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La notte è con me - appunti di misticismo

E’ durante la notte che si incontra Dio e la tua vita cambia in maniera radicale

di Emanuele G. - martedì 20 aprile 2021 - 1573 letture

- LA NOTTE E’ IN ME…

Sento a una certa ora della notte che qualcosa mi spinge a uscire di casa e lasciarmi abbracciare dalle ore notturne. E’ un sentimento immanente. Non ha nulla di razionale. Nel mio animo arriva una vibrazione che ti chiama a uscire. Questa vibrazione – come ho già riferito – è immanente. Non ha una componente razionale ovverossia causale. Esplico un atto perché c’è una ragione. L’azione dell’uscire viene così. E’ un impulso. Un impulso che viene da dove? Nel campo dell’irrazionale non c’è un’area di origine o motivazione. Sorgono queste impulsi come i fiumiciattoli che senza avvisare si manifestano in pieno deserto. Senza alcun preavviso noti sorgere di maniera improvvisa l’acqua. Così per miracolo. Senza alcuna spiegazione logica. Non sempre c’è logica in quello che noi facciamo. Avviene, spesso, un fenomeno simile a un lampo di luce. I poeti maledetti francesi Baudelaire, Verlaine e Rimbaud definivano il loro modo di comporre “fulguratio”. Ossia lampo di luce. Ovverossia l’atto di composizione di una poesia in realtà non esiste. Non ci si deve interrogare se il verso debba essere endecasillabo o come avviene l’azione di far combaciare le quartine. Nulla di tutto questo. Si sprigiona un lampo di luce ed avviene l’atto di creazione di un poema. E’ un momento immanente e dura poco. Appena finisce ogni cosa ritorna al proprio posto come se quel lampo di luce (o “fulguratio”) non fosse mai esistito. La poesia come atto di non esistenza. Un quesito certamente interessante e coinvolgente. Così mi succede al momento in cui apro la porta ed esco. Nessun atto deliberato dalla ragione. Arriva l’impulso o lampo di luce ed esco. Se scrivessi che per me è un atto di piacere allora affermerei che c’è una causa che mi spinge a uscire. Non è così. E’ un piacere che si origina da un lampo di luce. Giunge l’impulso ed inizio ad assistere alla maestosità della notte. Rimango parecchio tempo fuori. Scruto il cielo in ogni sua parte. Comprendo se la notte è tranquilla oppure nervosa. Nel corso della notte si ha il piacere di vedere la realtà come tu non sei in grado di notarla di giorno. Io preferisco la notte perché è nella notte che l’essere umano rivela il suo vero essere. Non ci sono le sovrastrutture etiche, logiche, necessarie e utilitaristiche che compongono il giorno. La notte è semplicemente notte. Devi avere solo la volontà di accettarla nel tuo animo e far della notte l’archetipo della tua personalità. Lo ammetto…. La notte è in me ad ogni ora. Odio il giorno. Invece, la notte che gli esseri umani utilizzano stoltamente per riposare è la parte maggiormente vivace e vivificatrice del tuo essere. Ci sei tu, il silenzio e la notte. In questo connubio tu ricevi la potenza magica ed esoterica della notte. Appena esci tu sei trasportato in un’altra dimensione dove sogno, creazione, energia e luce ti permettono di entrare in un contatto ancestrale con le forze che dominano la notte, l’infinito e l’universo. La notte ti fa diventare un essere infinito, mentre di giorno sei solo un essere finito perché chiuso dalle leggi che l’uomo si è imposto per non essere libero. La notte è piena libertà, il giorno no. La notte, lo ripeto, è in me e mi nutre della sua “fulguratio” per essere pronto a ricevere l’infinito in te. Una predisposizione all’infinito che ti rende differente rispetto alla normalità. E’ nella notte che l’uomo trova le radici della sua identità e personalità. Di giorno si muove come un automa. La notte, al contrario, vola libero e sciolto da ogni obbligo morale ed etico. Notte, notte chiamami e in un lampo di luce sarò dentro il tuo nucleo a “vivere vitam (aeternam)”. Tu essere diventi eterno nella notte. Un’eternità che ti rende immortale perché fai parte del ciclo dell’infinito. E quando si è parte di codesto ciclo tu non muori mai. E’ il giorno che ti fa morire, al contrario la notte è vita eterna. Ecco perché la notte è in me. Per essere immortale e gradire il mio essere che dialoga con il Creato mediante l’infinito. Notte, madre mia, porgimi la vita.

