La soluzione è sempre la collaborazione fra gli Stati: lunga intervista al Ministro degli Esteri della Romania Adrian Cioroianu

La Romania si sta aprendo sempre più all’esterno e alla collaborazione internazionale. Nel corso dell’intervista abbiamo passato in rassegna i vari “dossier” riguardanti la politica estera della Romania
- Adrian Cioroianu - Ministro degli Esteri della Romania
Negli ultimi giorni si è fatto un gran clamore dipingendo i rumeni come “delinquenti” e “criminali” con il risultato di far insorgere alcune frizioni fra i due paesi. Nulla di più falso. Anzi, ciò ha fatto emergere ancora di più la consapevolezza che solo una solida amicizia e collaborazione fra Nazioni può risolvere effettivamente i problemi. Come ci può essere crisi nei rapporti fra Italia e Romania quando le nostre relative radici storiche e culturali risalgono a una comune matrice chiamata Roma? La necessità di oggi e di domani è di incrementare maggiormente la collaborazione per assicurare un miglior grado di “governance” alla complessa realtà che ci circonda. Collaborazione che rappresenta il leit motiv del ragionamento sviluppato dal Ministro degli Esteri Adrian Cioroianu durante l’intervista gentilmente concessaci.
La Romania da dieci mesi è entrata nell’Unione Europea. Qual’è la posizione ufficiale del Governo romeno in riferimento a questo storico evento?
L’entrata nell’Unione Europea è stato un punto di arrivo per la Romania e i suoi cittadini. E’ stato il risultato degli sforzi congiunti di tutta la nostra società, sia del Governo che dei cittadini coinvolti entrambi per raggiungere uno scopo positivo. L’entrata è una promessa di sviluppo e di prosperità per il nostro paese come anche una notevole chance per le generazioni a venire di una vita migliore. Come un nuovo membro dell’Unione Europea, noi godiamo di opportunità di sviluppo. Assieme ai nostri partner europei e colleghi decidiamo ciò che è meglio per l’Europa, ma anche per la Romania. Noi promuoviamo i nostri interessi formando un rapporto di partnership con gli altri stati membri in relazioni a specifici argomenti. Noi utilizziamo le nostre capacità per risolvere i problemi. Noi lavoriamo con uno spirito comunitario davvero forte per trovare soluzioni che ci aiutino a vivere meglio.
In che modo stata consolidando i buoni risultati raggiunti?
Il primo anno di adesione ha sempre rappresentato per i nuovi stati membri un periodo di profondi aggiustamenti e scommesse. Prima dell’entrata, la Romania è andata incontro a un tremo processo di trasformazione in tutti i settori politici, economici e sociali al fine di costruire un profilo del paese più maturo e competitivo. Non c’erano prospettive di cambiamento in seguito a quella parte di riforme da fare dopo la nostra entrata nell’Europa Unita. Dovevamo perseverare nel raggiungere gli obiettivi prefissati e implementare quello che avevamo già ottenuto. La Romania continuerà a sviluppare le sue capacità di essere parte attiva nei meccanismi europei e nei relativi processi. In una prospettiva più lontana, la Romania è determinata a consolidare i buoni risultati raggiunti e diventare un partner affidabile con un contributo sostanziale alle politiche e progetti comunitari.
Per voi entrare nell’Unione Europea è un punto di arrivo o di partenza?
Per noi l’entrata è un po’ tutte le due cose in quanto fine di un processo e inizio di un altro. Noi siamo entrati in una nuova fase detta di integrazione che è un qualcosa di differente rispetto alla mera adesione, sia in termini di scommessa che in termini di risultati. Mentre l’obiettivo dell’entrata è essere membro dell’Unione Europea, l’integrazione riguarda non solo la sola Unione, ma i benefici ai cittadini alò fine di portare il nostro impeto positivo al processo integrale dell’Unione Europea. In riferimento allo stadio dell’integrazione abbiamo appena cominciato il periodo della nostra adesione, ma devo affermare che siamo del tutto compenetrati agli obiettivi europei.. Già siamo parte attiva in riferimento al dibattito riguardante la volontà di essere più vicini ai nostri cittadini apportando costruttive e referenziate idee guida ai progetti europei.
Quali sono i sentimenti del popolo rumeno in quanto ora cittadino d’Europa?
