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Jazeniuk, il nuovo Obama di Kiev

E’ di pochi giorni fa la notizia che i due maggiori partiti ucraini, un volta acerrimi nemici (Blocco di Yulia Timoshenko e il filorusso Partito delle Regioni di Yanukovich), stanno avviando trattative per formare una nuova maggioranza nel parlamento.

di Alan Vartuli

di Emanuele G. - venerdì 5 giugno 2009 - 1342 letture

L’Ucraina è un Paese che sta aspettando con ansia le elezioni presidenziali, dove anche la Timoshenko sarà candidata. Molti dicono che questa alleanza darà un duro colpo ai suoi sondaggi; la Timoshenko è sempre più considerata un politico che cambia idee e principi a seconda del tornaconto personale, anche il fatto che il suo partito si chiami con il suo nome e cognome è un segno rilevante dell’assenza di ideologie e di come questo movimento assomigli sempre più a una lobby personale.

Di fronte alla difficoltà degli altri leader politici, ormai compromessi dall’inefficacia del loro operato, si sta affacciando nella scena politica e culturale ucraina un personaggio che, personalmente, ritengo l’unico affidabile e credibile: il suo nome è Arseniy Jazeniuk.

Nato nel 1974 a Chernovzy (Sud-Ovest dell’Ucraina), due lauree (Giurisprudenza e Audit), dal 2001 entra in politica, diventando Ministro delle Finanze della Regione Autonoma della Crimea. Subito dopo, nel 2003, fu nominato Vice-Governatore della Banca Centrale Ucraina, in seguito nominato Vice-Governatore della Regione di Odessa. Abbandonò questa posizione quando fu nominato Ministro dell’Economia dall’allora Primo Ministro Ekhanurov, nel settembre 2005; il parlamento entrò in crisi e ci fu un cambiamento nella composizione del consiglio de ministri, il presidente Yushenko, quindi, lo nominò membro della Segreteria della Presidenza per le riforme dei Servizi Segreti. Dopo questo periodo fu nominato Ministro degli Esteri in un periodo di grave crisi parlamentare che sfociò in elezioni anticipate (dicembre 2007). Dopo le elezioni fu nominato Presidente della Camera dei Deputati, ed è qui che si distinse per la sua moderazione, sobrietà e autorevolezza. Con molta onestà intellettuale diede le dimissioni quando si rese conto dell’inconsistenza numerica della coalizione che lo aveva eletto presidente.

Andò via fra le polemiche, quasi scandalizzato dal modo in cui i Deputati Nazionali avevano dimostrato di comportarsi in Parlamento.

Dopo qualche tempo fondò il “Partito del Cambiamento”; molti punti del suo programma sono innovativi, come la promozione di una nuova generazione di politici, l’autofinanziamento attraverso la rete come fece Barack Obama. Lui si definisce di centro-destra, ma solo per una brutta abitudine ucraina, cioè il divieto da parte dei partiti progressisti di avvicinarsi ai grandi movimenti socialisti europei per paura di essere considerati vicini all’ideologia comunista e alla nostalgia del regime.

Gli elementi interessanti del suo programma sono la non imposizione della lingua ucraina, la creazione di uno spirito nazionale, la libertà di confessione (mai accettata sino in fondo dagli altri partiti filoeuropei). Ma la cosa più straordinaria è ciò Jazeniuk che afferma sulla politica estera: non gli interessa sposare per forza la via verso l’Europa convincendo le istituzioni straniere, il cambiamento deve avvenire all’interno e solo perché giova agli interessi della nazione; l’Ucraina non deve correre dietro a nessun sogno esterno ma deve inaugurare un cammino interno di innovazione e superamento di vecchi remori culturali del regime (tutt’ora presenti e con i quali nessuno ha fatto veramente i conti), Yazeniuk è sicuro che solo dopo questo percorso l’Ucraina potrà sedersi intorno al tavolo alla pari con il resto d’Europa. Ho avuto la fortuna di assistere ad un suo intervento in una conferenza organizzata dal Fondo Adenauer di Kiev, e posso testimoniare come Yazeniuk abbia un modo di rivolgersi alla gente del tutto innovativo che si fonda sui seguenti elementi: sguardo verso i giovani, non dipingersi da eroe senza macchia, cercare di coinvolgere il cittadino in prima persona nella politica, guardare al futuro, tenere sempre presenti i principi sostenuti dall’iniziativa concreta...insomma un politico promettente rispetto ad altri leader intenti a giocare a Risiko più che far politica.

Nei sondaggi per le presidenziali, Jazeniuk è dato come terzo a circa il 12-14%, dopo Yanukovich (filorusso) a circa il 22% e Timoshenko a circa il 18% (il presidente attuale Yushenko è dato al 2,2%, quindi difficilmente entrerà in gioco).

Su chi l’Europa debba sperare che vinca, non ne sono tanto sicuro, ma per una persona che vive e lavora in Ucraina, l’unica flebile speranza di superamento della crisi politica ed economica del Paese è rappresentata da questo 35enne che si è messo in testa di competere grazie i soldi dei liberi donatori, contro le lobby che sostengono gli altri candidati.

Un sogno che guarda a Washington, anzi a Obama.


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