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Esistono ancora gli eroi?

Sono gli eroi silenziosi delle nostre città invisibili. Non sono superman, non hanno "poteri" soprannaturali, ma sono umani che sanno cos’è l’umanità.

di Redazione - giovedì 12 marzo 2020 - 2134 letture

Eroi silenziosi.

Istruzioni per spezzare il silenzio.

Chi sono gli eroi silenziosi? Quale e quanto valore può essere dato al silenzio di ognuno?

Quanti sarebbero capaci di difendere il debole, o semplicemente, “IL DIVERSO”.

DIVERSO: divèrso agg. e s. m. [lat. divĕrsus, propr. part. pass. di divertĕre «deviare», comp. di di(s)-1 e vertĕre «volgere»]. – 1. agg. Propr., volto in altra direzione, in senso proprio e fig.: seguire vie d.; avere scopi d.; quindi anche alieno, lontano.

DISABILE:1.aggettivo Non abile. 2. aggettivo. Affetto da una minorazione fisica.

Lì nelle nostre strade cammina un uomo che silenziosamente sta percorrendo la stessa tratta dell’uomo chiamato “diverso”, “colui che ci va invaso”, quell’uomo è un ipovedente.

L’altro, invece è arrivato da poco nel nostro territorio, a malapena sa parlare l’italiano, è un altro mondo, un nuovo mondo, lontano dal timore e dalla paura delle bombe, lontano dalla morte e dalla fame.

Due uomini diversi, ma così inconsapevolmente uguali nello stesso mezzo pubblico.

E’ quanto accaduto in una delle nostre città siciliane, un extracomunitario in viaggio e sprovvisto di biglietto è stato difeso da un padre di famiglia disabile durante un’animata discussione con chi vigila nei nostri mezzi pubblici.

Chi è il diverso?

Chi il disabile?

Quanti avrebbero la forza e il coraggio di spezzare il loro silenzio per difendere un perfetto estraneo.

Questa storia è la perfetta dimostrazione del valore di ogni singola parola e di quanto la sprezzante indifferenza dilaghi tra il silenzio delle nostre città. Una singola parola può demolire e alleviare come balsamo il cuore umano e la solitudine che non solo il diverso ma il genere umano possa provare.

Tutti siamo umani, e tutti possiamo essere il padre di famiglia che si è armato facendosi multare.

Per aver difeso uno sconosciuto.



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