I rumeni guardano a questo nuovo status con un senso di soddisfazione e di orgoglio che nasce dall’aver raggiunto un sogno covato da molto tempo. Naturalmente devono cercare di bilanciare l’immediato ottimismo dovuto al fatto di essere cittadini europei e aver sconfitto un certo scetticismo con la responsabilità e la sfida conseguenti al fatto di avere un nuovo status e di dovere affrontare un processo di modernizzazione. Come le ricerche statistiche di Eurobarometer mostrano, anche l’ultima, i rumeni sono molto ottimisti in riferimento all’Europa. Credo che questo sia una bella spinta di positività per la nostra politica interna e per la nostra leadership. Noi abbiamo una dote morale e una responsabilità politica di capitalizzare questa fiducia e di prendere le giuste decisioni per ottenere concreti benefici dalla nostra adesione all’Unione Europea. Vorrei far notare che mentre gli altri cittadini europei si dimostrano preoccupati circa disoccupazione, terrorismo e immigrazione, i rumeni sono più preoccupati circa i prezzi alti, la pensione, il sistema sanitario, le tasse e lo sviluppo economico del loro paese. Perciò dobbiamo agire in una maniera di dover migliorare sempre di più le condizioni di vita in modo che i benefici derivanti dal fatto di essere membri dell’Unione Europea siano divisi fra più cittadini possibili e far si che il popolo romeno senta davvero il fatto di essere parte dell’Unione Europea. Non c’è bisogno di menzionare i continui progressi della società romena che provocheranno un’elevazione sicura del profilo del contributo romeno all’Unione Europea. Questo è perché teniamo in massima considerazione il voto di confidenza che il romeno ci ha affidato e il suo entusiasmo circa l’adesione all’Unione Europea.
In quali campi voi credete che la Romania sia ancora carente in riferimento alle regole imposte dall’Unione Europea?
La nostra entrata nell’Unione Europea rappresenta la continua di un processo iniziato già da tempo e il punto di partenza per nuove riforme, specialmente nei campi della giustizia e della lotta contro la corruzione. La Romania ha raggiunto in questi ultimi anni importanti progressi in questi campi se teniamo conto che il punto di partenza e la sfida erano di non poco valore. Stiamo concentrandoci nel potenziare quanto abbiamo raggiunto in differenti campi come consolidare l’efficienza, la trasparenza e l’imparzialità del sistema giudiziario, la modernizzazione della direzione delle corti e degli uffici dei procuratori, facilitare l’accesso ai cittadine delle procedure giudiziarie, migliorare il management delle risorse umane, come anche delle strutture giudiziarie; perseguire nelle investigazioni di casi molto gravi di corruzione e agevolare l’attività dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità appena fondata. Il processo è davvero irreversibile.
Come la Romania può aiutare l’Europa ad essere più unita e forte?
Sia l’unità che la diversità dei suoi membri da all’Unione Europea la necessaria forza di essere un attore influente nel governo mondiale. Questo equilibrio fra cose che uniscono ed altre che sono diverse ci rendono dinamici nella nostra attività in riferimento al processo di costruzione di un’identità Europea politica, economica e militare. Al punto in cui siamo, la Romania e i suoi partner europei hanno una chance unica di implementare questo processo enfatizzandolo e istituzionalizzandolo in termini di unità e valori condivisi nell’ottica di superare le questioni che ci dividono. E’ esattamente questo equilibrio fra valori e interessi che la Romania vuole partecipare a rendere definitivo nel processo di costruzione dell’unità europea e nella promozione degli interessi dell’Europa nel resto del mondo. Costruendo sulla propria esperienza, la Romania si riallaccerà ai fondamentali valori dell’Unione Europea rifiutando qualsiasi doppio standard o compromesso nell’arena internazionale in termini di diritti umani e del potere delle leggi, mentre assumerà responsabili maggiori per la stabilità e lo sviluppo economico di altre parti del mondo. Se saremo pronti a difendere questi principi assieme, allora avremo buone speranze che l’Unione Europea aumenterà costantemente la sua unità interna come anche il suo potere verso l’esterno e il prestigio globale. Cosa rappresenta l’Europa per la Romania? Un sogno diventato realtà?
