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Dalla padella alla brace

Il PD, il partito più rappresentativo dell’opposizione, manda i suoi esponenti avanti ad emulare le grandi riforme del Governo. Se non a peggiorarle.

di Piero Buscemi - venerdì 2 luglio 2010 - 2584 letture

Un gruppo di senatori del PD ha presentato la proposta di modifica n. 7.700 al DDL n. 2228, il disegno di legge di conversione del decreto 78/2010, ovvero la manovra economica del governo.

Gli esponenti “dell’opposizione”, i senatori Giaretta, Treu, Roilo, Ghedini, Nerozzi, Passoni, Blazina, hanno proposto di istituire dal 1° gennaio 2011 un nuovo ente denominato IPG (Istituto di previdenza generale), che vada a sostituire, dopo conseguente soppressione, le funzioni attualmente svolte da INPS – INPDAP – IPOST –ENPALS – IPSEMA.

L’idea si baserebbe sulla soppressione dei comitati centrali, regionali e provinciali dell’INPS e dei comitati di vigilanza delle gestioni dell’INPDAP. I ricorsi pendenti sarebbero trasferiti ai dirigenti del nuovo Istituto.

Inoltre, il trasferimento all’INAIL della gestione contro gli infortuni sul lavoro e contro le malattie professionali dell’IPSEMA, la nomina di un Commissario straordinario per il nuovo Istituto, in attesa di stendere lo statuto dell’IPG e di nominare il Presidente, il Consiglio d’Amministrazione, il Consiglio di indirizzo e vigilanza e il Collegio dei sindaci.

Questo emendamento è stato discusso in Commissione al Senato il 24 giugno, ma è stato bocciato. Occorre, a questo punto, fare una precisazione: appare alquanto ambiguo che il partito maggiormente rappresentativo dell’opposizione possa proporre riforme con finalità di accorpamento enti, in piena sintonia con la campagna mediatica condotta dal governo che tende ad un ulteriore taglio della funzione pubblica, con l’obbiettivo alquanto palese di cedere ai privati e a costi inquantificabili, i servizi che la legge attuale garantisce a tutti i cittadini, senza la necessità di trasformare un "diritto" in un oggetto di mercato.

Particolare ancora più incomprensibile è constatare che lo stesso partito di minoranza aderisca alle manifestazioni contro la manovra economica, vedi Bersani nei giorni scorsi, portando in piazza la protesta contro una riforma che prevede l’ennesimo blocco delle assunzioni, lasciando enti previdenziali quali l’INPS, in sottorganico del 40% e con il blocco del turnover che sfiora il ventennio.

C’è da chiedersi come pensa il PD di istituire un mega ente previdenziale, con l’apporto di esiguo residuo di dipendenti che, nell’eventualità di un accorpamento finirebbe per determinare un ulteriore aggravio, quale quello che si determinò all’indomani del passaggio delle competenze dell’INPDAI (l’ex Istituto che gestiva le pensioni dei dirigenti industriali e soppresso dal 2003) e quelle recenti delle invalidità civili dell’INAIL, passati all’INPS.

Forse il ricorso, ancora una volta, alle forme di assunzioni elastiche, quali gli interinali, o eventualmente, confidare nella disponibilità senza limiti dei dipendenti pubblici a farsi carico di ulteriori incombenze, accodandosi al nuovo corso della storia del mondo del lavoro, che tende a togliere quanto conquistato nel passato, talvolta anche con il sangue, potrebbe essere la risposta.

Sarà questo accorpamento di idee, che ha fatto nascere il Partito degli Assenti, che ha raggiunto quasi il 40% dei consensi alle ultime tornate elettorali?


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