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La notte è con me (ulteriori riflessioni)

Continua il nostro viaggio riguardante la notte, il Misticismo e l’Assoluto

di Emanuele G. - martedì 4 maggio 2021 - 1765 letture

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 11^)

Nella parte 10^ abbiamo scritto “L’ambiente dove si svolge il Misticismo è la notte che diventa l’ancella del Misticismo e permette all’esperienza del Misticismo di raggiungere i migliori risultati”. Perché questo può esplicarsi solo di notte? La notte è quella parte del giorno dove prevale la riflessione e il ragionamento. Il silenzio che circonda la notte permette di meglio sviscerare le caratteristiche precipue dell’essere umano. Come – e l’ho già accennato sopra – la riflessione e il ragionamento. Entrambi aprono l’essere umano al vivere esperienze particolari e straordinarie. Che durante il giorno non sarebbe possibile. Le esperienze singolari e straordinaria hanno come ambito d’eccellenza la notte. Durante quel periodo tutto è fattibile. La notte è la porta d’ingresso per vivere qualcosa che è in diretta opposizione con il giorno, ma che diverrà poi il sale del tuo agire diuturno. Che potenza spirituale evoca la notte. La notte ti porta in una dimensione del tutto sconosciuta e lo fa con il silenzio e la “fulguratio” ossia lampi di luce. In breve, il silenzio e la “fulguratio” predispongono l’essere umano a ricevere le stigmate di un’esperienza unica con l’Assoluto. Non c’è solo il silenzio oppure la “fulguratio” che permettono l’avvenimento di tale portata. E’ tutto il complesso della notte che sospinge in quella direzione. Il cielo che si apre sull’universo. I bagliori delle stelle capaci di illuminare la notte con una luce particolare. I rumori della notte come ad indicare i processi metabolici della medesima. La notte è un insieme di aspetti unici e codesti aspetti unici fanno si che l’esperienza con l’Assoluto diventi un evento vero e tangibile. La notte, per dunque, diventa l’ancella del Misticismo poiché senza le sue caratteristiche l’esperienza mistica non può avvenire. Avviene proprio in quanto la notte è corredata di caratteristiche ne permettono l’avvenimento. La notte mediante il silenzio o la “fulguratio” assumono le caratteristiche di prodromo per l’esperienza mistica che si sostanzia nell’incontro con l’Assoluto. Quindi abbiamo un seguente schema che dobbiamo tenere a mente quando intendiamo l’Assoluto di cui il Misticismo è lo strumento operativo. Lo schema è il seguente:

N O T T E

SILENZIO e “FULGURATIO”

MISTICISMO

INCONTRO CON L’ASSOLUTO

Credo che il discorso abbia una sua logica poiché la notte è l’ambiente ideale del Misticismo preannunciato dal silenzio e dalla “Fulguratio” che diventano allora gli elementi di dispiegamento dell’esperienza mistica avente come fine ultimo l’incontro con l’Assoluto. Senza la notte l’esperienza mistica non avrebbe la capacità di mostrarsi al mondo.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 12^)

