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Scontri a Mondragone: quando i diritti non sono riconosciuti

L’unico modo per far sì che non si creino questo tipo di situazioni è agire prima, garantendo alle diverse categorie di migranti un permesso di soggiorno, un contratto regolare di lavoro, la possibilità di ottenere la residenza e di conseguenza di richiedere un medico di base presso il quale curarsi.

di Redazione - sabato 27 giugno 2020 - 2260 letture

“I disordini di Mondragone che oggi stupiscono tutti sono la conseguenza tangibile dell’invisibilità istituzionale in cui si trovano a vivere migliaia di persone in questo territorio. L’unico modo per far sì che non si creino questo tipo di situazioni è agire prima, garantendo alle diverse categorie di migranti un permesso di soggiorno, un contratto regolare di lavoro, la possibilità di ottenere la residenza e di conseguenza di richiedere un medico di base presso il quale curarsi. Riconoscere diritti per noi rappresenta l’unica soluzione possibile.”

Così Sergio Serraino, referente dell’ambulatorio di EMERGENCY nella vicina cittadina di Castel Volturno, interviene sui disordini avvenuti attorno alle palazzine ex Cirio di Mondragone, dove è stato individuato un nuovo focolaio di Coronavirus.

Dal 2013 EMERGENCY ha attivato a Castel Volturno servizi di medicina di base e specialistica, educazione sanitaria e orientamento socio-sanitario per facilitare l’accesso al sistema sanitario a chi ne ha bisogno. Finora ha erogato oltre 56 mila prestazioni per un totale di 9.749 beneficiari.

La costa Domiziana è una delle zone a più alta presenza di migranti in Italia. Molti sono spesso disoccupati che faticano a trovare un lavoro anche a causa delle problematiche di un territorio difficile; altri sono invece impiegati nell’edilizia e nell’agricoltura, spesso in condizioni di pesante sfruttamento.

In questi anni EMERGENCY ha notato che l’esclusione di fatto dal Servizio Sanitario Nazionale provocata dalla mancanza di un regolare contratto di lavoro e quindi dalla possibilità di ottenere la residenza ha compromesso sostanzialmente il diritto alla cura per molti dei migranti comunitari presenti sul territorio.

“Conosciamo quella realtà, in questi anni sono passati dal nostro ambulatorio circa 70 pazienti bulgari di quell’area. Per la maggior parte si trattava di bambini, dato che la regione Campania non permette ai figli dei cittadini della Comunità Europea non residenti in questi comuni di ottenere un pediatra di libera scelta. Anche per questo diciamo che, in un contesto di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, garantire un medico di base è nell’interesse di tutti perché rappresenta il mezzo più efficacie per tutelare la salute pubblica,” ha concluso Serraino.


EMERGENCY è un’associazione indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Da allora EMERGENCY ha curato oltre 10 milioni di persone, una ogni minuto. EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.


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