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Artur Garibáldi e la Gazeta de Felgueiras

Una delle più belle riviste europee: un semplice foglio, un carattere antico, la fermezza della verità: La Gazeta de Felgueiras.

di Sergej - venerdì 20 dicembre 2019 - 4615 letture

Ho sempre considerato la Gazeta de Felgueiras tra le più belle testate giornalistiche e letterarie europee. È stata una infatuazione, la mia, di lunga durata e abbastanza lontana nel tempo. Nei primi anni Ottanta del secolo scorso mi trovavo a Senigallia a svolgere un lavoro di volontariato presso una associazione ambientalista, che aveva anche una piccola biblioteca ed emeroteca. E ricevavamo ogni tanto questi foglietti di carta giallognola. La Gazeta appunto. Nessuno di noi sapeva il portoghese, la mettevamo assieme alle altre riviste senza neppure leggerla. Mi sono sempre chiesto come avesse fatto una rivista letteraria come questa ad arrivare fino nelle Marche, a Senigallia. Strane affinità, tra libertari. Perché quella di Garibáldi era una rivista libertaria, e proveniva da un Paese, il Portogallo, che ancora in Italia non conoscevamo neppure. Negli anni Ottanta c’erano ancora dogane e monete diverse tra i vari Paesi europei. Le comunicazioni erano ancora difficili. Sapevamo naturalmente del regime, e di quella strana rivoluzione democratica avvenuta nel 1974 con i garofani rossi: un raggio di sole in un’Europa ancora nel pieno della contrapposizione tra Est e Ovest, e in Italia la crisi economica e la strategia della tensione, la mafia al Sud e il governo corrotto a Roma.

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Gazeta - particolare tipografico

La Gazeta, rispetto alle riviste colorate che facevano parte dell’emeroteca dell’associazione, era qualcosa di atipico. Di antico. Un semplice foglio, con i font utilizzati stampati con l’inchiostro grasso, buono per quel tipo di carta ruvido - come ormai non si usava più da tempo in Italia. Una civiltà tipografica fatta di filetti, di uso di font diversi, di piccoli orpelli e abbellimenti grafici. Roba antica che rimandava alle radici stesse della tradizione tipografica e giornalistica, ai primi “fogli di protesta” e di controinformazione dell’Europa che aveva appena scoperto l’arte della stampa tipografica. Semplicemente affascinante.

Era, quella della Gazeta, una voce che sembrava provenire non solo da un Paese lontano, ma da un tempo remoto.

In questo fine 2019, avendo finalmente un po’ di tempo, mi ero messo a risistemare la raccolta dei giornali del Centro di Documentazione legato al nostro giornale, Girodivite, ed ecco che saltano fuori alcune copie della Gazeta - debitamente protetti nel corso di questi anni e conservati. E riemerge intatto il piacere di avere tra le mani questo oggetto antico che era la Gazeta. E poter finalmente tributare il mio doveroso omaggio al suo direttore, Artur Garibáldi, sperando che possa essere introdotto degnamente presso il pubblico di lingua italiana che lo sconosce.

Il suo è un cognome che a noi italiani (e siciliani) evoca molte cose. In realtà non so che relazione ci sia tra i Garibaldi originari di Nice (Nizza) e questi Garibáldi portoghesi. Posso però dire che, in anni di oppressione e di dittatura Artur Garibáldi fu un galantuomo, uno con la schiena dritta e le idee rette. Un nostro compagno.

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Artur Garibáldi

Nato a Braga il 27 novembre 1913, era dunque di una decina d’anni più anziano di un altro grande intellettuale e libertario, José Saramago (che era nato il 16 novembre 1922 a Azinhaga, ora nella municipalità di Golegã: siamo nella parte centrale e interna del Portogallo). A Felgueiras - siamo sempre all’interno del Paese, ma nel nord, nel distretto di Porto - il nostro Artur Garibáldi si trasferisce nel 1952 [1] e vi starà fino alla morte, avvenuta il 10 agosto 1992. A Felgueiras si dedicherà con passione al giornalismo: prima fondando e occupandosi del Jornal de Felgueiras, che seguirà per vent’anni. Poi se ne uscì, in dissidenza con la linea editoriale del Jornal, e fondò nel 1983 la Gazeta de Felgueiras. È stato scrittore, poeta oltre che giornalista, ha pubblicato una cinqnantina di libri. Ed è stato attivista dell’MDP/CDE (Movimento Democrático Português / Comissão Democrática Eleitoral: il Movimento Democratico Portoghese unito alla Commissione elettorale democratica) che fu tra le maggiori organizzazioni democratiche di opposizione, prima del 25 aprile 1974 ed è una delle fonti ideologiche degli attuali partiti della sinistra portoghese. Nel 1977 fu candidato sindaco a Felgueiras, nelle liste del FEPU (Frente Eleitoral Povo Unido) che univa Partito Comunista, socialisti e democratici del MDP/CDE [2]. Di lui ha lasciato un bel ritratto il giornalista Mário Adam Magalhães, anche lui di Felgueiras [3]. Artur Garibáldi ha saputo dare molto alla sua città adottiva, Felgueiras, e al Portogallo.

Attraverso il suo foglio riusciva a intrattenere rapporti non solo regionali - in Galizia -, ma internazionali: con SudAmerica ed europa. Il suo foglio aveva carattere letterario, riusciva ad avere collaborazioni di valore e internazionali.

Il motto della sua Gazeta era: “Antes quero sofrer por dizer a verdade, do que fazer sofrer a verdade com o meu silêncio. – John Pym” (Voglio soffrire per aver detto la verità piuttosto che soffrire la verità con il mio silenzio. - John Pym).

Un grande uomo.


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Gazeta de Felgueiras pag01
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Gazeta de Felgueiras pag02

[1] Queste a altre poche informazioni grazie all’articolo: https://www.expressofelgueiras.com/felgueiras-amigos-e-familiares-homenageiam-poeta-e-jornalista-a-garibaldi/

[2] Vedi: https://pt.wikipedia.org/wiki/Frente_Eleitoral_Povo_Unido

[3] https://bomdia.eu/eu-e-a-gazeta-de-felgueiras/


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