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La Repubblica Moldava di Pridnestrovie: buco nero, avamposto russo e museo storico dell’URSS

Alla scoperta della Moldova - parte seconda

di Giovanni Cadioli - venerdì 19 febbraio 2010 - 2734 letture

Tra Moldova ed Ucraina esiste uno stato che non esiste.

Batte moneta, rilascia passaporti; indice elezioni formalmente democratiche e possiede forze militari e di polizia.

Questo stato è la Република Молдовеняскэ Нистрянэ, la Repubblica Moldava di Pridnestrovie, PMR.

L’area della Repubblica è di 4,163 km2; per intenderci, l’area della Città di Mosca è 1,081 km2. La popolazione della PMR si aggira sul mezzo milione di individui (quella di Mosca è di dieci milioni superiore).

La PMR è una Repubblica Presidenziale uni-camerale; massima carica è il Presidente della Repubblica (che è anche Comandante in Capo delle Forze Armate). Il governo è guidato dal Vice-Presidente.

Il parlamento, il cui nome nella traduzione italiana ‘politicamente corretta’ suona “Consiglio Supremo”, si chiama “Верховного Совета ПМР”, valesi a dire “Soviet Supremo della PMR” (la traduzione di Soviet è, d’altronde, “consiglio” o “assemblea”. Alle orecchie occidentali però, le due traduzioni suonano ben diverse.

Parlando in teoria il sistema, sempre teoricamente, democratico della PMR è multi-partitico; bi-partitico, per la precisione. Nel senso che i due partiti che da sempre si contendono la maggioranza nel Soviet Supremo sono “Repubblica” e “Rinnovamento”. Parlare di differenze ideologiche tra i due soggetti è abbastanza arduo; entrambi pongono alla loro base l’identità statale della PMR e quel genere di conservatorismo alla russa che non può essere ascritto né alla destra né alla sinistra (intese in maniera occidentale). E’ interessante però che “Rinnovamento” sia stato registrato ufficialmente come partito politico nel 2006; ancora più interessante è che nelle elzezioni per il Soviet dell’anno prima abbia scalzato dalla maggioranza “Repubblica”, partito che governava dal 1992.

Il cambiamento è però più di facciata che di altro; “Repubblica” è il partito del Presidente della Repubblica, Igor Smirnov, che è presidente dal 1990 (vincendo anche alle Presidenziali del 2006).

Non è però vero che il cambio di maggioranza al Soviet non sia fatto per nulla sentire; su iniziativa di del Presidente Smirnov è iniziata l’anno scorso un processo di revisione della Costituzione. L’idea era di renderla più simile e compatibile con quella russa (a tal proposito sono stati compiuti anche passi eminentemente simbolici, come adottare la “Bandiera della Vittoria” della Federazione Russa - quella rossa con falce e martello dell’unità che conquistò il Reichtag a Berlino, ossia la 150° Divisione Fucilieri “Idritskaya” Ordine di Kutuzov II° classe, 79° Corpo Fucilieri, 3° Armata d’Assalto, 1° Fronte Bielorusso -, che viene portata in trionfo il Giorno della Vittoria).

Vari costituzionalisti russi avevano però sconsigliato tale progetto alla PMR ed infine la maggioranza parlamentare di “Rinnovamento” ha bocciato la proposta di riforma al Soviet.

Gli altri due partiti storici della PMR, insieme con “Repubblica” sono il “Partito Comunista di Pridnestrovie” e il “Partito Comunista Pridnestroviano”. Il primo è un micro-partito dell’ex ala dura comunista, quella che oggi in Russia è esterna al KPRF (“Partito Comunista della Federazione Russa”, secondo partito russo) e frammentata in decine di minuscoli partiti comunisti, operaisti e rivoluzionari. Non a caso il “Partito Comunista di Pridnestrovie” è internazionalmente affiliato al “Partito Comunista dell’Unione Sovietica” guidato da Oleg Shenin (egli scisse “a sinistra” questo movimento dall’omonimo organismo di coordinazione dei PC dell’ex URSS, Presieduto dal segretario del KPRD, Zjuganov; questa scissione, come tutte quelle subite dal KPRF non ne hanno minimamente indebolito la forza, inoltre con la morte di Shenin stesso questa scissione è virtualmente venuta meno).

Il “Partito Comunista Pridenstroviano” è, per contro, meno ortodosso e leggermente più competitivo; unico candidato ad opporsi a Smirnov nel 2066 fu il comunista Nadezhda Bondarenko, che si attestò sull’8% dei consensi.

