Tunisia, due anni di erosione dell’indipendenza del potere giudiziario
“Sono due anni che aspettiamo che qualcuno ci spieghi i motivi della nostra rimozione..."
Il 1° giugno 2022 il presidente tunisino Kais Saied emanò il decreto-legge 2022-35, che lo autorizzava a rimuovere giudici dal loro incarico sulla base di criteri vaghi e senza una procedura corretta. Quello stesso giorno annunciò la rimozione di 57 giudici e procuratori, accusati di aver ostacolato indagini su casi di terrorismo, di corruzione finanziaria e “morale”, nonché di adulterio.
Nonostante, due mesi dopo, il Tribunale amministrativo di Tunisi avesse ordinato la reintegrazione di 49 di loro, a oggi nessuno è tornato al suo posto. Il 23 gennaio 2023, 36 delle 57 persone hanno denunciato il ministro della Giustizia per non aver dato seguito alla sentenza del Tribunale amministrativo, ma per il momento senza esito.
“Sono due anni che aspettiamo che qualcuno ci spieghi i motivi della nostra rimozione. È sempre più chiaro che siamo stati presi di mira per aver denunciato l’erosione del principio della separazione dei poteri e il progressivo controllo del governo sulla magistratura. Considero mio dovere mettere in guardia i cittadini”, ha dichiarato Hammadi Rahmani, uno dei giudici rimossi dall’incarico.
“Dire che da allora la mia vita è profondamente cambiata è un eufemismo. Non solo sono stata privata arbitrariamente del mio diritto al lavoro ma è stata violata anche la mia privacy e non ho modo di ricorrere contro quello che mi è accaduto”, ha denunciato Khira Ben Khlifa, prosciolta per non aver commesso il fatto dall’accusa di adulterio.
Coloro che, nell’ambito del potere giudiziario, si oppongono ai provvedimenti del presidente Saied e continuano ad agire in modo indipendente subiscono minacce e intimidazioni.
Uno dei tanti casi è quello di Anas Hmedi, presidente dell’Associazione dei giudici tunisini e giudice della corte d’appello di Monastir, al centro di una campagna di diffamazione online e sotto processo per “interruzione della libertà di lavorare” ai sensi dell’articolo 136 del codice penale. La prossima udienza si terrà il 5 luglio.
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