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Notizie da Bologna, di Bifo

Franco Berardi "Bifo" ha diffuso nella lista di Rekombinant.org un paio di testi che riguardano Bologna. Pubblichiamo, sperando che si apra un dibattito che riguarda questa città e lo "spirito della sinistra".

di Redazione - mercoledì 25 maggio 2005 - 5091 letture

1.

Mi affaccio a una finestra e c’è il bar con i tavolini al sole. Ti siedi e bevi una bevanda qualsiasi e ti partono cinque euro.

Mi affaccio all’altra finestra e sono sul vicolo. Da un paio di anni dei ragazzi bengalesi hanno aperto una botteguccia. Vende frutta e verdura e biscotti e lamette gillette, e soprattutto birra a un euro la bottiglia. La sera era diventato un posto di ritrovo per ragazzi del quartiere universitario, e altra gente che non ha molti soldi, stranieri, precari, artisti, studenti. Bene, indovina che cosa ha deciso la Giunta comunale (sì sì la giunta che doveva restituire l’onore perduto alla città, dopo cinque anni di tran tran guazzalochiano). La giunta ha deciso che l’alcool fa male. Lodevole. La Giunta ha deciso di combattere il degrado. Obiettivo esaltante.

Per perseguire tal nobile scopo il signor sindaco ha emesso un’ordinanza che vieta tassativamente di bere alcolici sulla pubblica strada dopo le ore 21. Vietato comprare una birra e andarsela a bere fuori. Forbidden. Verboten. Come dire che il pachistano qua sotto non può più vendere birra, e infatti il vicoletto che prima era animato da gente che si sedeva sui gradini per bersi la sua birra low budget, ora è deserto, immalinconito.

Se vuoi farti una birra vai a sederti in un localuccio a la page con la luce azzurrina e scuci mezzo stipendio. Geniale. Però già che c’era il signor sindaco (quello che doveva restituire l’onore perduto alla città, il rappresentante e l’anticipatore di un nuovo corso della vita pubblica cittadina anzi nazionale), già che c’era il signor sindaco poteva fare un editto concepito più o meno così: chi ha i soldi si sieda e beva la bumba.

Chi non ce li ha fuori dai coglioni.

2.

Bologna, maggio 2005.

Che dobbiamo fare a questo punto? Evitiamo di drammatizzare ulteriormente questa situazione psicopatica. Facciamoci venire in mente un gesto che sia forte, visibile, irresistibile, inequivocabile.

Riepiloghiamo le puntate precedenti. Alle elezioni municipali di Bologna un anno fa molti votarono pensando che si potesse creare un laboratorio della tolleranza, della solidarietà verso i più deboli, un laboratorio dell’innovazione culturale e della libertà, un laboratorio di progettazione sociale utile a preparare il momento in cui nel 2006, il centrosinistra dovrebbe andare al governo.

Purtroppo in questi ultimi giorni abbiamo capito che Bologna è effettivamente un laboratorio ma di altro genere: è il laboratorio dell’intolleranza, della violenza contro i più poveri, dell’arroganza del potere e della repressione.

Il clima umano in città non è mai stato così plumbeo. Invece di puntare ad un armonico rapporto tra le diverse componenti sociali, il nuovo sindaco sta attizzando l’odio di tutti contro tutti. Votato perché si presentava come l’uomo che difende i diritti dei più deboli, il pover’uomo ha rivelato di essere un personaggio torvo, aggressivo, cupo, forse perseguitato da rancori che non possiamo decifrare, o da sensi di colpa che sono uno psicanalista potrebbe curare. Usa l’incarico conquistato grazie all’inganno per esercitare un protervo potere di umiliazione.

La sua minacciosa esaltazione dell’ordine e della legalità sollecita gli istinti repressivi. Un giudice ha fatto arrestare tre studenti. Cosa avevano fatto? Avevano occupato temporaneamente un locale nella zona universitaria. E questo basta per arrestare qualcuno? Non basta, a meno che non si attribuisca agli occupanti il proposito di sovvertire l’ordine costituito. Ma quei tre studenti intendevano sovvertire l’ordine costituito, e si erano dotati di mezzi idonei per ottenere il loro scopo? Risulta che nel locale occupato i tre studenti si limitassero a fotocopiare libri. E’ questa la loro colpa?

