testo immedesimandosi in loro, e regala ai presenti tutte le sensazioni e le emozioni ideate da Malville. Due ore piene di spettacolo, una lettura che portato Malville e la sua storia a esser viva e protagonista centocinquant’anni dopo la sua stesura, un reading molto ben interpretato. Pennac qualche tempo fa ha dichiarato che ogni scrittore ha sempre un testo che l’ossessione, per lui è Bartleby. Forse quest’interpretazione è la malattia ma anche la cura per Pennac, cura che ha esteso anche al pubblico in sala.


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