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Una persona un voto. La campagna nonviolenta e antirazzista di Peppe Sini

"Vi e’ un modo per sconfiggere la barbarie razzista che monta: riconoscere subito il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese."

di Peppe Sini - venerdì 21 luglio 2017 - 5695 letture

UN’INIZIATIVA NECESSARIA. UN APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI VOLONTA’ BUONA. CON PREGHIERA DI SOTTOSCRIZIONE E ULTERIORE DIFFUSIONE

La barbarie razzista in Italia cresce soprattutto perche’ vi sono forze politiche guidate da inquietanti demagoghi che la promuovono, e non pensano che la barbarie che per meschini ed ignobili calcoli suscitano ed alimentano produrra’ inevitabilmente violenza e disperazione, sofferenze crescenti a innumerevoli innocenti, e puo’ trarre a rovina il nostro paese come gia’ accadde con il fascismo (restano indimenticabili le riflessioni che Hannah Arendt svolse ne Le origini del totalitarismo).

Vi e’ un modo per sconfiggere la barbarie razzista che monta: riconoscere subito il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.


Innanzitutto il diritto di voto nelle elezioni amministrative: come proposto dall’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia che da anni ha predisposto un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita’". E almeno sul diritto di voto per tutti i residenti nelle elezioni amministrative nessuna persona onesta e ragionevole puo’ aver nulla da obiettare.

Ebbene, almeno alla Camera dei Deputati, dove i parlamentari non razzisti sono ancora sicuramente la maggioranza, si porti immediatamente alla discussione e al voto il progetto di legge elaborato dall’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia e lo si approvi: sarebbe un atto di democrazia, di civilta’, di resistenza alla disumanita’.


Ma anche, e decisivamente, il diritto di voto nelle elezioni politiche: anni addietro con modifica costituzionale si riconobbe tale diritto anche ai discendenti di famiglie italiane che vivono in altri paesi del mondo, persone che talvolta non hanno mantenuto nessun concreto significativo legame con l’Italia e che talvolta pressoche’ tutto ignorano della reale situazione italiana odierna; ebbene, a maggior ragione tale diritto deve essere riconosciuto a tutti coloro che in Italia stabilmente vivono, in Italia lavorano e pagano le tasse, contribuiscono concretamente al benessere del nostro paese.


Chi scrive queste righe molti anni fa coordino’ per l’Italia una rilevante campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.

Sostenevo allora che l’apartheid non era un residuo del passato, ma un progetto per il futuro, per imporre la barbarie razzista sull’umanita’ intera; e quindi l’eroica lotta antirazzista dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in Sudafrica stava difendendo anche la nostra liberta’, la nostra dignita’ umana, e pertanto non eravamo noi ad essere solidali con loro, ma loro che lottavano per difendere tutti noi, per l’umanita’ intera. Il regime dell’apartheid e’ stato sconfitto in Sudafrica, ma si sta imponendo in Europa. Aveva ben ragione Bertolt Brecht quando scriveva che i popoli del mondo avevano sconfitto il nazismo, ma il ventre di quella bestia era ancora fecondo.


La democrazia si difende con la democrazia, e il suo principio fondamentale e’ "una persona, un voto".

A chi condivide queste considerazioni chiedo di sottoscrivere e diffondere la richiesta che il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia, cosi’ come e’ scritto nell’"appello all’Italia civile" promosso da innumerevoli illustri personalita’, primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, appello che testualmente recita:

"Un appello all’Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e’ il principio "una persona, un voto"; l’Italia essendo una repubblica democratica non puo’ continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all’Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e’ ora".

Per adesioni: centropacevt@gmail.com, crpviterbo@yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini@camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso@senato.it


Ogni vittima ha il volto di Abele.

Occorre opporsi alla barbarie razzista.

Occorre difendere la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani.

Una persona, un voto.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che coordina l’iniziativa dell’appello all’Italia civile "Una persona, un voto", concludendo oggi un digiuno nonviolento

Viterbo, 20 luglio 2017

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: crpviterbo@yahoo.it, centropacevt@gmail.com


Una minima notizia sull’estensore di questa lettera

Peppe Sini ha fondato negli anni ’70 del secolo scorso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo. Negli anni ’80 ha coordinato in Italia la principale campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha organizzato il primo convegno nazionale di studi su Primo Levi all’indomani della scomparsa del grande testimone della dignita’ umana. Dal 2000 redige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e’ in cammino". Coordina l’iniziativa dell’appello all’Italia civile "Una persona, un voto" di cui sono primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, appello al quale hanno gia’ aderito oltre a migliaia di cittadini anche centoquaranta parlamentari di varie forze politiche. Crede che ogni essere umano abbia diritto alla vita, alla dignita’, alla solidarieta’.



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