Nel 2006-2007 il panorama politico della PMR si è arricchito di molti micro-soggetti politici, socialdemocratici, populisti e liberali; nessuno di essi ha la minima influenza dal punto di vista elettorale.

Elemento caratteristico della PMR è che, in una ipotetica gara a chi assomiglia di più ad una Repubblica membra dell’ex URSS, vincerebbe di certo il primo premio. La bandiera della Repubblica ha mantenuto il verde e rosso della bandiera della fu RSS di Moldavia; non manca inoltre, nel classico angolo in alto a sinistra la falce e martello con stella color oro. Il simbolo di stato è un salto nel passato ancora maggiore: granturco, grappoli d’uva, il sole che sorge, fasce di stoffa rossa e la classica e centrale falce e martello. Un perfetto simbolo da Repubblica Socialista Sovietica.

Ed in effetti, proprio con questo nome la PMR nasce; con la dichiarazione d’indipendenza del 1990 viene costituita la “Repubblica Socialista Sovietica Moldava di Pridenstrovie” [1].Con la caduta dell’URSS il nome della Repubblica è cambiato, ma la falce e martello sta ancora lì (ultima al mondo, peraltro, se si esclude la versione africana della falce e martello, presente nella bandiera angolana e il kalashnikov incrociato con la zappa nel simbolo di stato del Mozambico. La classica simbologia sovietica è ancora presente nel simbolo della Bielorussia, che ha però rimosso la falce e martello, mettendo al suo posto il perimetro, in rosso, della nazione).

Come in tutto l’est ex-sovietico la PMR trabocca di simbologia sovietica; davanti al Soviet Supremo sta Lenin, sguardo teso verso il futuro. Ma di che ci si stupisce? La Duma russa sta nel palazzo dove alloggiava il Gosplan; sotto il tricolore federale campeggia un enorme e granitico simbolo dell’URSS. Stessa storia per il Ministero degli Esteri, vicino alla Arbat; il simbolo dell’URSS lì è ancora più grande. Anche davanti al Parlamento bielorusso troviamo una enorme statua di Vladimir Il’ich, mai rimossa.

Nella PMR però ci sono ancora sulle strade i cartelloni recanti gigantesche falci e martello, o le riproduzioni di vecchie onorificenze sovietiche.

La PMR, in fatto di mantenimento di elementi sovietici, ‘pecca’ sul lato dei servizi segreti; infatti la Bielorussia si fregia ancora del mai disciolto KGB. Uguale discorso vale per l’appena indipendente Ossezia del Sud, i cui servizi segreti portano ancora il vecchio nome sovietico.

La PMR consta del “Министерство Государственной Безопасности”, ossia del “Ministero per la Sicurezza Statale”, sigla MGB. Cercando nella storia sovietica troviamo questo Ministero, di breve vita, tra l’NKVD (“Commissariato del Popolo per la Sicurezza Statale”)e l’MVD (“Ministero per gli Affari Interni”).

La simbologia comunque ‘non delude’: scudo, spada, stella rossa, fronde. Una buona copia dell’originale simbolo del KGB, rimasto quasi intatto in Bielorussia e tornato alla ribalta nel 1995 in Russia, con la creazione dell’FSB (che riacquisì il simbolo del KGB, scontando solo la sostituzione della falce e martello con l’aquila bicefala).

L’esercito della PMR rimane invece copia esatta di quello sovietico, o meglio, di quello della RSS di Moldavia; i colori verde e rosso delle mostrine sono uguali a quelli della defunta RSS, mentre i restanti simboli sono identici a quelli del fu Esercito Sovietico. Stella e falce e martello e addirittura, sulle uniformi di gala simbolo dell’URSS al completo (globo, fronde, falce e martello,il tutto in foglie d’alloro dorate).

Ma anche qui, di che stupirsi? Nell’Esercito Russo sono ancora in uso cinture recanti la falce e martello e le vecchie insegne delle “Divisioni Guardie dell’URSS”, portate con orgoglio tutt’oggi dalla quasi totalità delle unità russe che,ogni anno, sfilano in parata sulla Piazza Rossa il 9 maggio.