L’iniziazione all’esperienza mistica avviene per “fulguratio” o lampi di luce. Si manifestano nel tuo animo e la tua persona comincia ad addentrarsi in un’esperienza unica per la sua vitA. Quando avviene codesto fenomeno è il momento che l’essere umano destinato all’incontro con l’Assoluto attende con particolare fervore e gioia. Fervore in quanto attraverso codesta esperienza lui da un migliore cattolico. Gioia perché l’incontro con l’Assoluto è sempre occasione di gioia poiché la tua Fede diventa piena e faconda. La “fulguratio” - come già affermato innanzi – avviene di notte ed è immanente. Non ha modalità ben precise. E’ l’iniziato che la deve sentire in sé come un lampo di luce che si manifesta senza alcun preavviso o segno premonitore. La “fulguratio” arriva all’improvviso ed è un tale sconvolgimento per la vita dell’essere umano che sta per incontrare l’Assoluto da determinare un gioco di sincretismi fra l’essere umano, l’Assoluto e il Creato. Quando l’essere umano sente accendersi la “fulguratio” sembra che sia trasportato in un altro mondo dove le leggi terrene non valgono. Infatti, valgono le leggi dell’Assocluto ed è il regno del Misticismo strumento mediante il quale ci si avvicina all’esperienza dell’incontro con l’Assoluto. Quindi abbiamo la Notte che diventa ancella del Misticismo e quindi dell’Assoluto, l’attesa piena di gioia e l’accensione della “fulguratio”. Questo è il percorso mediante il quele l’iniziato – ovverossia noi tutti – dobbiamo seguire per vivere l’esperienza Mistica e, di conseguenza, la manifestazione dell’Assoluto. Sono momenti di grande tensione psicologica e morale. E’ raro, infatti, assistere a codesti momenti nella vita di tutti i giorni. E’ un’esperienza unica, fondamentale, fondativa e ristoratrice. Unica perché non si ripeterà. Fondamentale perché fa le fondamenta all’iniziato del proprio essere figlio di Dio o dell’Assoluto. Fondativa poiché fonda nell’essere umano l’esperienza di Dio e ne da nutrimento. Ristoratrice, infine, in quanto un’esperienza del genere rigenerare la propria anima e la predispone a una nuova vita. Ma tutto si origina quando si manifesta la “fulguratio”. E’ un lampo di luce come si diceva. Non è un rumore, anzi.... E’ un sentimento che nasce dentro l’iniziato a poco a poco come un senso di libertà e leggerezza. Libertà e leggerezza che danno il via alla totale manifestazione della “fulguratio” che inonda di sé l’intera persona dell’iniziato e gli fa iniziare quel viaggio iniziatico che è poi il Misticismo in sé e per conseguenza l’avvento del incontro memorabile con l’Assoluto o Dio. La “fulguratio” accende l’animo dell’iniziativa e lo predispone all’avventura la più essenziale della sua vita., l’incontro con il Lui creatore di ogni essere vivente e cosa. E’ una sensazione dolcissima essere oggetto di una “fulguratio” poiché non incide negativamente sul tuo spirito oppure sul tuo corpo. E’ un vento che si manifesta in te e ti apre ad orizzonti che mai avresti creduto poter vedere e vivere. E’ un liberarsi di tutto quanto abbiamo di materiale per assumere la configurazione di puro spirito. Cioé la condizione ideale per essere un Mistico e vivere l’incontro con l’Assoluto. E’ un perdersi dolcemente nelle amorevoli braccia della notte e dell’Infinito che sono elementi essenziali del Misticismo e dell’incontro con l’Assoluto. Il Misticismo ha bisogno della notte per esplicare meglio la sua potenza divina e dell’infinito perché proietta l’essere umano verso lo spazio illimitato del Creato. Notte, infinito e Creato frutto dell’immane processo creativo posto in essere dall’Assoluto per creare ciò che siamo e ciò che dovremo essere. La “fulguratio” in tale sistema ha un ruolo centrale. E’ la chiave d’accesso a questa esperienza che ricordo unica, fondamentale, fondativa e ristoratrice. La “fulguratio” è necessaria ed utile perché avvenga l’esperienza mistica e l’incontro con l’Assoluto. Quindi capite l’importanza di tale passaggio?

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 13^)

