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Rita Borsellino: una felice anomalia

Il tempo lavora per la Borsellino e contro la ricandidatura di Cuffaro. Molto dipenderà anche dagli esiti, nazionali e siciliani, delle politiche del 9 aprile.

di Agostino Spataro - domenica 12 marzo 2006 - 6705 letture

Ora, tutti la cercano, tutti la citano, tutti la invitano alle manifestazioni di apertura della campagna elettorale per le politiche. L’avrete già capito, stiamo parlando della signora Rita Borsellino, presidente onoraria di Libera, che gli elettori del centro sinistra, votandola in massa alle primarie, hanno indicato come candidata presidente alla Regione siciliana.

Anche questo è un segno evidente della mutazione feconda che, a proposito di questa candidatura, si sta avverando nella percezione dell’immaginario collettivo siciliano e non solo.

Dalle primarie ad oggi, infatti, la proposta Borsellino si è trasformata da candidatura “debole”, giacché non diretta espressione dei gruppi dirigenti dei partiti, a candidatura in sensibile ascesa, se non addirittura vincente, proprio in forza o in virtù di tale presunta debolezza. Una spettacolare trasformazione che molto inquieta gli esponenti del centro-destra e riaccende nei siciliani la speranza di una svolta vera e profonda nel governo della Regione.

Per altro, siamo a metà del cammino di questa benefica mutazione che potrebbe attirare, e spostare, quote di elettorato deluso e tante personalità e settori della politica e della società.

Il tempo lavora per la Borsellino e contro la ricandidatura di Cuffaro. Molto dipenderà anche dagli esiti, nazionali e siciliani, delle politiche del 9 aprile.

Tuttavia, se la Borsellino manterrà inalterata la connotazione della sua candidatura e ferma la barra della sua navigazione elettorale sicuramente aumenterà le sue possibilità di vittoria. Dovrà- in sostanza- dimostrare di essere quella che è stata finora; di voler fare sul serio oggi la candidata e domani la presidente collegandosi, senza snervanti mediazioni, con i settori più vitali della società e con l’anima più popolare dei partiti che la sostengono ma senza farsi imprigionare nello schema politico un pò consunto che li caratterizza.

La gente capisce che questa candidatura, felicemente anomala, acquista sempre più credibilità come portatrice di un’idea radicalmente nuova dello sviluppo, nell’efficienza e nella legalità, e come formidabile spinta all’aggregazione di un vasto complesso di forze sociali e culturali largamente maggioritarie nella società, ma minoritarie o marginali nei partiti, anche di centro sinistra.

Qui sta la forza della novità della candidatura di Rita Borsellino. Ed è questa novità che la stragrande maggioranza del popolo siciliano cerca e/o attende da tempo.

Nessuno vuole caricare di virtù messianiche una candidatura nata quasi per caso ed imposta col voto delle primarie, tuttavia bisogna tener conto di questa realtà che avanza e progressivamente si fonde con le legittime aspirazioni di quanti reclamano una discontinuità con gli attuali metodi di governo che hanno condotto la regione al disastro amministrativo e sospinto la Sicilia verso l’emarginazione economica, culturale e tecnologica.

Il centro destra, a Roma e a Palermo, ha regalato ai siciliani cinque lunghi anni di fallimentare amministrazione, di sperperi e di spartizioni più o meno sotterranee; cinque anni di frustrazione per decine e centinaia di migliaia di giovani costretti a fuggire dall’Isola per cercarsi un lavoro altrove ed - purtroppo- anche una buona università.

Cinque anni di stagnazione produttiva, di crescita del malcostume e dell’illegalità che quasi nessuno si è preso la briga di denunciare e di combattere. Da ciò la grave crisi di una certa politica e dei partiti che l’hanno praticata. Da questa crisi si può uscire soltanto attraverso un sincero sforzo di autorigenerazione e di ricambio del personale politico inidoneo o maldisposto all’alternativa.

Una mera petizione di principio, purtroppo, visto che, profittando della nuova legge elettorale nazionale, la gran parte del personale politico e parlamentare siciliano si è autogarantita la riconferma, addirittura ad una dignità parlamentare più elevata.

Comunque sia, oggi, la priorità non è quella di preservare o di restaurare il ruolo dei partiti, ma quella di salvare la Sicilia dalla mortale decadenza in cui è avviata. E la Borsellino ha acceso in tanti siciliani questa speranza. Non ci sono scommesse da fare o consigli da dare, ma solo da mantenere e rafforzare la connotazione di questa importante candidatura che tanti consensi e simpatie sta conquistando.

E in questa ottica bisognerà valutare gli andamenti della situazione politica siciliana che non è scontata per nessuno degli schieramenti anzi può riservare sorprese di vario tipo, mantenendo distinti i due eventi elettorali (politiche e regionali) che, per quanto fra loro collegati, manifestano una peculiare diversità, sia per importanza politica sia per modalità di elezione.

Perfino la presenza della signora Borsellino alle manifestazioni dovrebbe essere soppesata con cura e orientata fortemente ai contatti con la società, soprattutto con gli strati più incerti o delusi del centro-destra, per meglio spiegare il suo programma di cambiamento alla Regione.

C’è la preoccupazione che una sua sovraesposizione nella campagna per il rinnovo del Parlamento nazionale potrebbe farle svolgere un ruolo oggettivamente improprio.


* articolo pubblicato in “La Repubblica/Pa” del 11 marzo 2006. Con il permesso dell’autore.


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