La fantascienza dopo il 1989

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La fantascienza dopo il 1989

Hanno ancora voglia gli scrittori di scommettere sul futuro dell'umanità? Che tipo di futuro si immaginano, quali problemi o incognite la tecnologia presenterà? La fantascienza sembra vivere all'inizio del Ventunesimo secolo una crisi di lettori. La tecnologia non è più la speranza e il progresso. Gli scenari sembrano farsi foschi e incerti.

La "risposta" degli scrittori alla crisi è diversa. Da una parte ci sono coloro che riprendono le tematiche della tradizione: così la new space opera, sulla scorta di Heinlein, Clarke e Hamilton: si pensi a Alan Steele, Robert Ch. Wilson.

Altri tentano la sperimentazione di nuove forme e commistioni. Così il filone cyberpunk, movimento nato alla fine degli anni Settanta del Novecento. E quello che contamina science fiction e fantasy.
Al cyberpunk appartengono: Bruce M. Sterling, William F. Gibson.
Al territorio di confine tra science fiction e fantasy: l'inglese David Andrew Gemmell.
Al fantasy: l'epigone Robert Jordan, Terry Brooks, Terry Goodkind.
Forme di contaminazione tenta anche Dan Simmons.

Altri ancora utilizzano la science fiction in maniera ironica e parodistica, usando il genere quale genere letterario e non solo genere di consumo. Così la produzione dell'inglese Douglas Adams.

Contesti

L'Europa dopo il 1989
La science fiction tra il 1945 e il 1989

Il cyberpunk
Anna Pazzaglia "Il Cyberpunk nel cinema degli anni Novanta".

 


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