L’iniziato è solo con la sua coscienza e apre il suo io all’incontro totalizzante con l’Assoluto. E’ un’esperienza straordinaria in quanto l’iniziato mette in gioco per la prima volta nella sua vita tutto il suo essere, tuto il suo passato, tutto il suo io e tutta la sua persona. Ne converrete che si tratta di un evento di una tale portata etica e morale che va oltre il normale modo di concepire le esperienze. E’ un’esperienza che non ha precedenti e ha come obiettivo il cambiamento totale della persona non in funzione utilitaristica, ma in funzione di una migliore qualità di vita. Incontrare l’Assoluto dee diventare un’occasione irripetibile per mettersi in gioco e scommettere sul buon esito dell’incontro con l’Assoluto. La notte, la “fulguratio”, il Misticismo e l’Assoluto sono gli strumenti mediane i quali l’uomo scommette sulla sua vita. Una scommessa che non ha eguali poiché travalica la normalità della vita di tutti i giorni. E’ un procedimento lento in quanto originato da un matrimonio indissolubile fra il credere e il capire. Il credere per Fede e il capire come sviluppo razionale del proprio comportamento. Non è facile far rimare assieme Fede e “ratio” . Eppure in quell’esperienza i due antagonisti storici si ritrovano assieme ed aiutano l’iniziato a vivere un’esperienza che definire unica è davvero riduttivo. In quell’esperienza l’iniziato chiama a sé tutto il suo io per una scommessa fondamentale sulla sua vita. Ossia uscire dall’incontro con l’Assoluto piàù forte e sicuro della propria Fede. Pronto a spendersi per il bene della Fede nella vita di tutti i giorni vivendo ogni giorno con Carità, Pietà, Compassione, Grazia e Amore. Il Misticismo ha questa di funzione. E’ un’esperienza di trasmutazione dell’iniziato o della persona umana che non ha precedenti. In quei momenti così carichi di tensione e bellezza l’iniziato fa maturare quanto c’è di buono in lui per implementarlo nella vita di tutti i giorni. Vivendo, cioé, una vita improntata ai valori fondanti del Cattolicesimo. Naturalmente codesto vivere non deve essere intermittente, ma continuativo. Chi scegli di vivere la propria vita secondo i canoni della Fede non può scegliere i momenti più opportuni, ma è un’esperienza continua che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni terrestri. L’iniziato è, quindi, solo con la sua coscienza e vi scava fino in profondità affinché possa far sorgere quanto di bello c’è in lui. Perché l’Assoluto vuole questo. La bellezza gioiosa di una Fede capace di far muovere il suo io e il resto del mondo. La Fede diventa il motor mediante il quale l’Assoluto mette in marcia la spiritualità dell’iniziato e la rende carne e sangue del suo proprio essere. Nell’incontro con l’Assoluto l’iniziato sa che la Fede è un’entità totalizzante che prende la carne sua e il suo sangue per offrirlo come segno di alleanza fra il Mondo e l’Assoluto o Dio. In quei momenti così carichi di “passione” l’iniziato diventa il trait d’union fra il mondo dell’Assoluto e il mondo quotidiano. Al fine di creare le basi di una nuova alleanza fra ciò che si vede, ma si percepisce, e ciò che si vede materialmente. Alla fine dell’esperienza l’iniziato è un “uomo nuovo” nel senso che ha riflettutto sul suo essere ed ha aperto la sua vita a nuovi orizzonti. L’Assoluto è essenziale per la vita quotidiana di ognuno di noi in quanto ne rafforza le qualità e ne permette il suo implementare sereno e pieno di amore nella vita di ogni giorno che diventa il terreno su cui si scommette. Dove scommette le stigmate della Fede che ha ricevuto nel corso dell’incontro con l’Assoluto. Un incontro che ha bisogno della notte per essere davvero un’esperienza mistica al più alto grado morale ed etico.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 14^)

