UKRAINE: AffarInternazionali and EBRD
Courtesy of AffarInternazionali (Italy) and EBRD (England)
- AFFARINTERNAZIONALI
Buon pomeriggio dalla redazione di AffarInternazionali. La visita diplomatica del presidente americano Biden in Europa ha confermato l’impegno di Alleati e Unione europea nel sostegno logistico, militare e finanziario all’Ucraina. I leader europei, uniti dalla voce del presidente francese Emmanuel Macron, lavorano per il cessate il fuoco. In un discorso tenuto il 28 marzo all’università di Trieste, anche il presidente Mattarella si è unito alla richiesta di un’immediata fine della guerra: "Non troviamo una motivazione razionale a questa guerra. La pace è sempre doverosa e possibile: proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà, con l’accoglienza dei profughi. Occorre fermarla ora, subito. Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente".
Il sostegno italiano ed europeo all’Ucraina risponde a un dovere morale e costituzionale, scrive Piero Fassino, in un articolo che delinea la necessità di fare chiarezza sull’origine del conflitto e sullo status di Stato aggressore e Stato aggredito: "L’articolo 11 della Costituzione non recita, come spesso si dice, che “l’Italia ripudia la guerra” e basta. No, l’articolo 11 dice “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e di risoluzione delle controversie” che è esattamente il tipo di guerra che fa Putin, che usa la guerra come strumento di offesa verso un paese vicino e usa la guerra per risolvere la controversia con l’Ucraina". La guerra in Ucraina ha cambiato l’agenda estera degli Stati Uniti, rivolta precedentemente verso l’indopacifico e la Cina. In un equilibrio globale mutato, c’è bisogno di un’Europa più forte e assertiva negli investimenti per la difesa comune e per la costruzione di una vera politica estera unitaria, scrive Stefano Silvestri. Un altro punto debole dell’Unione europea riguarda l’approvvigionamento energetico: divorziare dal gas russo non sarà semplice, in un mercato dove l’offerta è al momento carente. Marco Giuli analizza le possibilità dell’Ue per ridurre la dipendenza energetica da Mosca, con uno sguardo alla crisi climatica e alle divisioni tra gli Stati membri sulla politica energetica comune.
Nella nostra newsletter anche l’analisi di Luca Raineri sulle connessioni tra clima e conflitti, con l’esempio del Sahel; Alberto Toscano racconta la Francia che si prepara al voto, con Emmanuel Macron sicuro di una popolarità che si consolida sempre più dall’inizio della guerra in Ucraina; l’articolo di Giampiero Gramaglia sull’eredità di Madeleine Albright, ex segretaria di Stato Usa scomparsa a 84 anni il 23 marzo, racconta la vita e la carriera della prima donna a capo degli Esteri negli Stati Uniti, tra luci e ombre; In Ungheria l’opposizione unita ha lanciato la sfida a Viktor Orbán (Fidesz), in vista delle prossime elezioni del 3 aprile: un articolo cura de Lo Spiegone; la decisione del 16 marzo della Corte Internazionale di Giustizia è un primo riconoscimento dell’illegittimità della guerra in Ucraina, scrive Maurizio Delli Santi; la rassegna stampa africana di Jean-Léonard Touadi, approfondisce questa settimana l’influenza russa sul continente con una finestra dedicata al gas algerino e ai nuovi rapporti tra Spagna e Marocco.
* Oltre la guerra: una nuova sfida globale attende Europa e Stati Uniti
La guerra in Ucraina continua e nessuno sa ancora come finirà. Molti sperano nell’ inaspettata vittoria di David contro Golia, ma i russi continuano ad attaccare, sia pure con scarsa efficacia, sia nel Sud che nel Nord (...)
Autore: Stefano Silvestri
* Perché l’Italia ha il dovere di aiutare l’Ucraina
Il conflitto russo-ucraino ha un profilo molto chiaro, c’è un Paese aggressore c’è un Paese aggredito. Questo Paese aggressore ha invaso l’Ucraina senza avere una sola ragione per giustificare un atto di questa gravità: l’Ucraina non ha mai minacciato la Russia (...)
Autore: Piero Fassino
* Il nodo del gas russo non si scioglierà facilmente
L’ultima settimana ha visto l’Unione europea intraprendere i primi passi sulla strada della riduzione dell’eliminazione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi. Un compito decisamente arduo, visti gli attuali volumi scambiati e un contesto di mercato non ottimale (...)
Autore: Marco Giuli
* Corsica e Ucraina non frenano la corsa di Macron all’Eliseo
A due settimane dalle elezioni presidenziali francesi, in programma il 10 e il 24 aprile, il presidente Emmanuel Macron sembra non vedere sorprese all’orizzonte: l’astensionismo, la guerra in Ucraina, le tensioni che infiammano la Corsica non hanno intaccato la popolarità del presidente uscente (...)
Autore: Alberto Toscano
- EBRD
EBRD to close its offices in Moscow and Minsk
By EBRD Press Office
@ebrd
28 Mar 2022
The European Bank for Reconstruction and Development (EBRD) has announced that it is in the process of closing its Resident Offices in Moscow and Minsk.
The EBRD has strongly condemned the war on Ukraine and the decision to close the offices in Moscow and Minsk is the inevitable outcome of the actions taken by the Russian Federation with the help of Belarus.
We continue to offer our unwavering support to Ukraine and have already agreed an initial €2 billion package for Ukraine and other countries which have been affected by the war.
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