35 anni di Internet

A Tokio 227 persone per la Rai – C.I. a Repubblica – Italiani sempre più “appesi” al telefonino – Solo la Russia ci batte per le minacce ai giornalisti

di Adriano Todaro - mercoledì 5 maggio 2021 - 1171 letture

35 ANNI DI INTERNET - Esattamente 35 anni fa, il 30 aprile 1986, l’Italia si collegò, per la prima volta, a Internet. Lo strumento che ormai usiamo tutti i giorni e che non potremmo più farne a meno, è partito dal Centro universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa. Siamo stati tra i primi in Europa e il primo collegamento avvenne fra Pisa e la stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. Un grande lavoro per gli scienziati italiani, in collaborazione con lo sviluppo di Arpanet (la rete della difesa militare americana) e la collaborazione con alcuni padri di Internet come Robert Khan e Vinton Cerf. In tutto il 2020, anno della pandemia, c’è stato un boom di domini .it: ne sono stati registrati 592.821, il 13,2% in più rispetto al 2019.

ITALIA MAGLIA NERA ‒ Siamo al secondo posto, dopo la Russia, per il numero di segnalazioni su attacchi fisici contro i giornalisti nel 2020, seguita dalla Serbia e il Regno Unito. Lo evidenziano i dati pubblicati nel rapporto annuale preparato dalle 14 organizzazioni internazionali di giornalisti incaricate dal Consiglio d’Europa di gestire la piattaforma su cui sono pubblicate le segnalazioni di attacchi alla stampa nei 47 Stati membri, tra cui anche Turchia, Azerbaijan, Ungheria e Polonia. Per l’Italia, sulle 11 segnalazioni pubblicate nel 2020, 6 riguardavano attacchi fisici contro giornalisti. Tra i casi ci sono l’attacco a una troupe di Sky Tg 24 a Napoli durante una manifestazione anti lockdown, quello al giornalista Mimmo Rubio anche lui vittima di manifestanti anti lockdown, e gli attacchi a diversi giornalisti mentre seguivano le proteste dell’estrema destra a Roma nel giugno 2020. Il numero di segnalazioni di attacchi fisici sui giornalisti negli Stati membri è raddoppiato tra il 2016 e il 2020, passando da 24 casi a 52.

OPEN DI MENTANA: IL DIRETTORE SI DIMETTE ‒ Dopo un anno, Umberto La Rocca si è dimesso da Open, il sito di informazione online di Enrico Mentana. Lanciato nel 2018, La Rocca è il quarto direttore che se ne va in due anni e mezzo. La Rocca, cronista politico e capo del servizio Politico al Messaggero, vicedirettore alla Stampa, direttore al Secolo XIX, capo della redazione torinese del Corriere della Sera. Carattere difficile, molto esigente. Secondo Professione Reporter, Mentana è preoccupato per i costi di Open, che cadono sulle sue spalle e vorrebbe tagliare, La Rocca è convinto che solo con nuovi investimenti il sito potrebbe raggiungere una tranquillità economica e quindi cominciare a guadagnare. Le cifre dei primi anni descrivono una perdita di oltre 400mila euro nel 2019, dimezzata però a poco più di 200mila nel 2020. Nel frattempo, gli utenti unici al giorno sono passati da circa 200mila nel 2019 a quasi 600mila nel 2020. Va ricordato tuttavia che Open non si è mai iscritto alle certificazioni di Audiweb. Ora la direzione potrebbe passare a chi ha già diretto il sito nel passato come Sara Menafra, con la supervisione di Mentana. O, ancora, un impegno deciso del fondatore nella quotidianità del sito.

PREPENSIONAMENTI A REPUBBLICA ‒ Almeno 50 prepensionamenti sono stati annunciati da Gedi a Repubblica. Il provvedimento – riporta Prima Comunicazione – dovrebbe interessare i giornalisti con 62 anni di età e con almeno 25 anni di contributi entro il 2022. Il nuovo esodo interesserà gli ultimi sopravvissuti della generazione della fondazione del quotidiano e gran parte della successiva, con influenze sull’organizzazione del lavoro in redazione che si aggiungeranno a quelle derivanti dall’accordo raggiunto alia vigilia di Pasqua, destinato ad avere un impatto davvero importante sull’intero settore.

137 MILIONI PER GLI EVENTI SPORTIVI ‒ Ben 137 milioni di euro. È quanto la Rai spenderà nel 2021 per i diritti Tv dei grandi eventi sportivi. A partire dalle Olimpiadi di Tokyo (40 milioni) e dagli Europei di calcio (70 milioni). In partenza per il Giappone ci sono 71 persone: 45 tra giornalisti e telecineoperatori; poi ci sono 11 opinionisti; e il resto è personale di segreteria. In totale, compreso anche il personale di produzione, la spedizione Rai sarà di 227 persone.

GIORNATA TECH PER GLI ITALIANI ‒ Secondo un’indagine, la giornata degli italiani sembra così scandita: radio digitale appena svegli, pranzo veloce mentre si “scrollano” le news sullo spartphone, serie Tv dalla piattaforma on demand e lettura di e-book prima di dormire. Se è così non è certo una vita entusiasmante. La ricerca ci fa anche sapere che le famiglie hanno 7 device, smartphone sopra tutti. Se 1 italiano su 3 accende la radio tradizionale di mattina e 1 su 2 la TV di sera, soprattutto a cena e dopo cena, tutti sono invece decisamente rapiti dallo smartphone in ogni momento della giornata: è l’unico device davvero onnipresente, che ci affianca dal risveglio (57%) al dopocena (60%), fino al momento di andare a dormire (39%), con picchi di utilizzo che superano il 70% nel corso della mattinata e del pomeriggio. Non solo. Sembra che queste abitudini non cambino quando non si lavora: una buona dose di smartphone anche nel weekend, con quasi 1 intervistato su 3 che lo usa pure a pranzo e cena. Riconfermiamo: non è proprio una gran bella vita.


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