L’Assoluto si manifesta con le succitate “fulguratio” che fungono da debutto dell’altissima esperienza di incontro con l’Assoluto che per ogni cristiano rappresenta il massimo della propria esperienza cristiana. E’ un quadro unico quello rappresentato dall’esperienza mistica. Un quadro capace di cambiare per sempre la vita dell’iniziato. Non si tratta di un semplice incontro quello che sta per avvenire, ma l’incontro con l’Assoluto. Con colui il quale ha creato tutto ed anche, di conseguenza, te stesso. L’esperienza che gli si prospetta aprirà all’iniziato le porte del Paradiso ossia il luogo della beatitudine celeste infinita. Il luogo dove risiedono i giusti che in terra g- grazie al loro comportamento – hanno dato una meravigliosa dimostrazione del loro essere figli di Dio. Sono stati uomini di Fede che l’Assoluto li ha inviati nel Paradiso affinché possano godere della visione di Dio per sempre e nel sempre. Non ci sono parole per esprimere la meraviglia che emana quest’esperienza che sta per essere vissuta dall’iniziato. L’acclararsi di un desiderio insito nell’uomo fin dalla nascita. Cioé l’incontro con chi ti ha creato. Deve essere questo l’obiettivo della vita di ognuno di noi. Ossia avere la possibilità di dare carne e sangue al proprio essere cattolico. Appartenente a quella immensa “comunità di grazia” che è rappresentata dal Cristianesimo. E quell’incontro suggella in maniera definitiva l’alleanza fra l’iniziato e l’Assoluto. Un’alleanza non solo creata con la carne e il sangue del sacrificio ultimo di Gesù Cristo sul Golgota, ma da un insieme di valori ed atti che ne distinguono il carattere prettamente cristiano della sua esperienza. Mi riferisco alla Grazia, alla Pietà, alla Compassione, all’Empatia, alla Misericordia. Ancelle della Fede che ne aiutano il suo operato all’interno dell’iniziato che nei suoi rapporti con il mondo di fuori. La scommessa è di modificare questo mondo così materialista in un’entità spirituale dove regni per davvero l’Amore per il Signore. In quest’ottica la “fulguratio” gioca un ruolo essenziale. E’ l’Alfa di quell’esperienza unica e memorabile che sarà l’incontro con l’Assoluto. La “fulguratio” è la fase prodromica al succitato incontro. E’ un a sensazione particolare che si impadronisce dell’anima dell’iniziato e lo spinge nella direzione di cominciare un percorso del tutto particolare ed unico che lo porterà alla fine all’incontro con l’Assoluto. Senza la “fulguratio” non c’è nessuna esperienza che può essere messa in opera. Nel corso della “fulguratio” l’iniziato sperimenta se è effettivamente pronto per l’incontro. Perché può anche succedere per tutta una serie di circostanze che l’iniziato non sia ancora pronto per l’incontro con l’Assoluto. Le motivazioni sono delle incrostazioni di vita materiale fin troppo evidenti, tutta una serie di comportamenti che non si legano con una vita di carattere mistico e il fatto che il nostro animo non corrisponde con i principi che sovrintendono all’incamminarsi verso una dimensione mistica da cui si origina l’incontro con l’Assoluto o Dio. Ecco perché la “fulguratio” è così importante e fondamentale. Non è il semplice avviso che sta iniziando il percorso per eccellenza per ogni essere umano, ma è una stazione di verifica per l’iniziato stesso. Una stazione ove comprende se è pronto o meno per l’incontro con l’Assoluto o Dio. Non è un momento qualsiasi. Anzi, forse è il più importante perché in quei momenti in cui la “fulguratio” si manifesta l’iniziato ha una perfetta visione di sé e del suo io. E capisce se è quel perfetto cattolico degno di incontrare l’Assoluto per divenire un essere completo in grado nella vita di ogni giorno di assumersi tutte le sue responsabilità come cattolico che ha vissuto l’esperienza fondativa dell’incontro con Dio. Nelle ’fulgurationes” l’iniziato testa la sua prontezza a essere un cattolico perfetto e non un simil-cattolico come purtroppo è pieno il mondo di oggi. La fede è un aspetto serio ed impone delle scelte radicali nel cattolico. Non è un abito da togliere e mettere a secondo delle occasioni. Essa – la Fede – diventa il “modus operandi” definitivo dell’essere cattolico e la “fulguratio” ne è il santo momento iniziale e iniziatico.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 15^)

Non è un dialogo di parole quello fra l’iniziato e l’Assoluto. Sono i principi morali e etici dell’iniziato che entrano in contatto con l’Assoluto in maniera silenziosa in quanto in tali situazioni il silenzio è ricco di parole e suggerimenti. L’incontro son l’Assoluto sarà fisico perché l’iniziato incontrerà davvero l’Assoluto, ma questo incontro avrà delle caratteristiche particolari che cercherò di riassumere e sintetizzare:

A) Assenza di parole. In una dimensione divina un aspetto così consuetudinario della vita materiale non avrebbe senso.

B) Nell’Assoluto la comunicazione avviene per “fulguratio” e sincronismi fra gli spiriti che hanno la fortuna di assistere alla manifestazione dell’Assoluto;

C) Regna una comunicazione silenziosa. Come potrebbe esserci una comunicazione verbale in un mondo – quello dell’Assoluto – dove regna il silenzio e la preghiera meditativa interiore. Elementi i netta opposizione rispetto a una comunicazione verbale simbolo del materialismo della società moderna;

D) L’approccio fra l’iniziato e l’Assoluto avviene per un movimento del cuore dell’iniziato che sa che sta per incontrare l’Assoluto;

E) Pur nel silenzio il “colloquio” fra l’iniziato alla Mistica e l’Assoluto avviene per un naturale riconoscimento di un’unica provenienza fra l’iniziato e l’Assoluto. Sono germogli della stessa pianta e ciò li porta a riconoscersi come appartenenti a un’unica e simile genia;