L’Europa ha un doppio significato per la Romania: da un lato è il risultato di anni di duro e prammatico lavoro e dall’altro è il ritorno in una famiglia che è sempre stata nostra. Per noi, l’Europa significa più dei regolamenti, delle direttive e del lavoro da sviluppare a Bruxelles. L’Europa è, prima di tutto, un insieme di valori come libertà, democrazia, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Da questo punto di vista, l’Europa rientra negli standard per i quali abbiamo sempre lavorato, lottato e operato. Tuttavia, a parte di come vediamo l’Europa, un sogno, un’idea o una mera organizzazione, noi dobbiamo fare del nostro meglio per portare avanti il progetto iniziato più di 50 anni fa, al fine di renderlo più profondo e in progresso, per renderlo, cioè, più efficiente e portarlo più vicino ai suoi cittadini.
Credo che lo stato delle relazioni fra Italia e Romania sia molto eccellente. Come svilupparle?
Le tradizionali amichevoli relazioni fra la Romania e la Repubblica di Italia hanno registrato un sostanziale progresso negli ultimi decenni in ogni settore, specialmente quelli politici ed economici, in seno a un disegno di partnership strategica iniziata 10 anni fa. Noi stiamo per firmare un aggiornamento della Dichiarazione Congiunta dei Ministeri degli Esteri della Romania e della Repubblica di Italia in riferimento al consolidamento della partnership strategica fra Italia e Romania. Ciò accadrà nel corso dell’imminente visita in Romania (novembre 2007) di sua eccellenza Massimo D’Alema Ministro degli Esteri italiano. Noi abbiamo un dialogo politico molto intenso che è stato rafforzato nel corso degli anni dalle visite a Bucharest (gennaio 2007) di sua eccellenza Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri, e di Sua Eccellenza Calin Popescu-Tasriceanu, Primo Ministro della Romania a Roma a luglio di quest’anno. La nostra entrata nell’Unione Europea ha offerto nuove opportunità per un ulteriore sviluppo della cooperazione fra I due Stati in tutti i campi. L’Italia è un partner strategico della Romania, e c’è una stretta cooperazione fra i due paesi nella Nato e nell’Unione Europea. Ci sono forti e ricche relazioni bilaterali in campo culturale basate sulle storiche affinità in termini di lingua e cultura. Noi esprimiamo la nostra soddisfazione che l’Italia sia il primo partner commerciale della Romania nell’ultimo decennio, anche considerando il fatto della registrazione di aziende straniere che operano nel nostro paese. Abbiamo un solido potenziale per andare oltre nella nostra cooperazione come: produzione di gas e sua distribuzione, trasporto e procedimenti di raffinazione di prodotti petroliferi, strade, infrastrutture ferroviarie, industria aerospaziale.
Molti italiani fanno confusione fra popolo romeno e la minoranza rom, cosa fare per risolvere il problema?
I membri della minoranza rom sono qualche volta cittadini rumeni così da essere legittimati in riferimento alla loro nazionalità romena. Ma, qualche volta, essi possono essere cittadini italiani. Facciamo un esempio: si può fare confusione fra il termine Rom e il termine romani solo perché ci sono delle assonanze? O fra i Rom slovacchi, ungheresi, bulgari, austriaci e spagnoli, o “gitani” visto che sono ben 10 milioni e vivono sparsi in tutti i paesi europei? Spero che sia l’Italia che nessun altro stato approfittino di questa situazione per un diniego dei diritti civici in base all’etnicità oppure al colore della pelle. L’ultimo secolo ha dimostrato in modo tragico dove possa portare l’esclusione politica di gruppi di persone per ciò che sono e non per quello che fanno. Noi non dovremmo drammatizzare questa confusione. Al momento, si offenderebbe qualcuno se non fosse associato a uno degli sfortunati clichés di discriminazione in base ai quali i rom sono automaticamente mendicanti, ladri o altre tipologie di criminali? Io credo che tutto ciò sarebbe rischioso perché qualcuno potrebbe far confusione fra i siciliani e la Mafia o fra la Germania e il Nazismo. Non dovremmo, piuttosto, ammettere che I rom, siano essi rumeni o di alter nazionalità, sono tutti cittadini che hanno gli stessi diritti di libertà che l’Unione Europa riconosce come proprio valore fondante? Molti rom, a causa di secoli di schiavitù e di discriminazioni, hanno sofferto di estrema povertà e di tutte le conseguenze che ciò comporta, ma non ci sono ragioni per escluderli. Al contrario, come afferma la Commissione Europea i riferimento alla decisione per l’Anno delle Eguali Opportunità: “svantaggi sperimentati dai rom e sinti sono notevoli e su vasta scala nella struttura sociale che azioni positive devono essere poste in essere per rimediare alla natura della loro esclusione”. La Romania ha forse una delle più importanti comunità rom dell’Europa. Noi stiamo lavorando sodo per migliorare le loro condizioni sociali, economiche e di formazione. Stiamo combattendo tutte le forme di discriminazione e non c’è possibilità di fare confusioni fra rom e maggioranza romena. Se i politici riusciranno, se i membri della minoranza rom riusciranno a raggiungere standard di vita e di educazione migliori in riferimento agli standard medi della Romania, allora il problema della confusione non avrà modo di esistere.
