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Non dimenticare mai chi ha calunniato Assange

La frenetica campagna di propaganda dei mass media contro Julian Assange è stata senza dubbio la cosa più inquietante e orwelliana a cui abbia mai assistito. Un articolo di Caitlin Johnstone.

di Redazione - mercoledì 6 gennaio 2021 - 1994 letture

Note dal margine della Matrix narrativa

La frenetica campagna di propaganda dei mass media contro Julian Assange è stata senza dubbio la cosa più inquietante e orwelliana a cui abbia mai assistito. E ora tace. Ha fatto il suo lavoro e poi è scomparsa, prima che il pubblico potesse davvero rendersi conto di cosa stesse succedendo. È assolutamente incredibile.

Non par vero, ma tra la fine del 2016 e l’arresto di Assange i social media erano pieni di responsabili della narrazione che facevano a gara per essere i primi a inventare la calunnia più grossa del giorno contrassegnata da un segno di spunta blu (il tipico “ok” che accompagna le notizie “attendibili” su Twitter, ndr) dipingendo un giornalista eroico come il “personaggio cattivo”. Giorno, dopo giorno, dopo giorno. Diffamare Assange è stato uno dei modi più semplici che avesse un aspirante giornalista per mostrare ai datori di lavoro, attuali e potenziali, che era dalla parte dell’impero. Era un bersaglio facile su cui prendersela per dare il segnale che si diceva quello che voleva il Pentagono, in modo da poter fare carriera nei media.

La campagna diffamatoria ha pervaso ogni fazione politica in ogni parte dell’alleanza di potere controllata dagli Stati Uniti. Dove non potevano farla franca denigrandolo apertamente, facevano circolare propaganda di destra su Trump e Assange che lavoravano segretamente insieme e sull’estradizione che in realtà era un modo per aiutare Assange, il che equivaleva effettivamente a diffamarlo. La stragrande maggioranza delle opinioni comuni su Assange non sono il risultato del suo lavoro o della vita che ha vissuto, ma di una campagna di propaganda coordinata, la maggior parte della quale ha avuto luogo tra la fine del 2016 e l’arresto di Assange nell’aprile 2019. Le persone semplicemente non ne sono consapevoli, ma sono vittime della propaganda.

La campagna diffamatoria si è ammutolita improvvisamente perché ora è impossibile dipingersi come un giornalista coraggioso mentre si diffama qualcuno che è stato apertamente perseguito per giornalismo. Quindi sono tutti sgattaiolati nell’ombra, sperando che dimenticheremo quello che hanno fatto. Non facciamolo.

La nostra società si sta ponendo una domanda molto, molto importante sul caso Assange. La domanda che ci stiamo ponendo è questa: “I giornalisti dovrebbero essere incarcerati per aver denunciato crimini di guerra statunitensi? Si o no?” La nostra risposta a questa domanda determinerà il futuro della nostra specie.

Non commettete errori, questa domanda rappresenta tutto il caso Assange e tutto ciò che è sempre stato. Non lasciate che i responsabili della narrazione la trasformino in qualcosa di diverso, perché non lo è. Questa è la domanda.

Vogliamo verità o bugie?

Vogliamo la luce o l’oscurità?

Vogliamo la libertà o la schiavitù?

Vogliamo il diritto di sapere cosa stanno facendo i potenti o vogliamo dare loro uno spazio riservato in cui abusare di noi?

I giornalisti dovrebbero essere incarcerati per aver denunciato crimini di guerra statunitensi? Si o no?

L’impero sta cercando di rivendicare il diritto di imprigionare qualsiasi giornalista in qualsiasi parte del mondo che esponga le sue malefatte. La nostra risposta a questa affermazione determinerà certamente il destino della nostra specie. Stiamo scegliendo se i bastardi devono continuare a tenere il volante o no.

Una delle più strane convinzioni politiche tradizionali è che le agenzie governative segrete che hanno fatto cose terribili in passato, ora non le fanno più. Questa convinzione si basa letteralmente sul nulla, ovvero sul fatto che è più comodo pensarla così.

Molte, molte nazioni hanno precedenti scomodi in merito ai diritti umani. Quando la vostra mente si concentra esclusivamente su quelli (degli Stati, ndr) che l’impero statunitense non ama, è a causa della propaganda.