F) Il risultato dell’incontro non è manifesto. E’ piuttosto un fiume carsico che unisce d’ora in poi l’iniziato con l’Assoluto. Un cordone che non si spezzerà più neanche quando l’iniziato ritornerà alla vita di tutti i giorni che d’ora in poi vivrà con i valori appresi dall’incontro con l’Assoluto;

G) La notte funge da palcoscenico ideale per questo incontro. E’ un non-mondo sensibile che è in diretto contatto con l’Assoluto. L’Assoluto ha nella notte la sua ancella poiché prepara l’iniziato all’incontro;

H) L’incontro è essenziale per la vita dell’iniziato in quanto debutta in una nuova concezione di vita sulla terra. Una concezione dove lo spiritualismo dialoga con il mondo affinché la civiltà della Carità e della Misericordia possano finalmente affermarsi per santificare la vita di ogni giorno. Il santificare la vita di ogni giorno deve diventare l’obiettivo primario della vita dell’iniziato quando è ritornato sulla terra ed è a contatto con i suoi consimili.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 16^)

L’Assoluto si fa vedere e ciò rafforza l’unicità dell’esperienza. Poter assister alla manifestazione plateale dell’Assoluto è il momento decisivo dell’esperienza mistica. E’ il momento clou dell’esperienza mistica. E’ il compimento di un lavoro che ha scavato nelle profondità dell’iniziato fin da quando la notte si è insediata nel mondo. In quel momento è cominciato un percorso che ha portato l’iniziato – ossia me stesso – a godere della visione dell’Assoluto. La notte è stata la prima tappa, ma ce ne sono state delle altre come la “fulguration” o il lampo di luce. Questo lampo di luce è il momento prodromico alla visione dell’Assoluto. Quando si manifesta la “fulguratio” si manifestano tanti eventi che accompagnano l’iniziato al momento decisivo della sua esperienza mistica. L’incontro con l’Assoluto che si manifesta finalmente davanti gli occhi dell’iniziato. Questi elementi sono di diverso tipo. C’è un senso di pace serena che abbraccia la zona dove avverrà l’incontro mistico. Una pace vera e che predispone i cuori all’Assoluto. Da non sottovalutare la beatitudine poiché è davvero beato chi incontra l’Assoluto. La beatitudine da profondità di Fede all’esperienza in fieri. Inoltre, abbiamo la Grazia che ci inonda della sua specificità. Ogni momento è pieno di Grazia e fa vivere all’iniziato la sua esperienza con l’Assoluto in perfetta Letizia o Gioia. Quanto ricordato - Pace, Beatitudine, Fede, Grazie, Letizia, Gioia – permette all’iniziato di essere davvero pronto all’incontro con l’Assoluto in quanto figlie predilette dell’Assoluto. La visione dell’Assoluto è ora una realtà immanente. Cioé vera e tangibile. L’iniziato e l’Assoluto si guardano e come ho ricordato in precedenza non è un incontro con alla base la parola, ma un insieme di sensazioni e valori che costituiscono l’interezza dell’esperienza mistica. E’ un incontro determinante in quanto l’iniziato ne uscirà profondamente cambiato e mutato. Avviene in quei momenti un’autentica trasmutazione dell’essere umano che sta vivendo quell’esperienza unica e fondamentale per la sua vita. L’iniziato sente tutto ciò perché il suo corpo e la sua anima vengono sottoposti a delle “fulgurationes” che abbracciano l’iniziato all’Assoluto e acconsentono a un passaggio di energie positive dall’Assoluto all’iniziato. Per certi versi un recipiente vuoto viene a riempirsi di quei valori che costituiscono il fondamento della vita cristiana. In questo consiste l’incontro con l’Assoluto. L’incontro serve a trasformarsi in un migliore cristiano che nella vita sensibile e materiale di tutti i giorni avrà modo di far vivere quest’esperienza vivendola supportato dagli elementi costitutivi dell’esperienza mistica e che abbiamo già enucleato nelle righe precedenti. L’iniziato ora può vivere la sua vita con pienezza perché è pieno della Grazia di Dio che è il prodromo alla Fede su cui si basa l’azione del cristiano. Senza grazia e Fede una vita autenticamente cristiana è impossibile e non plausibile. La vita per un cristiano non è un qualcosa di intermittente, ma è una sequela che va implementata e resa attiva ogni giorno che il Nostro Signore ci concede. La vita dell’iniziato è ora un canto alla bellezza dell’Universo poiché questa bellezza – mediante l’incontro con l’Assoluto – è entrata nella sua vita e la fa fiorire come un giardino maggiolino. L’esperienza con l’Assoluto ha costruito la certezza della Fede per l’iniziato. Sa che c’è Dio nella sua vita e ciò gli da forza ed energia nell’affrontare la vita. Ha, ora, gli strumenti per vivere la vita da autentico cristiano. Ed è questo l’obiettivo a cui dovrebbe tendere ogni cristiano e cioé di poter vivere la propria vita da cristiano. Non si può vivere cristianamente in maniera allogena.... O si è cristiano o si è cristiano. Le mezze misure non sono ammesse. La vita di un cristiano è piena di Dio e lo deve essere ogni giorno che passa. Essere cristiano è impegnativo, ma bisogna esserlo in quanto da alla tua vita una dimensione divina che ti rende immortale.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 17^)

