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Giro78
Segnali di fumo
di Pina La Villa: ottobre 2001

12/10/01
Dice Gogol: Diffidate del passato, è una ferita aperta.

17/10/01
La guerra tanto attesa è scoppiata il 7 ottobre, era una domenica. E poi le parole, i giornali, la Tv, a scuola. E il fastidio crescente, il senso di inutilità, di impotenza, l'isolamento che le riunioni al comitato di quartiere e quelle con gli insegnanti "democratici" non sono valse a mitigare. E poi le letture, che mi trascinano dove vogliono, posti casuali, come casuali, spesso, sono le letture, incontri di vite diverse… Clare Longrigg, L'altra metà della mafia. l'anima femminile di Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra. Donne che comandano, che subiscono e che combattono. le loro voci, le loro ragioni, Ponte alle grazie, Milano, 1997 e di Liliana Madeo, Donne di mafia. Vittime, complici, protagoniste, Tascabili Baldini&Castoldi 1997 (già Mondadori, 1994), sempre Milano.
Entrambi i libri finiscono con la storia di Rita Atria. Nata nel 1974, nel 1985 - lei ha 11 anni - suo padre, Vito Atria, viene ucciso. Nel 1991 - Rita ha 15 anni - a Giugno, viene ucciso suo fratello Nicola. Nel 1991, a Novembre, comincia a collaborare con la giustizia. Nel 1992, a luglio, dopo la morte di Paolo Borsellino, si suicida buttandosi dalla finestra del nuovo appartamento che le è stato assegnato a Roma come collaboratrice di giustizia.
La vicenda di Rita si intreccia con quella di sua cognata, Piera Aiello ed entrambe disegnano due destini e una storia.
La storia è quella della Sicilia. I destini delle due ragazze sono immersi nella storia siciliana dal dopoguerra a oggi.
Piera, nata nel 1968, l'anno del terremoto del Belice, è figlia di un emigrante tornato in Sicilia a fare il capomastro.
Rita è figlia di un pastore legato alla mafia perdente degli Accardo (i nuovi sono gli Ingoglia).
Lo sfondo è quello di un paese della zona del Belice, Partanna, dove un sindaco democristiano, Vincenzino Culicchia, ha governato per trent'anni, in mezzo alla speculazione del dopo terremoto.
Le deposizioni di Piera, di Rita e di altri hanno permesso di arrestare alcuni mafiosi e di avviare un'indagine sul sindaco, accusato fra l'altro dell'omicidio del suo vice. (Il processo non lo condannerà).
Sembra una cattiva sceneggiatura. I cattivi, i buoni, il peso di una storia che sembra offrire pochi varchi: Piera vive clandestina a Roma, Rita ha scelto di morire a sedici anni.

19/10/01 11.53.44
da La Stampa, oggi, p. 17, intervista a Benedetta Barzini, ex modella: "Non c'è differenza tra le occidentali e le afghane. Siamo comunque schiave dell'immagine che l'uomo ha di noi"[…] "Noi donne siamo totalmente schiave dell'uomo. O meglio, dell'immagine che l'uomo vuole avere di noi. Il nostro denudarci, l'esposizione delle forme è cosa identica all'ipercopertura delle donne afghane. Noi siamo prive di un punto di vista autonomo"[…] Noi siamo fondamentalisti del profitto".

24/10/01 6.02.29
Contemporaneamente al cinema due film: Il diario di Bridget Jones e Viaggio a Kandahar. La proposta di Teresa (che era identica a quella che io le volevo fare) è stata di superare lo stress del collegio docenti andando a vedere il primo, non era proprio il caso di farci del male col secondo. Il primo è un film inglese (la prima potenza coloniale) incentrato tutto sul privato, la difficoltà dei rapporti di coppia; il secondo il dramma della condizione femminile in Afghanistan
Che sia tutta qui la tragedia di questi tempi? Dal G8 all'attacco alle torri gemelle il terzo mondo ormai pronto a scoppiare.

30 ottobre
Virginia Woolf, nel saggio del 1919 sulla "Modern Fiction": "Esaminiamo per un momento una mente comune in un giorno comune. La mente riceve una miriade di impressioni - futili, fantastiche, evanescenti, ovvero intagliate con l'affilatezza dell'acciaio. Esse giungono da ogni parte, una pioggia incessante di innumerevoli atomi; e mentre cadono, mentre s'incarnano nella vita dei lunedì e dei martedì, l'accento cade in modo diverso dall'antico; il momento importante è venuto non qui ma lì, così che se uno scrittore fosse un uomo libero e non schiavo, se potesse basare la sua opera su quello che sente e non sulle convenzioni, non ci sarebbe intreccio, non tragedia, non commedia, nessun interesse emotivo o catastrofe secondo lo stile convenuto[…] La vita non è una serie di lampioncini disposti simmetricamente; la vita è un alone luminoso, un involucro semitrasparente che ci circonda dai primordi della coscienza sino alla fine."(p. XI dell'introduzione di Sergio Perosa a La signora Dalloway, Oscar Mondadori, 1979)

31 ottobre

"Rimase il conforto della lettura, la curiosità ed il piacere di smontare pezzo a pezzo, quasi un giocattolo meraviglioso, gli scritti altrui; soprattutto la ricerca, autore per autore ed opera per opera, di una precisa collocazione biografica ed ambientale. Per Lampedusa la letteratura era una sorta di diaristica cifrata, e la diaristica la sola gnoseologia; l'opera d'arte il mezzo attraverso cui una contingente esperienza umana, da individuale ed egoistica, poteva cristallizzarsi in esperienza durevole, valida oltre l'occasionalità delle circostanze" (p. 9 dell'introduzione di Gioacchino Lanza Tomasi a "Il Gattopardo", Universale Economica Feltrinelli,1963.)


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