Ma al di là di questo evento sorgono in tutti noi domande inquietanti: è questo il laboratorio bolognese? Sarà questo l’ordine del governo di centrosinistra? Dopo cinque anni di sfruttamento, privatizzazione, depredamento berlusconiano, pensavamo che il centro sinistra potesse sperimentare la strada della redistribuzione del reddito, dell’aumento dei salari, del rilancio della ricerca, della democratizzazione del sistema comunicativo. Ma se Bologna ha il valore di un esempio, cosa dobbiamo attenderci? Il carcere per chi chiederà rispetto dei suoi diritti, la violenza contro chi chiederà un reddito di cittadinanza?

Per sabato 21 maggio il movimento ha deciso di chiamare alla mobilitazione. Ha tutte le ragioni per farlo. Ma occorre evitare una contrapposizione tra il movimento e la città, perché la città è stanca degli arroganti che l’hanno presa in ostaggio. Il tono che dobbiamo usare non è quello truce del muro contro muro.

Il sindaco di questa città è visibilmente uno squilibrato, non prendiamolo troppo sul serio, cerchiamo di giocare al suo gioco. Sabato ci vedremo, e penso che saremo in tanti. Ma invece di sfilare in pose truculente, invece di mostrare i muscoli che non abbiamo, io propongo di compiere un gesto un po’ stravagante.

"In ginocchio mai" disse qualche tempo fa Valerio Monteventi. Aveva ragioni da vendere, ma ora la situazione è cambiata. Il disegno di isolamento del dissenso non è passato. Adesso potremmo anche pensare di metterci in ginocchio. Proprio questa è la mia proposta: sabato pomeriggio, sotto il sole di maggio, mille, duemila, cinquemila persone o non so quante saranno, assumono la posa a ginocchioni del nostro beneamato San Precario. Con l’aureola sulla testa ci inginocchiamo e restiamo inginocchiati per tutto il tempo che ci va. Un’ora in ginocchio, immobili, mentre qualcuno recita il mea culpa, qualcuno si flagella, qualcuno implora pietà.

Non per chiedere perdono di orribili peccati che non abbiamo commesso, né per arrenderci a un potere che più che spaventarci ci fa ridere. Bensì per implorare. Sì, implorare.

Vi imploriamo signori della Giunta, smettetela di fare così. Vi state comportando come una giunta di occupazione in una città che vi considera ormai degli estranei, dei prepotenti e dei lunatici. State facendo un piacere immenso ai predoni del governo Berlusconi i quali presto potranno dire: eccola la sinistra che vuole governare. Eccola, invece di creare strutture di accoglienza per gli immigrati li scaraventa per strada con la violenza. Invece di migliorare le condizioni di vita degli studenti vieta la birra in strada e mette in galera i focopiatori.

Vi imploriamo, signori della giunta rendetevi conto che vi state coprendo di ridicolo. In ginocchio, mettiamoci in ginocchio e a mani giunte imploriamo i fanatici della legalità di andare a farsi fottere.

3.

Quello che segue è il testo che ho inviato oggi a Liberazione e che dovrebbe uscire domani [12 maggio 2005] su quel giornale.

Quando ho scritto "la cronaca di una delusione" che è uscita su Liberazione di martedì, non era mia intenzione fare classifiche tra i vari sindaci bolognesi, o stabilire se si comporta meglio Guazzaloca o Cofferati. Era mia intenzione aprire una discussione più seria e più importante, che va al di là del caso bolognese.

Riflettendo su quello che sta accadendo a Bologna volevo porre un problema: cosa succederà quando finalmente il centro-destra avrà perduto le elezioni, e una coalizione di centrosinistra prenderà il suo posto?