Quali le più importanti priorità della politica estera romena?
Ci sono tre priorità che voglio indicare: il ruolo nella Nato, nell’Unione Europea e sviluppare la presenza della Romania all’estero. In riferimento alla prima priorità la Romania organizzerà un summit della Nato che si terrà in Romania ad aprile del 2008. Questo evento è voluto per riflettere il nuovo ruolo della Romania e le sue ambizioni in riferimento all’area Euro-Atlantica come partner affidabile e capace di essere protagonista nella definizione dell’agenda. Certamente l’obiettivo è migliorare il livello della sicurezza in tutta la comunità euro-atlantica. La decisione della Nato di invitare nuovi paesi a far parte dell’Unione Atlantica è un argomento di grande interesse per la Romania, dato l’impatto diretto nella stabilizzazione dei quadranti sud e est. Perciò noi siamo molto interessati in questo processo di allargamento e siamo fiduciosi che il summit di Bucharest sarà un momento di questa prospettiva. Nel processo di preparazione a questo summit, noi intenderemmo portare una congrua contribuzione al processo di riforma della Nato. Mi riferisco alla riforma dell’Alleanza in sé e alla riformulazione del concetto di sicurezza in riferimento ai vicini di Nord Est e Sud Est della Romania, includendo anche la Moldova, affinché siano integrati nella struttura di sicurezza della Nato. La nostra seconda priorità deriva dal nostro impegno affinché il profilo della Romania sia più pragmatico e capace di accentrare consenso in seno a una Europa riformata e più forte. L’adozione e la ratifica del Trattato di Riforma dal 2009 dovrebbe essere solo un primo passo. Ha necessità, infatti, di essere completato dall’applicazione della riforma del mercato interno oppure dallo sviluppo di linee guida comuni in importanti campi come la sicurezza e l’energia. Il buon esito dell’implementazione di progetti come l’oleodotto Nabucco dipende dalla continuità di azione che riusciremo a dare della regione del Mar Nero assieme ai nostri partner. Una propensione alla democrazia, a una soddisfacente “governance”, a un’economia di mercato e al rispetto dei diritti umani in quest’area è essenziale per la sicurezza militare, economica e umana dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica nei prossimi decenni. Tuttavia, tutto questo è possibile solo apportando un senso di coerenza in tutti i progetti regionali, iniziative e istituzioni dove la Romania può agire da elemento catalizzatore. In riferimento a una maggiore presenza della Romania all’estero, garantisco che metteremo in essere un supporto organizzativo ed economico per le comunità rumene in modo che esse siano più unite e maggiormente connesse con la loro patria. Essi rappresentano un grande potenziale per la Romania e noi desideriamo motivare il maggior numero di essi a ritornare da noi per sostenere i nostri sforzi di modernizzazione del loro paese. Dal momento che il welfare e l’identità dei rumeni all’estero poggia sul rispetto dei loro diritti, la Romania eserciterà il massimo rispetto per le minoranze di tutto il mondo. Come Segretario per il 2007 e il 2008 dell’appena creato Consiglio dell’Onu per il Diritti Umani, io voglio giocare un ruolo decisivo nell’innalzare il profilo, il ruolo e la legittimazione dell’istituzione in seno al processo di decisione dell’Onu, nello spirito di rispetto per i diritti dell’uomo e per i diritti riguardanti le minoranze.
La Romania è un ponte per l’Asia Centrale, quale il ruolo che voi intendete svolgere in questo settore?
