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Le donne ucraine si ribellano!

Importante iniziativa del movimento femminista Femen contro lo squallido fenomeno del turismo sessuale in Ucraina

di Emanuele G. - lunedì 24 agosto 2009 - 2327 letture

Anche nei paesi dell’Europa dell’Est si sta prendendo coscienza dei propri problemi sociali. Con l’intento non solo di denunciarli, ma di sviluppare tutte quelle forme di cittadinanza attiva capaci di eliminarne le cause di origine.

Una delle piaghe più squallide è certamente quella rappresentata dal c.d. “turismo sessuale” che in Ucraina raggiunge picchi di autentica emergenza sociale. Infatti, il movimento femminista ucraino Femen fondato da Anna Hutsol ha calcolato che il 75% delle prostitute europee in attività sia proveniente da quel paese! E che almeno il 40 % delle studentesse universitarie si paghino gli studi vendendo il proprio corpo. Dati statistici drammatici che ci impongono di riflettere seriamente sui modelli valoriali e sui modelli dinamici delle società contemporanee post-industriali.

Su questo problema il movimento Femen ha iniziato un’intensa campagna di sensibilizzazione non solo in patria, ma anche in Europa e negli Stati Uniti.

Il primo passo è una lettera aperta per boicottare gli imminenti festeggiamenti per l’indipendenza dell’Ucraina. Con una motivazione indovinata e precisa. Cosa c’è da festeggiare quando ampi settori della popolazione femminile vedono i propri diritti calpestati ogni giorno? Un interrogativo davvero forte. Inquietante oserei dire.

Ma non c’è solo questa lettera aperta. Il movimento Femen sta da diverso tempo attivando alcune iniziative. Eccole presentate in modo sintetico:

“Subway – Movement - Life”. Azione progettata assieme alla direzione della metropolitana di Kiev per diminuire i casi di violenza sessuale;

“No Water in the Tap – I Wash in Maydan”. Azione tesa a vietare alcune pratiche fortemente lesive della dignità femminile operate in alcuni ostelli di Kiev;

“Ukraine is not a Brothel”. Un programma nazionale contro il turismo sessuale in Ucraina.

“A Letter to the Minister”. Un appello al governo affinché decida pene severissime per chi commette turismo sessuale in Ucraina;

“Bromide Deactivation Action”. Picchetti fuori dall’ambasciata di Turchia in Ucraina in quanto sono proprio i turchi i maggiori responsabili del turismo sessuale in Ucraina;

“Dirty Games”. Azione tesa a sensibilizzare sull’argomento i candidati delle prossime elezioni parlamentari in Ucraina;

“Civil Solidarity Action “A Rescue Boy”. Azione in favore dei marinai ucraini tenuti in ostaggio dai pirati somali;

“No More Games, Mr Gainer”. Azione di sensibilizzazione nei confronti delle autorità governative americane affinchè blocchino le attività del signor David Gainer, il principale organizzatore americano di giri turistici a carattere sessuale in Ucraina. Le stesse dovranno far estradare il succitato signor Gainer in Ucraina.

L’insieme delle succitate azioni costituiscono la base di diversi programmi aventi l’obiettivo di assicurare condizioni dignitose di vita alle donne ucraine in ogni ambito: casa, scuola, lavoro, tempo libero e vita sociale.

Ecco perché il Centro Studi Est Europa che dirigo ha deciso di supportare il movimento Femen in quanto le battaglie sui diritti civili sono un obbligo morale di tutti noi. Anche se il problema è distante, dal punto di vista geografico, da noi. Un’Europa più giusta, libera e democratica nasce da un quotidiano impegno sulla dignità della persona umana.

Contatti/Per saperne di più:

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