- CONTINUAZIONE “LA NOTTE E’ IN ME”

Sento che sia necessario apporre alcune note esplicative a quanto scritto in precedenza sula notte. Il mio scritto si sviluppa attorno ad un assioma ben definito: bisogna finire di agire per “ratio”. L’agire o il pensiero possono benissimo manifestarsi senza la ragione in quanto quest’ultima spesso è un limite che impedisce la liberalità dei nostri comportamenti e pensieri. La ragione è un muro alto e che non può essere scavalcato. Abbiamo dato troppa importanza alla ragione e ci troviamo in una situazione di puro caos. Credevamo che con la “ratio” avremmo raggiunto la felicità. Che errore abbiamo fatto. Lo stesso errore che gli uomini e donne della “Belle Epoque” commisero credendo che non sarebbe più scoppiata una guerra nel vecchio continente. Al contrario la storia diede una lezione di impressionante forza a questa convinzione. Scoppiò la Prima Guerra Mondiale e addio “Belle Epoque”. La medesima cosa sta accadendo ora. Abbiamo così puntato sulla ragione che ci siamo dimenticati dell’uomo. Tutto deve essere ordinato, programmato, preciso e procedimentalizzato. Così si muore. E stiamo morendo. E’ questo mondo in preda della ragione propugnata come strumento della globalizzazione si trova in un abisso senza fine. La ragione, per assurdo e paradosso, crea il caos. Bell’esempio di aporia vero? Ecco perché è urgente al mondo di cambiare registro o archetipo. Non si può più andare avanti così. L’archetipo non deve essere più considerato il giorno figlio degenere della ragione, ma la notte fautrice della “fulguratio” o lampo di luce. La notte è il campo della non-razionalità e l’essere umano ha più chance di essere se stesso. Mentre nel corso della giornata è costretto per “occhio sociale” a indossare una maschera che ne snatura la identità e le precipue caratteristiche temperamentali. E’ nella notte che l’uomo trova quelle condizioni per essere umano. Durante la notte avviene un processo di trasformazione dell’uomo. Esso diventa finalmente libero e sciolto da qualsiasi legame che una società razionale-caotica lo costringe ogni giorno ad assumere come modello di vita. Nella notte nulla di tutto ciò accade. Sei solo tu con la notte. In questo rapporto alchemico fra l’io e la notte avviene la suddetta trasformazione. Direi, persino, trasmutazione. Gli elementi che portano l’uomo a tale dimensione sono diversi. Fra i quali: il silenzio, l’infinito, le stelle, i rumori notturni, i complessi sistemi dinamici dell’universo. E’ una sensazione spirituale di estrema bellezza il silenzio. Nel silenzio tu senti più cose che nel giorno dominato dalla ragione-caos. Il silenzio ti porta all’infinito. Basta che volgi gli occhi sopra di te e noti una distesa buia che sembra non avere confini. Continua per miliardi di ani luce senza un termine. A chiarire la notte ci sono le stelle figlie preferite della notte. Esse irradiano di continui lampi di luce tutto il creato. Di notte ci sono anche i rumori notturni. E’ il rumore della terra e del cosmo che pulsano vita senza cessare per un attimo. L’universo è un sistema estremamente complesso ed pè stato creato per creare i lampi di luce che sono l’energia con cui si muove tutto ciò che esiste nell’universo. Voi umani non sapete quanto sia coinvolgente e affascinante stare a contatto della notte. E’ una “fulguratio” che rigenera il corpo e l’anima. E’ un bagno vivificante che fa rinascere in noi quell’umanità che noi abbiamo contribuito a polverizzare solo perché dovevamo correre – ma dove? – per raggiungere livelli di progresso e civiltà. Dall’analisi della realtà mi pare che non ci siamo. Di progresso e civiltà non ci sono tracce. Tutto è un miraggio pirandelliano. Uomo vai nella notte e non assisterai a un miraggio, ma alla manifestazione della bellezza dell’umanità. Esci uomo e cerca te stesso nella notte.