Andando oltre la simbologia e addentrandoci in questioni economiche e politiche meno immediate, troviamo un mondo di contraddizioni. La PMR (non chiamatela Transnistria, l’ora non più online “Tiraspol Times” affermava che tale nome fosse stato inventato dai”fascisti rumeni” degli anni ’30 e ’40, per denominare la zona al di la del Dnestr, dove era situato un campo di sterminio) si è auto-proclamata indipendente nel 1990. Dopo la breve guerra contro vinta contro la Moldova la Repubblica si è definitivamente stabilizzata come stato indipendente, senza che nessun stato l’abbia mai riconosciuta. O meglio, l’hanno riconosciuta Abkhazia, Ossezia del Sud e Nagorno-Karaback (con questi tre stati la PMR ha costituito la “Comunità per la Democrazia e i Diritti delle Nazioni”).

Dopo la “guerra dei 5 giorni” in Ossezia del Sud, Smirnov si recò a Mosca, insieme con i presidenti di Abkhazia e Ossezia del Sud, per chiedere il riconoscimento di Mosca. Abkhazia e Ossezia del Sud l’ottennero, la PMR no (Mosca, trovatasi a dover riconoscere le appena difese regioni ribelli georgiane, popolate di cittadini con passaporto russo, che ricevevano le pensioni da Mosca, non prese nemmeno in considerazione l’idea di aprire un altro fronte di conflitto, al confine con l’allora nemica Ucraina).

A Tiraspol però stazionano ancora le forze russe del contingente di pace, costituito nel 1992 al concludersi delle ostilità tra PMR e Moldova (armistizio firmato dal presidente moldavo e da Eltsin, giusto per chiarire chi vi fosse dietro Tirapol). Ma Valeri Letskai, Ministro degli Esteri della PMR, dichiarò nel 2005 al Corriere dei Balcani che le esigue forze di Mosca erano protette e non protettrici! 1000 soldati russi e 40.000 effettivi delle Forze Armate della PMR, dichiarava orgoglioso il Ministro degli Esteri.

La PMR è accusata di essere il “buco nero dell’est”; un porto franco per ogni genere di contrabbando, dall’alcol, alle armi, agli esseri umani; una sponda sicura per riciclaggio di denaro e periodi di “insabbiamento” (soprattutto se si è ricercati, mettiamo caso dall’Interpol). Le autorità pridnestroviane nicchiano, ma non negano.

L’orgoglio sovietico spopola, il giorno dello scioglimento dell’URSS almeno una carica statale ci tiene a puntualizzare che tale giorno è tutt’altro che una festa a Pridnestrovie. E, tornando a parlare della “Bandiera della Vittoria”, adottata nel processo di avvicinamento alla Costituzione russa, si può dire che la PMR ha voluto ‘superare’ la propria madre protettrice. Sui palazzi statali di Pridnestrovie, quasi tutti presidiati da busti o monumenti di Lenin, il 9 maggio sventoleranno la bandiera statale (con falce e martello) e quella della Vittoria (fornita di falce e martello anche lei).

Ciò nonostante in PMR le privatizzazioni ci sono state da subito, idem per quanto riguarda l’apertura la mercato (quale e se lecito è difficile dirlo). La Costituzione stessa riporta a chiare lettere che esiste la proprietà privata e guai a chi la tocca.

Negli ultimi mesi però come reazione alla crisi sembra star avanzando una tendenza pacatamente statalista, che potrebbe sensibilmente mutare l’economia pridnestroviana.

Mosca lo ripete comunque da sempre, il suo contingente militare si trova benissimo a Tiraspol e non vi è alcuna intenzione di smobilitarlo, anche se la nuova Moldova filo-occidentale (incapace di ottenere il pieno potere della Moldova stessa a causa della ferrea opposizione dell’ex partito di governo, quello “dei Comunisti Moldavi”) ci tiene a definirlo “forza di occupazione straniera”.

Ad ogni modo dopo l’esempio dato dalla Russia di Medvedev (per gli occidentali un “iberale”, all’inizio del suo mandato) in Abkhazia e Ossezia del Sud, i toni riguardo tale tema sono, al di la di dichiarazioni di facciata, sempre pacati e concilianti. Anche perché la Moldova, esattamente come l’Ucraina,non può far a meno del gas di Mosca.

[1] Per maggiori informazioni sull’impatto dello scioglimento dell’URSS nell’area moldava, consultare l’articolo precedente:

http://www.girodivite.it/Introduzione-storica-alla.html

Link utili

http://www.vspmr.org/?Lang=Eng – sito ufficiale del Soviet Supremo

http://www.tiras.ru/en/ – pagina inglese dell’agenzia “Lenta PMR”

http://presidentpmr.org/english/ – sito non ufficiale del Presidente della Repubblica, fornisce anche l’elenco dei Ministeri

http://www.mgb-pmr.org/ – sito ufficiale del Ministero per la Sicurezza di Stato


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