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Anche noi ci saremmo messi a ballare dalla gioia

Un’altra testimonianza sulle attività di assistenza medica della Ong Emergency nel mondo.

di Redazione - mercoledì 4 settembre 2019 - 1879 letture

Quando l’abbiamo ricevuta per la prima volta nel Centro pediatrico di Port Sudan, Nora Idris era severamente malnutrita e, a causa della carenza di vitamina A nel suo organismo, era infastidita anche dalla luce che colpiva i suoi occhi.

Era talmente stremata che non riusciva più né a mangiare né a camminare. Sul suo corpo c’erano i segni di piaghe, arrossamenti, e gli effetti della gastroenterite e della disidratazione.

Aveva solo 3 anni; con lei c’era sua nonna, che insieme alla nipote aveva compiuto un viaggio di oltre 4 ore per raggiungerci. Senza di lei, che le è rimasta a fianco per tutto il tempo, forse non ce l’avrebbe fatta.

La sua famiglia fa parte della comunità Beja, una minoranza etnica di nomadi e pastori che abita in nord Africa e in Sudan.

È stata ricoverata nel nostro Centro per un mese intero. Durante il periodo di cure, Nora Idris ha ricominciato a mangiare; nella sua prima visita di controllo dopo le dimissioni abbiamo visto che aveva recuperato peso e stava meglio.

Non solo: Nora Idris si è messa anche a ballare. E, guardandola, anche noi avremmo ballato dalla gioia insieme a lei.

Il Centro pediatrico di EMERGENCY a Port Sudan è co-finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

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Il Sudan sta attraversando una gravissima crisi economica, legata alla forte inflazione e alla riduzione dei sussidi statali che ha determinato il raddoppio dei prezzi del pane, della benzina e dei generi di prima necessità. L’attuale situazione, sommata alle difficoltà di accesso ai farmaci essenziali, alla scarsità di personale medico e di servizi sanitari gratuiti, rende le cure mediche inaccessibili per una larga fetta di popolazione. A fine febbraio 2019, in seguito ai disordini in molte parti del paese, è stato dichiarato lo stato di emergenza.

A giugno 2019, scontri violenti hanno causato morti e feriti nelle strade a causa delle proteste riprese in tutto il Paese. I nostri ospedali rimangono aperti e stiamo facendo tutto il possibile per garantire il nostro standard di cure ai pazienti.

In Sudan offriamo cure gratuite ai bambini fino ai 14 anni nei Centri pediatrici di Mayo e Port Sudan, dove svolgiamo anche numerose attività di prevenzione e di educazione igienico-sanitaria. Nei primi mesi del 2017, su richiesta dei ministeri della Sanità Federale e del Red Sea State, abbiamo aperto e gestito a Port Sudan un Centro per il contenimento e cura dei pazienti affetti da Acute Watery Diarrhoea.

E in Sudan abbiamo aperto anche il Centro Salam, un ospedale cardiochirurgico dove abbiamo finora operato persone provenienti da oltre 28 Paesi. Gratis, come sempre.

Da agosto 2018 stiamo effettuando lavori di ristrutturazione in vista della riapertura del nostro Centro Pediatrico di Nyala, capitale dello stato del Sud Darfur.


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