Lentini: Pronto Soccorso e turni massacranti di lavoro

AL PRONTO SOCCORSO dell’ospedale il personale sanitario non regge più per il troppo lavoro con turni massacranti...

di Luigi Boggio - sabato 16 gennaio 2021 - 2133 letture

15 gennaio 2021, h. 09:00

AL PRONTO SOCCORSO dell’ospedale il personale sanitario non regge più per il troppo lavoro con turni massacranti. Non solo debbono visitare, decidere di ricoverare, di cercare un posto Covid in altre strutture o per altre patologie. Non riescono a dare nemmeno un minimo di assistenza come un tantino d’acqua o di latte per bagnarsi la bocca. Non si capisce perché il pronto soccorso non si rafforzi con altro personale dello stesso nosocomio. A chi spettano queste decisioni? Avvocato Ficarra si svegli prima che sia troppo tardi.

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Ospedale di Lentini - Turni di lavoro massacranti al Pronto Soccorso

16 gennaio 2021

Il MANAGER DELL’AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE avvocato Lucio Ficarra in un suo comunicato sul nosocomio di Lentini ci fa sapere che la chirurgia è di nuovo in attività, che la cardiologia aprirà tra pochi giorni e che ha inviato il team Covid - composto dai dottori: Giuseppe Capodieci, Antonio Bucalo e Rosario Di Lorenzo - per collaborare con la direzione sanitaria facente funzione, ma non esplicita in quale direzione muoversi.

Certamente si muoveranno, altrimenti non avrebbe senso la loro venuta per contribuire alla risoluzione di alcune criticità. Ad iniziare, a mio avviso, dalla gestione privata del reparto Covid del tutto inadeguata e fallimentare con spreco di denaro pubblico e causa della promiscuità virale. Una scelta infelice, invece di muoversi in direzione degli ospedali Covid, degli hotel Covid e dell’intensificazione dei prelievi per il tracciamento del virus: con il risultato di farci entrare in zona rossa, anche per le nostre strafottenze e mancanza di rispetto verso gli altri.

Si vorrebbe sapere che fine ha fatto lo strumento per eseguire in loco i tamponi molecolari e le iniziative per incrementare il personale sanitario del Pronto Soccorso in condizioni di precarietà fisica ed emotiva a causa dei massacranti turni di lavoro. Più di quello che fanno non possono fare. Non sono degli eroi ma degli esseri umani, che vanno aiutati nello svolgimento di un lavoro che si rapporta con altri esseri umani bisognosi di cure e di conforto. Quando si capirà questo vuol dire che abbiamo fatto un salto culturale in avanti. Ma anche loro debbono farsi sentire, fuggendo da certe logiche non sempre appropriate e dannose per la loro stessa credibilità.



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