- LA NOTTE E’ IN ME (CONTINUAZIONE 3)

Nelle pagine che sto scrivendo sulla notte sto cercando di far capire perché la notte mi attragga in maniera sì forte e magnetica. Magnetica è un aggettivo che descrive bene sia la forma di attrazione che la notte esercita su di me che la stessa definizione dell’etimo notte. La notte è magnetica. Sembra che in quel lasso temporale ove il Sole è ospite dall’altra parte del globo, la notte eserciti un’influenza decisiva sul genere umano. Durante la notte avvengono tanti eventi che contribuiscono a formare il carattere dell’uomo in maniera perentoria e per sempre. Sembra che la notte abbia questa funzione. Funzione che il giorno non può avere poiché il giorno non è un momento della vita dell’uomo per riflettere e meditare. Al contrario la notte lo è. Durante la notte un insieme di “fulgurationes” o colpi di luce plasmano di continuo l’io dell’essere umano formandolo alle leggi universali del cosmo e dell’infinito. Sono leggi che hanno come carattere distintivo la piena libertà. Mentre di giorni siamo legati gli uni agli altri alle convenzioni sociali che si trasformano in gabbia per noi…nel corso della notte codeste gabbie scompaiono e l’uomo può vagare finalmente libero sia all’interno del proprio essere che al di fuori di esso per congiungersi in un’unione sacra con l’infinito. Perché è la notte lo strumento principale attraverso cui l’uomo entra in contatto con l’infinito e si unisce ad esso per diventare un “sinolo" ossia un qualcosa di unito fortemente e in grado di esprimere le peculiarità maggiormente rimarchevoli dell’essere umano. Che sia benedetta la notte. Sia benedetto Dio che creò il giorno e la notte. Ognuno di loro con funzioni e dinamiche ben differenti e specifiche. Io – e lo ripeto qui – prediligo la notte in quanto è la dimensione dove ritrovo me stesso e posso dire che il mio io è il mio io. Nel corso delle ore notturne il mio io è un’entità autentica dove la maschera scompare e c’è il vero Emanuele Gentile che sorge. Un Emanuele Gentile pieno di energie e forze che gli derivano dal contatto carnale con la notte e l’infinito. Essere in possesso – grazie alle “fulgurationes” – di energia e forza consente ale varie parti della identità – corpo, animo, anima… - di entrare in contatto con la religiosità mistica della notte. In quel periodo io divento l’autore di un processo di trasmutazione dove avviene un cambio di passo nel mio io un ricambio di quelle sostanze materiali e immateriali che spesso ci rendono la vita grama e triste o persino ipocrita. In quei momenti un’elettricità cosmica attraversa il tuo corpo per illuminarlo di immenso e farlo divenire uno strumento della divinità e di divinità. In quanto l’essere mano è un essere divino. Non potrebbe essere altrimenti in quanto discendendo da Dio ne riceve tutti gli attributi fra cui la divinità. Ognuno di noi è un soggetto divino e codesta condizione la dovremmo usare durante il giorno per migliorare la società in cui facciamo finta di vivere, ma piuttosto indossiamo delle maschere di convenienze per un falso vivere che ci mortifica. Sarebbe venuto il momento di far uscire allo scoperto questa nostra essenza divina che deve diventare il lievito madre per un nuovo mondo dove le leggi della grazia, della pietà, della misericordia, della compassione, della fede e della sacralità hanno l’obbligo di implementarsi nella vita di ognuno di moi al fine di costruire quelle “comunità di grazia” che sono le uniche tipologie associative in grado di portare avanti il credo religioso e di renderlo carne e sangue nella vita di ciascun giorno che Dio ci manda nella sua infinità sapienza. La notte, in breve, è uno strumento in mano del Signore per farci cambiare radicalmente attitudine. Certo la mancanza di luce nel corso della notte potrebbe rivelarsi un problema, ma è un falso problema in quanto la notte è piena di luce. E’ necessario avere fede e lasciarsi trasportare dalle “fulgurationes” che portano in maniera diretta alla divinità che è in noi.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 4^)

