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“Mafie e dintorni”: corso di formazione per docenti del Piemonte sulle mafie - terza edizione

Alla fine del mese di gennaio, più precisamente venerdì 26, prende il via la terza edizione del corso di formazione per docenti del Piemonte sulle mafie organizzato dal liceo artistico torinese “Renato Cottini” e dalla sezione torinese “Paolo Borsellino” delle Agende rosse.

di francoplat - mercoledì 10 gennaio 2024 - 777 letture

Nel corso delle precedenti edizioni, dinanzi ai docenti piemontesi di ogni ordine e grado, si sono alternati interlocutori quali Rocco Sciarrone, docente di Sociologia a Torino, Stefania Limiti, giornalista freelance, Alberto Vannucci, professore senese, Enzo Ciconte, altro docente universitario a Pavia, Fabio Repici, avvocato difensore di famigliari vittime di mafia (Borsellino, Manca, Mormile ecc.), Roberto Sparagna, magistrato, Lorenzo Baldo, vice-direttore di “Antimafia Duemila”, Umberto Mosca, docente universitario e critico cinematografico. Su queste stesse pagine, si è dato conto dei diversi interventi, molti dei quali hanno ribadito, pur partendo dai rispettivi angoli prospettici dei relatori, la tesi di fondo del corso, quella che dà il titolo all’iniziativa: “mafie e dintorni”. Tesi, è bene precisarlo, che ribadisce le forti responsabilità dello Stato, o almeno di una parte di esso, e della stessa società civile nella perdurante vicenda delle mafie nel nostro Paese.

L’iniziativa intende promuovere un sapere competente nella scuola, almeno per quanto concerne a tale istituzione la costruzione di un senso civico diffuso. E, per fare ciò, è necessario che siano prima di tutto i docenti a elaborare una cassetta degli attrezzi competente e variegata, in grado di fornire ai discenti un ventaglio di informazioni quanto più possibile preciso, maturato all’interno di professionalità distinte e lucidamente a conoscenza del fenomeno mafioso. Al momento, il corso è ristretto ai docenti del Piemonte, anche se è volontà degli organizzatori immaginare un più ampio ventaglio di partecipanti, allargando, se possibile, la partecipazione a insegnanti di altre regioni. Ciò anche per creare una rete scolastica incardinata sul tema delle consorterie criminali e sui metodi didattici e i contenuti atti a diventare moduli all’interno delle classi. Risuona in questa volontà la sintesi icastica di quella penna forse troppo poco letta in Italia, ossia Gesualdo Bufalino, che disse, come molti ricordano, che «la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari». Una previsione magari troppo ottimistica, ma certo meglio della rassegnazione stanca o dello scetticismo inerte.

Ad aprire la nuova edizione del corso sarà, in streaming, Marco Omizzolo. Sociologo, esperto di migrazioni e responsabile scientifico della cooperativa “In Migrazione”, Omizzolo intratterrà i docenti sul tema mafie, caporalato e migranti, argomento di cui ha conoscenza diretta, avendo realizzato uno studio sulla comunità sikh pontina infiltrandosi tra i braccianti indiani, guidati da un caporale indiano e da un padrone italiano e seguendo, per diversi mesi, un trafficante di esseri umani indiano in Punjab. Da questa esperienza Omizzolo ha tratto un libro – “Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana” (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2019) – nel quale ricorda che nel nostro Paese è presente un sistema schiavistico pervasivo e predatorio che «spinge alcuni lavoratori a suicidarsi, mentre padroni e padrini si spartiscono un bottino di circa 25 miliardi euro l’anno». Il tema delle mafie si intreccia, qui, con quello altrettanto planetario dei migranti, e sarà certamente denso di spunti interessanti, laddove si pensi all’abominevole questione della schiavitù contemporanea che tale connessione rinnova e rinsalda, al di là dei proclami retorici e delle prese di posizione politiche a livello nazionale e internazionale.

Lunedì 19 febbraio, in presenza come i due incontri successivi, sarà la volta di Alice De Marco, responsabile di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, a cui toccherà delineare l’altra spinosa questione legata alle mafie, ossia le ecomafie. Di recente, in un articolo dal titolo “Com’è profondo il mare”, si è parlato su questa stessa rivista del problema della lunga vicenda dell’inquinamento delle terre e dei mari italiani a opera soprattutto di camorra e ‘ndrangheta. Il ventaglio di reati ambientali è enorme e la relatrice avrà il compito non semplice di fornire, insieme, una visione generale del problema e un’analisi locale delle attività illecite che impoveriscono i nostri territori.

Mario Andrigo, attualmente sostituto procuratore a Novara, tratterà un argomento già incontrato durante le passate edizioni, ossia la ‘ndrangheta. Lo farà a partire dalla lunga esperienza di lavoro presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, dove ha operato per una decina d’anni, e da cui ha ricavato un volume – “Le radici della ‘ndrangheta” (in collaborazione con Lele Rozza, Nutrimenti mare, 2011) – che cerca di riflettere sulla pervasività del fenomeno mafioso calabrese a partire dalle storie umane incontrate dal magistrato nella sua attività inquirente, sui fondi pubblici e comunitari finiti nel nulla, sui riti, le regole e le vicende di ‘ndrangheta.

L’ultimo relatore è Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio zoomafie della Lega antivivisezione. È lo stesso relatore ad aver coniato ormai quasi trent’anni fa il termine “zoomafie”, con il quale si fa riferimento alle attività, di stampo mafioso o riconducibile a gruppi operanti secondo quel metodo, che lucrano sfruttando il mondo animale, dai combattimenti fra cani alle corse dei cavalli, dalla vendita di animali esotici al traffico di cuccioli di cani dall’Est europeo. Si era già avuto modo di parlare di e con Ciro Troiano in una lunga intervista al tempo del Covid. In quell’occasione, il criminologo campano aveva messo in evidenza come gli animali siano sfruttati non solo per fini economici, ma assolvano ad altre, importanti funzioni: da quella simbolica, che garantisce una sorta di blasone animato ai boss, a quella deterrente – l’alligatore mostrato al debitore insolvente dal camorrista è emblematico, in tal senso – da quella relativa al controllo del territorio, grazie alla quale è possibile bloccare un tratto autostradale per dar vita a una corsa di cavalli, a quella, se possibile, più infame, quella pedagogica, quella volta a portare giovani e potenziali mafiosi verso una sorta di anaffettività, di mancata empatia verso gli animali, giusta la considerazione che, se non sei in grado di ammazzare un animale, non sarai capace di uccidere un essere umano. Sarà questo l’ambito tematico sul quale Troiano si confronterà con i docenti del Piemonte, fornendo, peraltro, anche le cifre nude e crude degli introiti garantiti alle mafie da questo mercato di schiavi non umani.

Questo è, in sostanza, il quadro generale della nuova edizione del corso. A mano a mano che i relatori sopra indicati presenzieranno all’iniziativa, sarà cura dello scrivente fornire i contenuti dei loro interventi, al fine di dare conto ai docenti fuori dal Piemonte e ai lettori interessati al tema quanto dibattuto tra le pareti dell’aula magna del liceo o dinanzi al display di un personal computer.


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