La propaganda occidentale non è diventata meno avanzata dall’invasione dell’Iraq, al contrario. La campagna psicologica del Russiagate e le campagne diffamatorie contro Assange e Corbyn lo rendono ampiamente chiaro. L’idea che le bugie e la propaganda che hanno portato all’invasione dell’Iraq siano state solo una sfortunata coincidenza è essa stessa il prodotto della propaganda. Dovete essere anche più critici nei confronti delle narrazioni occidentali correnti rispetto a quella che fu dell’Iraq, non meno.

Manipolare il pensiero pubblico su larga scala è una scienza. I campi scientifici non diventano magicamente meno sofisticati nel tempo, ma più sofisticati. Ogni volta che eseguono una nuova manipolazione su scala mondiale, che abbia successo o meno, imparano da essa e si evolvono.

Gli psichedelici stanno iniziando ad essere rivalutati dalla scienza perché il neoliberismo sta rendendo tutti troppo pazzi e depressi per far girare gli ingranaggi della macchina, quindi la macchina sta cercando disperatamente cure miracolose per far tornare gli schiavi funzionali. Fortunatamente per noi questo si rivolterà contro di loro; se gli psichedelici si fossero rivelati un utile strumento di controllo sociale sarebbero rimasti legali e la CIA non li avrebbe abbandonati decenni fa.

Il 20 gennaio (giorno in cui Biden presterà giuramento, ndr) l’America tirerà un enorme sospiro di sollievo. Questo sospiro sarà basato interamente sull’ignoranza e sulla rotazione narrativa. Sostanzialmente non cambierà nulla.

La gente continua a prevedere colpi di stato, arresti di massa e sconvolgimenti senza precedenti nel governo degli Stati Uniti perché i mass media si comportano in modo molto strano, il che crea l’illusione che lo stesso governo degli Stati Uniti si stia comportando in modo molto strano. Nel frattempo l’impero procede senza interruzioni.

Ciò che le persone percepiscono erroneamente è che non è il governo degli Stati Uniti che sta cambiando, è l’ordine mondiale internazionale. Gli Stati Uniti si stanno avvicinando al post-primato e stanno scatenando tonnellate di propaganda per lanciare agende internazionali per prevenire questo, da qui il comportamento bizzarro. L’ecosistema dell’informazione sembra selvaggio, quindi gli americani fissati per l’America hanno l’impressione sbagliata che sia il loro governo a comportarsi in modo selvaggio. Nel frattempo viene prestata grande attenzione a mantenere la stabilità nel fulcro dell’impero globale, quindi tutte queste profezie di sconvolgimento continuano a sparare a vuoto.

In altre parole, non sono Trump o Biden che sono sul punto di essere spodestati da un enorme sconvolgimento che cambia il paradigma: è lo stesso impero statunitense.

Sarebbe proprio stupido se ci uccidessimo con una guerra nucleare. Dopo tutto, immaginate le altre cose di cui ci stavamo preoccupando, e guardando l’esplosone atomica a forma di fungo, pensare “Allora è così che finisce? Con tutte quelle armi che abbiamo deliberatamente inventato e accumulato con lo scopo esplicito di farla finita?”

La risoluzione più potente del nuovo anno è quella di voler sinceramente rimuovere i blocchi alla vostra guarigione. Che questi blocchi siano mentali, emotivi, fisici o là fuori nel mondo reale, la salute è il vostro stato naturale, sentitevi libere/i di lasciare andare qualsiasi cosa che la ostacoli.

L’umanità non sarà mai libera di funzionare in modo sano, collaborando gli uni con gli altri e con il nostro ecosistema, finché non abbandoneremo il nostro attaccamento allo status quo basato sulla paura, che ci sta spingendo verso l’Armageddon. Come dice André Gide, “l’uomo non può scoprire nuovi oceani se non ha il coraggio di perdere di vista la riva”.


Note dal margine della Matrix narrativa. Articolo riprodotto sotto licenza Creative Commons. Traduzione ad opera di Veronica Tarozzi dell’articolo in lingua inglese di Caitlin Johnstone. Fonte e articolo originario.



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