La mafia negli appalti del ponte sullo Stretto

La DIA di Roma emette 5 ordinanze di custodia cautelare. L’accusa: infiltrazioni mafiose negli appalti per il Ponte sullo Stretto di Messina.

di Redazione - sabato 12 febbraio 2005 - 9235 letture

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di una presunta organizzazione mafiosa a carattere internazionale, che aveva progettato di inserirsi negli appalti previsti per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

Gli arresti sono stati eseguiti dalla Dia di Roma su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della capitale. Tra gli arrestati c’è anche il boss canadese, ritenuto il capo indiscusso dell’organizzazione, Vito Rizzuto, 59 anni, legato alla famiglia Cuntrera.

Il referente del boss Rizzuto in Italia, sarebbe stato un ingegnere 80enne, nato in Francia, vissuto tra Canada ed Emirati Arabi, oggi residente a Roma. Giuseppe Zappia, che gli investigatori definiscono apparentemente pulito e con esperienze nel campo degli appalti pubblici, aveva il compito di reinvestire gli ingenti capitali della mafia nella realizzazione del Ponte sullo stretto.


Fonte: www.aprileonline.info, n° 199 del 12/02/2005


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