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Ma il cielo è sempre più blu

Basti pensare come blu e azzurro continuino a condizionare la psicologia collettiva...

di Sergej - giovedì 31 dicembre 2020 - 1683 letture

“Ma il cielo è sempre più blu”, cantava Rino Gaetano. Se fosse stato a Roma o ad Atene, nei secoli delle relative civilizzazioni, però, quello che cantava il cantautore italiano della seconda metà del Novecento avrebbe avuto un significato diverso. Perché il colore blu poteva non essere considerato un colore “positivo” così come nel secolo scorso. Ce lo ricorda un esperto e storico del simbolismo come Pastoureau nel suo bel saggio “Blu : storia di un colore”. In ambienti greci e romani, il blu poteva essere segno di malaugurio, segno negativo, evocare sentimenti tristi. Le cose cambiano nei diversi contesti culturali, nel “tempo” e nei “luoghi”, e persino un colore (il blu) può assumere connotazioni diverse. Il saggio di Pastoureau è molto suggestivo.

Basti pensare come blu e azzurro continuino a condizionare la psicologia collettiva. L’azzurro colore dei Savoia ereditato dalle magliette dei giocatori di calcio italiani; il blu scelto da Forza Italia come "colore" ufficiale, da orde di strateghi del marketing e della psicologia sociale.

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Chiara Ferragni in formato Madonna, oggetto di denuncia da parte di Codacons

Noi lo leggiamo in parallelo a un altro libro che ci è capitato per le mani. Questa volta è un catalogo di una mostra, dedicata a un materiale blu per eccellenza: il lapislazzulo. Pietra e colore che ha conosciuto un uso d’arte, per una committenza ricca - la provenienza esotica, lontana geograficamente, imponeva un alto costo e dunque un uso per manufatti di alto investimento e alto valore. Per noi oggi trovare delle pietre blu o una colorazione blu frutto dell’uso della polvere di lapislazzulo sembra quasi normale, passa persino inosservata. Non era così nei secoli passati, quando il lapislazzulo era davvero come l’oro, l’equivalente dell’oro nella pietra e nella pittura.

Il catalogo della mostra è molto bello, non solo per le foto di oggetti e di dipinti, ma anche per l’introduzione in cui si parla degli aspetti materiali e scientifici del lapislazzulo: i luoghi di provenienza, i modi che (attraverso l’analisi spettroscopica) si cerca di determinare l’esatta provenienza e composizione delle diverse varianti di lapislazzulo.

Quello che abbiamo tra le mani è un oggetto prezioso, perché rimanda a un’idea della preziosità dell’arte, l’oggetto d’arte che non era solo il “bel” manufatto, ma che diventava arte proprio perché diventava punto in cui si concentrava la sapienza e le conoscenze di una civiltà - i suoi contatti con il resto del mondo, il desiderio e la speranza, la fede. La bellezza dell’arte è la sua metafora sul piano estetico - bello è ciò che non nuoce, erotico ciò che attrae: su questi due equilibri si è basata la storia di questi manufatti valorizzati dalle classi ricche e utilizzate per l’autopromozione e la propaganda di queste classi negli ultimi secoli.


I libri di cui parliamo:

Blu : Storia di un colore / Michel Pastoureau ; traduzione di Fabrizio Ascari. - 6 ed. - Milano : Ponte alle grazie / gruppo editoriale Mauri Spagnol, 2020. - 237 p., [3] : br. ; 18,5 cm. - Tit.orig.: Bleu. Histoire d’une couleur. - ISBN 978-88-7928-955-9.

Del libro di Pastoureau esiste anche la versione illustrata: costa di più, ma ne vale la pena.

Lapislazzuli : magia del blu / a cura di Maria Sframeli, Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli, Gian Carlo Parodi. - Livorno : Sillabe, 2015. - 391 p., [1] : br. ; 28 cm. - ISBN 978-88-8347-798-0.



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