La notte non significa che semplicemente è opposta al giorno perché è assente la luce del Sole. Ridurre la differenza fra il giorno e la notte a tale semplice contrapposizione è erroneo e insensato. La notte ha tante delizie che la rendono un momento unico nella vita dell’essere umano. E’ un lasso di tempo dove l’uomo sperimenta nuove dinamiche riguardanti il proprio io che è corpo e anima. Durante la notte il nostro corpo muta fisionomia ed assume un aspetto più in linea con l’infinito che lo circonda. Mentre l’anima si rivela un atout formidabile in quanto permette a noi di essere noi di essere collegati ai cieli che sovrintendono la nostra vita. In questo sincretismo fra corpo e anima si cela la bellezza ineguagliabile della notte. La notte è pura magia. Un qualcosa che non senti in maniera evidente, ma è una “fulguratio” che si insinua in modi sinuosi nel tuo corpo, nella tua mente e nella tua anima. Non è una sensazione per limitare le tue potenzialità. Tutt’altro. E’ quando si esprime il lampo di luce tu avverti che è venuto il momento di oltrepassare quelle barriere che il giorno ti impone, ossia la materialità e le limitazioni. Durante la notte lo spirito è l’essenza stessa della notte accomunato a un senso di libertà infinita. E’ come se avvenisse un procedimento forte e potente di liberazione del tuo io da quelle catene che durante il giorno ti rendono un automa. Inizi a volare nel cielo dell’infinito senza domandarti un perché o un come. La notte è il regno ove la logicità non ha ragion d’essere. Questa costruzione costrittiva non ti dispone a ricevere le forze dell’universo. Anzi le ostacola con riflessi negativi sulla tua personalità e coscienza. La notte è l’esatto contrario. Niuna costruzione costrittiva, ma suo abbattimento per disporre il tuo io ad entrare in contatto immanente con l’infinito che ti circonda ed è in te. Un rapporto diretto si istaura. Il tuo io libero e l’infinito in questo momento preciso sono un’unica cosa. Un meraviglioso sinolo che ha il sapore orgiastico dell’abbandono nelle braccia dell’infinito primo figlio del creto. Yu, allora, durante la notte, viaggi per l’infinito alla scoperta di quei mondi che durante il giorno non vedi o percepisci. Sono i mondi che regolano le dinamiche e le strutture dell’universo e del creato. E tu sei dentro a codesto meraviglioso stato. Uno stato di grazia perché tu hai trasmutato la tua persona da un “accidens” in apparenza composto di pura materialità in un “accidens” di incantata spiritualità. In quei momenti a partire dalla “fulguratio” avviene in te un cambiamento significativo e profondo del proprio essere. E la condizione naturale ed ideale per portare a termine tale processo di cambiamento o trasmutazione è la notte. Notte, notte vieni a me con i tuoi silenzi a librarmi nei cieli eterni dei mondi che sono oltre la nostra misera percezione sensoriale quotidiana. Provate a stare per un po’ di tempo fuori di notte in pieno silenzio. Vi accorgerete che a poco a poco qualcosa cambia in voi. E’ quel lampo di luce che vi sveglia e vi invita a seguire un percorso di trasmutazione per divenire un’unica cosa con ciò che è stato creato da qualche entità superiore che per noi cristiani è Dio. Quando ci troviamo in tale condizione siamo in uno stato di perfezione senza eguali e proviamo sensazioni che mai abbiamo sentito prima tanto eravamo avulsi dal vero durante la nostra vita nel corso del giorno. In quei momenti che tu stai a contatto con la notte il tuo io assume i caratteri della bellezza in quanto sta vivendo instanti unici e irripetibili. E’ come se si trovasse grazie alla notte al centro di una corrente ascensionale che lo porta lontano lontano in territori inesplorati da anima umana. Territori dove il corpo e l’anima – oramai sinolo – hanno incontrato le forze su cui si regge l’intero creato. Forze dietro le quali vi è Dio che è sempre presente in noi in maniera silenziosa e leggiera. Questo la notte comporta. L’incontro fra tutto il tuo io e Dio. Allora ecco che avviene la svolta nella tua vita. Devi essere figlio di Dio sempre e devi implementare il suo volere nella vita terrena di tutti i giorni. Solo così potrai dirti cristiano E l’agente cheha disposto per tale trasmutazione del tuo io ha il dolce nome della notte. Notte come momento per antonomasia della spiritualità umana.

- A NOTTE E’ IN ME (PARTE 5^)