E’ legittimo aspettarsi un cambiamento degli indirizzi di politica sociale che hanno guidato il governo di centro-destra? E’ legittimo aspettarsi l’avvio di un processo di redistribuzione della ricchezza sociale che sposti verso il salario una parte del reddito che negli anni passati è andato al profitto? E’ legittimo aspettarsi che le politiche di accoglienza dei lavoratori migranti siano improntate a uno spirito di civiltà piuttosto che a uno spirito punitivo e discriminatorio? E’ legittimo aspettarsi una politica della comunicazione che valorizzi l’attivismo mediatico di base, dirottando risorse dai gruppi privati che si sono illegalmente impadroniti dell’intero sistema comunicativo? E’ legittimo aspettarsi la creazione di un reddito di cittadinanza per i settori del lavoro precarizzato che sono i più dinamici ma anche i più sfruttati nell’intero mondo produttivo?

Insomma, è legittimo aspettarsi più democrazia e meno assolutismo del capitale? E’ legittimo aspettarsi che l’Italia liberata dal centro destra cerchi strade capaci di portare fuori dal predominio dell’ideologia neoliberista? Dal momento che spesso nel passato si è parlato di Bologna come un laboratorio della svolta politica (e in effetti spesso questa città ha avuto un simile ruolo di anticipazione), volevo semplicemente segnalare il fatto che la gestione Cofferati sembra stroncare sul nascere aspettative di quel tipo.

Ma tra le reazioni suscitate dal mio intervento di martedì ce n’è una che mi preoccupa particolarmente. E’ quella che ho letto sul Riformista, che spara un titolo che sarebbe divertente se non facesse venire i brividi. Il giornale diretto da Antonio Polito (liberale democratico e tollerante sì, ma non quando si attenta ai sacri valori del profitto) spara il titolo: "Forza Sergio, picchia duro su legge ordine produttività". Proprio così: picchia duro. Fagliela vedere a quegli scansafatiche di dipendenti comunali, frustali, fottitene dei contratti firmati in passato dal sindacato, e se non rigano diritto picchia duro. Legge e ordine. Basta col degrado. Tutti a letto alle undici.

Nei giorni scorsi ha suscitato un certo scandalo il fatto che Vladimir Putin abbia riempito le strade di Mosca con enormi ritratti di Stalin. Ma c’è poco da stupirsi. Il crollo del sistema comunista non ha significato affatto una democratizzazione, ma semplicemente uno spostamento di reddito dai ceti del lavoro verso i ceti del profitto. E la violenza può sempre essere utile, in nome della legge, dell’ordine e della produttività.

Con il mio intervento di martedì volevo proporre una discussione proprio su questo punto: cosa possiamo aspettarci dopo la vittoria della coalizione di centrosinistra che tutti auspichiamo? Un governo che dà al paese maggiore democrazia sociale, o un governo che picchia duro su legge ordine e produttività? Cerchiamo di capirci su questo punto, così sappiamo almeno cosa aspettarci.


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Notizie da Bologna, di Bifo
25 maggio 2005, di : Elio

Cosa pretendete da un ex stalinista ex sindacalista neo comunista, uno di quelli "del nuovo corso", perchè credete sia diverso a Modena e a Reggio Emilia. In queste città tutti i compagni sono i più ricchi: classe dirigente, medici, avvocati, imprenditori, industriali, questi non vivono più in città ormai piena di extracomunitari, ma si sono costruiti le ville nelle periferie eleganti verso la collina, dove il comune spende soldi pubblici per riempire di rallentatori le strade che attraversano questi quartieri anzichè metterli davanti alle scuole, addirittura hanno chiuso delle strade per evitare traffico davanti a queste ville. Quello che stupisce e che queste non sono giunte di centrosinistra ma sono composte essenzialmente da DS, Verdi e comunisti.
> Nei movimenti
14 giugno 2005, di : kludio v |||||| Sito Web: da Indymedia: Bifo, mazzetta...

A leggere Liberazione e simili si vedono solo i discorsi come quello di Bifo e simili, ma non si vede che le cose nei movimenti sono molto più complesse. Meglio leggere allora anche Indymedia.