In quei momenti l’iniziato comincia a capire veramente il “quid” del suo essere cattolico e ciò lo spingerà ad esserlo nella vita di ogni giorni perché il Misticismo non deve significare distacco totale e per sempre dal mondo, ma un momento in cui l’iniziato riceve le stigmate della santità perché ognuno di noi è santo. L’esperienza che l’iniziato ha appena vissuto non è un’esperienza normale, ma attiene alla santità. Tutto quello che è successo: la notte, la “fulguratio”, l’incontro con l’Assoluto e tutto il resto non hanno nulla di terreno e danno vita ad un momento da definirsi sacro. Perché si va oltre il sensibile e il normale. E’ un’esperienza straordinaria ed unica. Avendo percorso quel tragitto particolare l’iniziato diventa anch’esso sacro e santo. Perché la religione cattolica ci vuole sacri e santi ogni giorno perché è questa la vera dimensione dell’essere cristiano. Il cristiano deve abmire al sacro e al santo per essere definito tale. Anche perhcé come ho ricordato in precedenza l’esperienza del cristiano non è intermittente, ma continuativa nel tempo. Non si può essere cristiani a proprio piacimento nel senso ora mi sento cristiano e dopo qualche minuto no. E’ un’esperienza totalizzante che spinge la persona ad essere sempre cristiano. Cioé a cercare il sacro e il santo che c’è in lui e nel Mondo in ogni momento della sua vita. Anche perché il Misticismo non dee significare distacco assoluto dalla vita di tutti i giorni. Anzi il cristiano di ritorno dall’aver vissuto un’esperienza così unica è spinto ad essere parte attiva nella vita di goni giorno. Ad essere un esempio. A lavorare perché la società sia una “comunità di grazia”. A operare in maniera diuturna all’estrinsecarsi dei più precipui valori cattolici in una società oramai secolarizzata e materialista. Guai a chiudersi in se. La Fede vuole che il cristiano si apra al mondo e ne diventi un “umile lavoratore” affinché la religione cristiana non sia solo una pura espressione teorica, ma un qualcosa che incide nella carne e nel sangue della vita di ogni cristiano sparso ai quattro punti cardinali della terra. Il Misticismo che significa abbandonare la società e tagliare i collegamenti è un Misticismo che non ha senso. Presuppone una visione egoista della proprio essere cristiano. Una contraddizione fortissima rispetto alle basi dell’essere cristiano. Il cristiano non può rimanere al di fuori della società in cui è nato ed opera. Sarebbe una fuga. Invece, il cristiano dopo l’incontro con l’Assoluto ha ancora più forza ed energia di impegnarsi nella società come facilitatori della Speranza, della Carità e della pietà fra gli uomini e le donne che costituiscono la comunità del Signore. L’essere cristiano è una scommessa e si capisce se è utile ed efficace allorquando la si mette in gioco nella quotidianità. Ogni giorno siamo chiamati ad una scommessa ossia ad essere cristiani caritatevoli e pieni di “pietas” nei confronti dei nostri confratelli e consorelle. Il nostro obiettivo come figli di Dio è di essere cristiani nel più pieno significato del termine. Ogni giorno. Senza momenti di cedimento. Senza considerare la Fede come una moda transitoria o un abito che si indossa più o meno. Im Misticismo è, pertanto, due cose: essere sacro e santo ogni giorno e impegno profondo nella vita di tutti i giorni. Un cattolico che si astiene da questi due elementi non è un cattolico. E’ un falsario e il cristianesimo non ammette comportamenti improntati a tale status. Il cristianesimo è la religione della verità ad ogni costo. Non si può transigere. Perché il cristiano deve essere di vetro e non ha nulla da nascondere. Allora a che è servita la sua esperienza mistica culminata nell’incontro con l’Assoluto. Per migliorare il suo essere figlio di Dio. Misticismo e incontro con l’Assoluto suggellano la sacra allenza fra Dio 8l’Asssoluto) e l’iniziato (il cristiano).

