Il potere economico dei dati

La tendenza in atto: negli anni passati alcune aziende private hanno creato un mercato inedito, relativo all’uso del digitale e dell’informatica e delle nuove comunicazioni via Internet (e gli Stati hanno lasciato fare, sornioni). Internet si è sviluppato da insieme di siti e portali sparsi in un pulviscolo di server, alla centralizzazione attraverso il cloud. Il mutamento in atto: in Occidente il cloud è in mano a poche grosse corporation; si sta sviluppando a livello globale una regionalizzazione dell’Internet, con il controllo da parte di alcuni Stati regio-continentali del cloud locale e dell’Internet regionale: la Cina è il caso più emblematico, l’Occidente è solo una di queste regioni. In Occidente già gli Stati Uniti hanno un controllo stretto sulle corporation; negli ultimi anni l’Unione Europea sta tentando di costruire un proprio controllo geo-regionale (in contrasto con l’egemonia statunitense) attraverso una vera e propria guerra commerciale interna. A un livello superficiale, ciò di cui si parla normalmente è l’interesse "economico" che i dati avrebbero, con le prospettive predittive sul comportamento dei consumatori; in realtà il vero punto è il controllo politico delle popolazioni (tutta la vicenda relativa a Edward Snowden è indicativa), e il mutamento di struttura politica che l’occidente sta subendo negli ultimi decenni e che pone la fine degli Stati nazionali occidentali così come si sono sviluppati (la linea "democratica" rooseveltiana) dopo il 1945. Su alcuni di questi aspetti ben venga il webinar tenuto da CGIL su "Il potere economico dei dati".

La diretta dell’iniziativa organizzata dalla CGIL. Ad introdurre i lavori Cinzia Maiolini dell’Ufficio Lavoro 4.0, intervengono: Carlo Batini; Sergio Bellucci; Dario Guarascio e Antonio Nicita. Conclude i lavori la vice segretaria generale della CGIL Gianna Fracassi.

Sulla "scuola pop sui dati digitali" di Batini & C, materiali e video su Centro Riforma dello Stato.