La notte soddisfa il mio bisogno di spiritualità perché sono solo io, il mio io e il creato opera della potenza costruttrice di Nostro Signore. E’ la dimensione che è più pertinente ai miei valori e al mio pensiero sulla vita. Non che non ami il giorno, ma si tratta di un’esperienza che non è nelle mie corde. Non sono attratto dai suoi dinamismi utilitaristici che detesto profondamente. E’ nella notte che mi sento protetto e in contatto diretto e senza muri con Dio stesso. E’ in quei momenti che prego Dio di darmi la forza di essere un suo buon figlio obbediente agli insegnamenti quando passò sulla terra Gesù di Nazareth. Dove lasciò quei germi capaci di dare frutti fecondi e di fondare una religione dallo spazio spirituale universale e santo. In questo mio processo di congiunzione spirituale con Dio mi sovviene le grandi esperienze spiritualistiche della Romania. Terra eletta dal Signore perché è lì che la manna della spiritualità ha trovato un terreno fertile per la sua missione. Quanti esempi la Romania ci ha fornito nel corso del Novecento. Ad esempio, il movimento esicasta che da fuoco e fiamma al Movimento del ”Roveto Ardente”. Nasce dal fatto che anche, purtroppo, in Romania si estendevano le teorie materialistiche di provenienza occidentale che rischiavano di offuscare la grande tendenza alla spiritualità della Chiesa Ortodossa di rito rumeno. Si attualizzano i valori esicasti e della preghiera del cuore, e si sottolinea la dimensione sintetica della cultura romena, quale ponte tra la spiritualità orientale e la latinità occidentale (1). Nascono allora delle riviste che sviluppano e promuovano il Movimento Esicasta. Mi riferisco a “Gandirea” a Bucarest e “Revista Teologica” a Sibiu. Gli intellettuali romeni, dalle pagine di queste due riviste, invitavano ad un confronto di idee riguardanti il vero volto dell’ortodossia: l’unità indissolubile tra il dogma e l’esperienza spirituale, tra l’inaccessibilità di Dio e la sua partecipazione da parte dell’uomo attraverso le energie increate, secondo la dottrina palamita (1). In questo facondo discorso si eleva imperitura la figura del direttore della rivista “Gandirea” Nichifor Crainic. Negli anni ’45-’48, il monastero di Antim, a Bucarest, diventerà il centro di un famoso movimento culturale spirituale, chiamato Rugul Aprine ovvero Il Roveto ardente, al quale parteciperanno molti degli amici di «Gândirea». Stimolati dalla figura prevalentemente misteriosa e mistica dell’esicasta pellegrino Ioan Culâghin, che diventerà l’animatore del «Roveto Ardente», appariranno delle produzioni culturali di profonda ispirazione esicasta. Nel 1958, i membri del gruppo esicasta sviluppatosi ad Antim saranno arrestati e molti di loro troveranno la morte nel gulag comunista romeno (1). In questo ordinamento canonico la preghiera diventa lo strumento di sintesi e simbiotico dell’azione delle persone che si rifacevano agli insegnamenti esiastici e del “Roveto Ardente”. Ma oltre al Movimento del “Roveto Ardente” si staglia la grandiosa figura di Corneliu Zelea Codreanu il leggendario “Capitano” fondatore del movimento legionario rumeno fondato nel 1927 come diretta espressione di una religiosità prepotentemente mistica, ma molto più terrena rispetto al “Roveto Ardente” pur rimanendo mistica in maniera assolutamente screvra di debolezze come dimostrato dal libro faro per ogni legionario ossia “Il Capo di Cuib”. Libro nel quale il Codreanu dava indicazioni chiare e di una fortezza spirituale inossidabile sul come essere un legionario modello che ha nella Romania e in Dio i due punti centrali della sua azione di buon patriota rumeno. Il Codreanu è un gigante in quanto ha imposto un’impronta decisiva sulla storia della Romania della prima metà del Novecento. La sua fine tragica rafforza la sua figura santa che è ben presente nel mio animo. Corneliu Zelea Codreanu, proprio per la vita che ha condotto, è il mio modello/esempio irrinunciabile ed eterno. Con lui la Spiritualità è forza vivificante di vita e di una rigogliosa adesione ai canoni più tradizionali della Chiesa Ortodossa. In sintesi, è da queste due esperienze rumene – “Il Roveto Ardente” e il Legionarismo – che derivano le mie predisposizioni spirituali verso la notte perché è nella notte che lo spiritualismo si radica ancora più fortemente in me forgiandomi in un “sinolo” fra la mia identità di uomo di Dio con Dio stesso.

Emanuele Gentile

Ps: Ho utilizzato alcuni passi dell’articolo “Il movimento esicasta de «Il Roveto Ardente» e il poeta Vasile Voiculescu” di Iuvenalie Ion Ionaşcu (9 maggio 2010). Questi passi sono contraddistinti dalla simbologia (1)

Continua ./..

- La foto è stta presa dal sito: https://www.diocesisora.it/istituto/ufficio-per-linsegnamento-della-religione-cattolica-notiziario-n8/


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