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 18^)

Il cuore si riempie di gioia e diventa la casa dove albergheranno i principi di Grazia, Misericordia, Carità e Pietà. Ovverossia le basi teologiche della vita di un buon cristiano. La Fede che nostro Signore ci ha dato in occasione della nostra nascita e dell’incontro iniziatico con Lui deve essere una fede gioiosa in quanto il messaggio che la religione cristiano è un messaggio bello e semplice. Cioé vivere il proprio essere cristiano non come una imposizione, bensì come una gioiosa festa perché Dio alberga nei nostri cuori pieni di Speranza e Carità. In quel cuore troveranno dimora tutti valori essenziali del cristianesimo: Grazia, Pietà, Misericordia, Fede, Carità, Compassione e Speranza. Ma dovrà essere un vivere l’esperienza mai triste o uggiosa. Voi avete incontrato Dio e Dio è dentro di voi. Se questa non è gioia allora come potete definire la vostra fede. La gioa deve essere la molla che vi fa impegnare nella società di oggi a diffondere la Buona Novella che porta in sé come doni munifici i valori citati sopra. E li si annuncia con gioia. “Cum Maxima Laetitia”. L’essere cattolico ti sprona ad aprirti alla vita di ogni giorno e al contatto con la gente di ogni grado sociale ed etnico. E’ a loro che devi annunciare la Buona Novella. Ma con gioia. Mai con modalità da imposizione. Che Fede è quella imposta. Diventa un qualcosa di costretto e chiuso. Noi non vogliamo questo. Vogliamo una bella Fede aperta a tutti perché in quell’incontro con l’Assoluto, l’Assoluto stesso ci ha chiesto di andare per le strade del Mondo e di annunciare che Dio esiste e vuole il bene di ogni creatura vivente. E la Fede si vive non solo con i metodi protocollari imposti dal canone della Chiesa, ma con modalità altre che tendono ad instaurare un rapporto fra fratello/sorella con fratello/sorella e fra questi e Dio. Cercando di istradare chi non l’avesse ancora fatto di seguire il paradigma NOTTE-FULGURATIO-MISTICISMO-INCONTRO CON L’ASSOLUTO essenziale per essere “uomini” e “donne nuove”. Certo bisogna seguire ciò che ci indica “Sancta Romana Ecclesiae”, ma un seguire in maniera fin troppo formale ed asfittica le medesima può arrecare danno alla promozione della Fede presso gli altri esseri umani. E lo dobbiamo fare in letizia. Gesù Cristo nella semplicità delle sue parabole non ha voluto lasciarci una Fede cristiana difficile complessa, fredda e statica. Tutt’altro. Gesù Cristo vuole che la nostra Fede sia semplice, essenziale, animata e dinamica. Qui c’è da rivoluzionare un mondo e non lo si può ricorrendo alla difficoltà, alla complessità, al freddo e alla stasi. No, questo non è servire la Fede. Uno degli insegnamenti di Gesù Cristo è quello di portare ovunque la Buona Novella ovunque con umiltà e fortezza. L’umiltà di non essere arroganti e forti del fatto che abbiamo in noi la Fede che ci vuole figli di Dio lungo un cammino di Fede aperto e dinamico. Il buon cristiano deve essere così. Aperto e dinamico perché per Cristo annuncia la più autentiche delle rivoluzioni mai avvenute sulla faccia della Terra ossia l’avvento della religione cristiana portatrice che Dio è nei nostri cuori e ci vuole esempio di rettitudine nella vita di ogni giorno perché abbiamo ricevuto le sue stigmate a seguito dell’incontro con Lui. Pertanto, andiamo per le vie del mondo e diamo Speranza concreta e vera a chi è debole e povero. In breve a chi vive soffrendo la propria vita. I senza casa, gli emigranti, i malati, gli anziani, quelli senza lavoro, i portatori di handicap, i poveri di spirito. Non sono gli ultimi della terra. Dio li porta nel loro cuore e li considera suoi figli prediletti. E pretende che ognuno di noi sia uno strumento della Speranza e della Carità affinché tutta questa umanità triste, sola, abbandonata e senza niente sia istradata verso la felicità della vita cristiana e formi con i fratelli che stanno bene un “unicum" ossia le cc.dd. "Comunità di grazia” ove vige la legge benevola del Signore affinché ogni suo membro sia un “operaio della Carità”. Dio non ci vuole rinchiusi in un freddo protocollo cristiano, ma ci vuole far abbracciare tutto il mondo nella sua interezza assumendosi i mali del mondo per redimerli e trasformarli in Pace e Dialogo. Seguite la gioia di Dio e sarete cristiani in grado di rivoluzionare il mondo senza armi o malvagità. Il mondo sarà rivoluzionato dalla semplicità francescana dell’approccio che il cristiano ha nei confronti di ciò che lo circonda. Andiamo in pace e rendiamo sante le nostre vite ogni giorno che passa.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 19^)

