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Giro80
/ Sondaggi quotidiani
Censimento o Fallimento?
di Angelo Luca Pattavina
Dov'eri il 21 ottobre 2001?
Nessuna preoccupazione, non c'è bisogno di un alibi,
perché non è la Digos a porre la questione,
ma l'ISTAT, l'Istituto nazionale di statistica. Il 2001,
infatti, tra eventi di rilevanza più o meno considerevole
(tra i primi sicuramente gli attentati dell'undici settembre
a New York e Washington, tra i secondi possiamo ricordare
l'addio al calcio di Maradona) è per l'Italia anche
l'anno del 14° Censimento generale della popolazione
e delle abitazioni e dell'8° Censimento generale dell'industria
e dei servizi.
Da Roma Trastevere a Catania Monte Po, dalla Giudecca di
Venezia allo Zen di Palermo, tutta l'Italia è stata
scandagliata da più di 10 mila rilevatori che, tra
mille difficoltà e non poche diffidenze, hanno messo
insieme i pezzi di questo grande mosaico nazionale. Milioni
di moduli bianco-rosa hanno raccolto informazioni utili
(?) che si spera diano un'immagine del nostro paese quanto
più fedele possibile a quella reale attuale.
Quella che doveva essere però
una istantanea fotografica della nostra penisola forse verrà
un po' sfocata. Molto probabilmente, infatti, l'esito finale
di questa superba operazione sarà falsato da tutta
una serie di "imprecisioni" di cui non si è
potuto, voluto, saputo tenere in conto.
Innanzitutto la gestione di tutta l'operazione,
che ha mostrato le sue carenze sia in una non adeguata preparazione
di rilevatori e coordinatori, sia nella prolungata mancanza
del materiale cartaceo indispensabile per il lavoro; il
tutto ha portato numerosi ritardi ed altrettante immancabili
proroghe della scadenze prefissate. Si devono sottolineare,
inoltre, sia "l'indiscrezione" (reputata tale
da chi viene censito) di alcune domande poste dai questionari,
sia la mancanza di dati, sicuramente più interessanti,
che sarebbe stato opportuno raccogliere (il numero di computer
in famiglia, ad esempio).
Sul versante della popolazione da censire,
poi, i vuoti si fanno ancora più grandi. Oltre che
per le approssimazioni di alcuni dati forniti dalle persone
censite, ci si è imbattuti in un problema più
grave; in alcune parti d'Italia, infatti, molte persone,
nonostante le "intimidazioni" di multe per la
mancata collaborazione, si sono rifiutate di rispondere
alle 20-30 pagine del questionario, cosicché i dati
che verranno presentati "nonsisaquando" alla pubblica
conoscenza non saranno poi così altamente rappresentativi
della situazione reale. Stesso discorso, anzi con un divario
ancor più grande tra situazione reale e situazione
censita, vale per il censimento delle industria e dei servizi
che, a causa dell'impossibilità di rilevare tutte
le attività effettivamente esercitate (negozi appositamente
chiusi, lavoratori in nero e casi simili) raccoglierà
dati non perfettamente esaustivi della realtà economica
nazionale.
Ci si augura, comunque, un buon uso
delle informazioni raccolte, soprattutto per ciò
che riguarda il rispetto della riservatezza dei dati e il
loro utilizzo per "eventuali" pianificazioni delle
attività e dell'offerta di servizi a tutti i livelli
(nazionale, regionale, comunale e sub-comunale).
In ogni caso, inutile o indispensabile che esso sia, finalmente
il censimento è finito. Forse.
Nessuno busserà più alla vostra porta a chiedervi
chi siete, quanti siete, cosa fate, (un fiorino).
Sorridete, ormai siete stati censiti.
Fra dieci anni ricomincia la conta.
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