I paesi dell’Asia Centrale sono di massima importanza strategica per l’Europa e la comunità internazionale a cause delle gigantesche risorse petrolifere che essi posseggono come la loro posizione strategica a metà dell’Euroasia e il loro vasto potenziale economico. La regione è in generale afflitta da innumerevoli pericoli e rischi che i paesi di quell’area stanno cercando con ogni mezzo di mitigare mediante notevole cooperazione internazionale. Questo spiega il sorgere di forti interessi in quella zona di attori internazionali come gli Usa, la Russia, la Cina, l’Unione Europea come anche di potenze regionali. Il Consiglio d’Europa nel giugno 2007 ha adottato la strategia per la nuova partnership UE/Asia Centrale, un documento preparato assieme agli stati facenti parte di quell’area. La Romania ha preso parte al progetto dai suoi inizi e ha attivamente partecipato assieme alla presidenza tedesca nel strutturarlo e nel definire i campi di cooperazione. La Romania è decisa di ingaggiarsi in prima persona nell’implementazione di questa strategia. Noi consideriamo che un approccio bilanciato a tutti i campi della cooperazione (potere della legge, buona “governance”, democrazia, educazione, cultura, sviluppo economico, investimenti, energia e trasporti, ambiente e management delle acque, soluzione di nuovi pericoli) sia molto importante e dovrebbe sortire buoni risultati sia per l’Unione Europea che per l’Asia Centrale. Gli stati dell’Asia Centrale giocano un ruolo importante nelle relazioni politiche ed estere della Romania, specialmente in riferimento alla sicurezza energetica. E’ interesse della Romania che questi paesi asiatici continuino una sicura e lunga partnership con il nostro paese con lo scopo di assicurare la sicurezza energetica nostra e dell’Europa. La Romania ha missioni diplomatiche in Kazakhstan, Uzbekistan e Turkmenistan, mentre l’ambasciatore in Kazakhistan è anche accreditato nel Kirgizstan e nel Tajikistan. La Romania sta lavorando per far capire a quei paesi I vantaggi dall’aderire ai progetti Nabucco e Peop (Constanta-Trieste) riguardanti l’energia. In quest’ottica ho visitato il Kazakhistan e stiamo per ricevere la visita del presidente del Kazakhistan il prossimo mese. IL corridoio Mar Caspio/Caucaso del Sud/Mar Nero è il passaggio naturale più breve per il transito delle risorse energetiche dall’Asia Centrale e per il flusso delle merci fra Asia e Europa. In questo passaggio la Romania desidera ottenere buoni vantaggi i riferimento alle capacità infrastrutturali del Mar Nero (terminal petrolifero e delle merci) come anche dalla sua capacità di funzionare come paese di transito verso il cuore dell’Europa. In questa ottica, vorrei indicare che c’è un forte incremento di collaborazione fra le amministrazioni dei porti di Constanta (Romania), Bitumi (Georgia) e Aktau (Kazakhistan).
In che modo il Mediterraneo è strategico per il vostro paese?
Il Mediterraneo rappresenta un’area tradizionale per gli interessi della nostra politica straniera in quanto abbiamo sviluppato delle relazioni a lungo termine con molti paesi facenti parte di quell’area. Da una prospettiva più ampia, noi come Romania siamo coinvolti fortemente ad assicurare stabilità, sicurezza e prosperità a tutta quell’area. La Romania è intenzionata a giocare un ruolo ancora più importante e attivo nel quadro della Politica Europea di Prossimità in previsione di contribuire a rendere più vicina l’Unione Europea e a costruire un coinvolgimento costruttivo di tutti gli attori presenti nell’area. Il corridoio Mar nero/Mar Mediterraneo deve essere attenzionato in relazione all’aumento dei fenomeni illegali di immigrazioni e al traffico illegale in ogni campo (persone umane, droga e armi) come anche della proliferazione del terrorismo in aree viciniori all’Unione Europea. Poiché l’insicurezza non ha frontiere, è necessario combattere i rischi provenienti dal Mar Mediterraneo che possono unirsi a quelli attivi nel Mar Nero. Tutto questo dovrebbe essere considerato un punto fondamentale della politica dell’Unione Europea al fine di assicurare una più stabile e tranquilla configurazione dinamica a quella zona. A tal proposito, stiamo attivamente promuovendo l’emersione di una emergenza dell’area del Mar Nero non troppo dissimile da quanto sta già succedendo nell’area euro-mediterranea.
Uno dei problemi più impellenti per ogni nazione è quello dell’energia e delle sue fonti, come si sta attivando il vostro Governo?
