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Il polo oncologico che chiude

100 chilometri per una chemioterapia. Questa la distanza che si troverebbe a percorrere ogni giorno un malato di tumore in provincia di Palermo, dopo la chiusura dell’ospedale Giglio.

di Redazione - mercoledì 14 settembre 2016 - 3689 letture

L’ospedale di Cefalù ha tutti i requisiti per rimanere nella rete regionale ospedaliera come centro di primo livello, perchè serve un bacino di utenti stimato di oltre 600.000 cittadini e registra oltre 23 mila accessi di pronto soccorso.

Cambiate il decreto e non nascondetevi dietro la burocrazia ed in combutta con i "baroni" della medicina.

L’Ospedale di Cefalù è il quinto per numero di ricoveri dell’intera provincia di Palermo, tuttavia secondo il piano preparato dall’ Assessore regionale alla salute Baldassare Gucciardi - originario della provincia di Trapani - Cefalù perderebbe i reparti di oncologia, neurologia, emodinamica, urologia e chirurgia vascolare.

L’assessore non si preoccupa del fatto che un malato oncologico dovrà percorrere 80/100 km prima di poter fare la chemioterapia, ogni giorno, per settimane, per l’assessore siamo solo numeri, non esseri umani.

Migliaia di pazienti, di cittadini dovranno fare i "migranti" sanitari per ricevere le cure necessarie alla sopravvivenza.

ECCO LE 10 DOMANDE PER LA POLITICA REGIONALE E NAZIONALE:

1.Perchè possiamo permetterci stipendi per i dipendenti dell’Ars più alti di quelli del Senato e non un ospedale per le comunità delle Madonie e Nebrodi?

2.Chiudendo l’unità coronarica, come farà un infartuato a raggiungere in "sicurezza" Palermo?

3.Perchè i cittadini della provincia devono essere di serie B?

4.Come sarà la qualità della vita quotidiana per un malato oncologico in chemioterapia?

5.Tra il 2013 e il 2014 sono stati stanziati più di 10 milioni di euro per le indennità di risultato dei 1.737 super burocrati che dirigono i 17.325 dipendenti regionali, perchè non dirottare le indennità sulla Sanità?

6.Gli ospedali hub potranno accogliere tutti e potranno mantenerei gli standard di qualità e dedizione del personale che abbiamo a Cefalù?

7.Le professionalità fino ad oggi formate (medici, paramedici) dove andranno?

8.L’assessore assicurerà trasporti e qualità dei servizi anche ai 3.000 malati di Sla che ogni anno vengono a Cefalù per fare riabilitazione?

9.Perchè noi cittadini della provincia, pagando le stesse tasse, dobbiamo avere meno servizi pubblici di chi vive in città?

10.Con chi e cosa state "barattando" l’Ospedale di Cefalù?

Queste sono solo alcune delle domande che l’assessore dovrebbe farsi prima di stilare un piano di riorganizzazione che impatta profondamente e negativamente sulle nostre vite.

Venga in ospedale, nel reparto di oncologia a spiegare la sua riorganizzazione, a chi lo frequenta tutti i giorni, come ad esempio:

- A Sabrina neo mamma
- A Nonno Giuseppe che viene dalla provincia di Messina
- A Roberto giovane ventenne con tanta voglia di vivere
- etc. etc. etc.

Dopo spiegherà a tutto il personale medico e paramedico, che con dedizione ogni giorni ci dá speranza anche con un sorriso, il perchè delle sue scelte, con l’obbligo di guardarci negli occhi.

Vogliamo l’ospedale di Cefalù nella rete regionale ospedaliera, vogliamo salvarci dall’infarto, vogliamo cure oncologiche.

Gentile Assessore Gucciardi noi vogliamo ragionare "senza demagogia e senza populismo", infatti chiediamo servizi salva vita.

Firma la petizione

Si ringrazia per l’articolo Michele Grisanti via Change.org


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