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Pitesti, cemento, industria, storia e curiosità

Dal nostro corrispondente dalla Romania Pierluigi Modesti

di Emanuele G. - sabato 24 luglio 2010 - 1778 letture

Pitesti è una città industriale della Romania meridionale a circa 100 km da Bucarest. Conta circa 170000 abitanti ed è capoluogo della provincia Arges, una verdeggiante zona collinare subcarpatica di antica tradizione. Poco distante dal capoluogo si trova l’antico monastero di Curtea de Arges, dove sono sepolti i re di Romania. Disseminate nella campagna, molte dimore nobiliari dei tempi che furono, adagiate in mezzo a vigneti e frutteti, molti dei quali, purtroppo, in abbandono.

Seguendo a monte il fiume Arges e costeggiando le molte dighe di terra che lo rallentano in ampi bacini idroelettrici, si sale verso le vette dei monti Fagarasi, tra i più alti dei Carpazi meridionali, meta di camminatori, campeggiatori e grigliate domenicali.

Una valle laterale conduce a Bradetu (letteralmente, il “piccolo abete”), isolato villaggio montano con una bella chiesa quattrocentesca in pietra e legno riccamente affrescata nell’esonartece. Da non perdere, lo straordinario formaggio locale, conservato in grossi cilindri di corteccia d’abete.

Un sentiero conduce all’abitato di Nucsoara (la “piccola noce”), ancora più remoto, noto per aver ospitato durante l’invasione sovietica i partigiani anticomunisti del gruppo “Haiducii Muscelului” di Elizabeta Rizea, perseguitati, confinati e in più occasioni uccisi su queste montagne.

Tornando in città, l’occhio cade sull’immensa raffineria Petrom, vera città nella città, un tempo vanto dell’economia autarchica del regime e poi svenduta alla piccola compagnia austriaca OMW. Lo sguardo si perde in una selva di tubi, pompe e torri di raffreddamento e converge necessariamente sull’altissimo bruciatore, più di 100 metri, sui quali, molte notti, arde una fiamma visibile a decine di chilometri di distanza.

Pitesti è anche un luogo insolito e l’altra sera ho trascorso qualche ora in una delle più incredibili location dell’Europa comunitaria: la fiera delle automobili usate.

Pitesti è da sempre conosciuta per ospitare l’immensa fabbrica della Dacia, la nota marca di automobili, oggi “low cost” della Renault. Non è strano, perciò, che vi sia una fiera permanente di auto usate importante. L’idea è semplice: si porta la propria auto e la si mette in mostra pagando una modica tassa di esposizione sul piazzale. Trattative e documenti rigorosamente in loco.

Paradossalmente, però, non sono le auto usate il “piatto forte” della fiera, quanto piuttosto quanto ora vi racconterò: appena entrati dal cancello, invece di prendere a destra per il piazzale dell’esposizione, si va a sinistra e, tutti allineati, eccoli lì, uno dopo l’altro, una miriade (una trentina, in verità) di osteriuole, tutte uguali, che ostentano in frigoriferi da strada tutte le possibili e immaginabili frattaglie di maiale e grandi griglie “a giorno” sul margine del marciapiede.. Specialità? Budella alla griglia! Ma si può trovare anche milza, granelli, midollo, cotenna ed altre prelibatezze, per gli amanti del genere. Una canadese di birra gelata completa il menu, insieme all’immancabile aglio pestato. Il tutto è assai poco esoso e con la garanzia di qualità di chi vende di giorno in macelleria e di sera davanti alla griglia ad un pubblico di affezionati frequentatori.

Lo spettacolo è dantesco. Le griglie fumanti sono allineate e sono sempre piene, tutta la sera, fino a tarda notte. Gli addetti alle griglie scompaiono e riappaiono da nubi bianche di fumo che il vento sposta senza pietà verso le poche panche “alla tedesca” dove una clientela eterogenea e certo non troppo raffinata degusta con clamore ed allegria. Poco più in là qualche cane randagio attende speranzoso che qualcosa cada in terra o che, un avventore intenerito lanci al volo un boccone dal piatto.

L’esperienza è di quelle da ripetere, magari una volta l’anno, a detta dei locali (dato che il cibo è un po’ pesantino...).

Da sconsigliare, assolutamente, ai vegetariani che, d’altra parte, qui nei Balcani, si sa, non hanno vita facile.


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