Una delle maggiori sfide che deve affrontare l’Unione Europea è quella di ricercare la sicurezza delle sue fonti di approvvigionamento in relazione all’aumento della domanda di risorse energetiche che sta avvenendo in Europa negli ultimi anni. Sapete l’Europa ha una dotazione limitata di risorse e stiamo vivendo un periodo di notevole competizione industriale in relazione alle risorse energetiche. In riferimento a questo argomento, la Romania si sta impegnando attivamente per sviluppare una politica europea dell’energia e di un omnicomprensivo approccio che combina differenti misure come rinforzare il mercato interno energetico, diversificare le fonti di approvvigionamento e le possibilità di approvvigionamento e infine proteggere l’ambiente. In riferimento al nostro livello di Nazione, la strategia energetica 2007-2020 approvata dal Governo intende assicurare il nostro paese di constanti rifornimenti energetici basati su una concezione eco-sostenibile dello sviluppo energetico. Come indicato nella strategia approvata il diversificare le fonti e le possibilità di approvvigionamento è uno dei nostri obiettivi più importanti. Perciò, la Romania promuove gli oleodotti Nabucco e Peop. Il gasdotto Nabucco contribuir5à a diversificare le importazioni di gas in Europa aggiungendo una quarta fonte a quelle già esistenti e provenienti da Russia, Mare del Nord e nord Africa. Il progetto recherà benefici a tutti i partner coinvolti, ossia produttori, consumatori e paesi di transito, e svilupperà la competizione nel settore del mercato del gas nella regione. Perciò noi diamo il benvenuto al coinvolgimento dell’Unione Europea in questo progetto e supporteremo gli sforzi del coordinatore europeo del corridoio Mar Caspio/Europa Centrale Jozias van Aartsen. L’oleodotto Peop da Constanta a Trieste permetterà di avere una strada più sicura per l’esportazione del petrolio dal Mar Caspio all’Europa. Lo sviluppo di questo progetto è stato rinforzato mediante il coinvolgimento della Commissione Europea nel processo di adozione il 3 aprile nel corso di una conferenza che si è tenuta a Zagabria avente lo scopo di realizzare un supporto reale al progetto da parte di tutti i paesi partecipanti Sicurezza della fornitura è anche un’attestazione di una situazione stabile nell’area per attrarre investimenti nel settore dell’energia. Per questi motivi, la Romania promuove lo sviluppo e l’estensione del Trattato Comunitario sull’Energia al fine di costruire un competitivo e consolidato mercato regionale dell’energia integrato nel più generale mercato europeo.
La cultura può aiutare ad ottenere un più soddisfacente livello delle relazioni?
La cultura ha sempre avuto il compito di creare una fortissima unione fra gli esseri umani, influenzandone i valori, il modo di vedere e la struttura delle relazioni umane. Tuttavia oggi, il colmare i gap di cultura è un’espressione molto comune negli affari internazionali. Noi viviamo in un mondo multi-polare e a più civiltà dove i governi spesso usano la cultura negli affari internazionali promuovendo la propria cultura, musica, mezzi di comunicazione e visioni. La diversità filosofica, linguistica e culturale sono aspetti importanti di vivere in una società più ampia e adattabile. Un dialogo fra le culture è più che necessario di prima e ha influenzato il commercio, l’economia e le problematiche riguardanti la sicurezza. I rumeni hanno una fortissima tradizione europeista, essi portano avanti un modello di cultura fatto di dialogo, accoglienza e mutuale apprendimento. Vivere per secoli a un crocevia di civiltà ci ha permesso di sviluppare una forte enfasi sulle problematiche culturali. E ora siamo agli inizi di una nuova era.
Siete ottimista sull’avvenire del vostro paese?
Certamente. Sono ottimista in riferimento al modo con cui la Romania si svilupperà nei prossimi anni. Allo stesso tempo, sono realista che futuri sviluppi non potranno aversi senza una visione e senza un duro lavoro da parte degli attori pubblici e privati. Soltanto questa particolare visione della Romania vista come democrazia matura, economia forte, partner affidabile e attore influente nell’arena europea e internazionale darà un senso e energia ai nostri sforzi.
In sede di commiato intendo ringraziare l’Addetto Stampa dell’Ambasciata di Romania in Italia Dr.ssa Maria Artene per aver reso fattibile e possibile la mia richiesta di intervista al Ministro degli Esteri Adrian Cioroianu.
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