L’esperienza finisce quando un’altra “fulguratio” fa la sua comparsa. In quel preciso momento l’Assoluto scompare fisicamente, ma rimane nel tuo cuore a fungere da motore primo della tua Fede. Se prima avevi dei dubbi sulla presenza effettiva nella storia dell’uomo e dell’umanità del Divino o Assoluto dir si voglia; ora sei sicuro che è una presenza immanente nella tua storia di cristiano e nella vita di tutti gli esseri umani del mondo. Quel viaggio iniziatico iniziato in piena notte, illuminato dalle “fulgurationes”, succeduto da un avvicinarsi all’Assoluto in silenzio e in preghiera e poi la visione dell’Assoluto ti hanno lasciato un marchio indelebile nella tua carne, nel tuo sangue e nella tua anima. Non sei più quello di prima. Sei stato oggetto per volere divino di un processo di trasmutazione in cui ciò che eri ha subito un radicale processo di cambiamento e trasformazione. Ti senti ora più pienamente cattolico e il tuo cuore sprizza gioia da ogni lato. Perché la letizia è stato il “modus operandi” dell’esperienza iniziatica che hai appena vissuta. Hai avuto modo di accorgerti che Dio è il nostro Padre Quotidiano che non ci vuole indurre in tentazione, ma lasciarci vivere secondo i canoni cristiani nel modo più semplice e meraviglioso possibile. La tua fede non è stata così forte come lo è ora. Tu sei ora per vero “un umile lavoratore nella vigna del Signore” dove il termine umiltà non indica remissione e rinuncia ma forza interiore pronta a vivere il suo essere cristiano sempre e comunque. Anche a sacrificio della propria vita come il nostro amato San Massimiliano Kolbe. Per noi un modello di virtù cattolica senza precedenti. Lui ha vissuto la sua Fede fino all’estremo martirio pur di testimoniare il proprio amore verso gli altri. Quando si ama gli altri in realtà si ama il Signore perché ogni essere umano è fatto ad immagine e somiglianza dell’Assoluto. Che gioia poter vivere il proprio essere cattolico in questi termini. E’ l’avveramento delle invocazioni che si fanno usualmente al momento del battesimo dei bambini affinché diventano autentici e veri figli di Dio. Dopo quell’esperienza che hai vissuto in maniera così intensa e profonda, tu sei un vero figlio di Dio. Un figlio di Dio pronto ad affrontare la realtà complessa e difficile della quotidianità. Tu dovrai combattere contro l’egoismo, l’ingordigia del potere e dei soldi, l’arroganza, la falsità, la menzogna, l’ipocrisia e la malafede. Nulla di tutto ciò ti turberà in quanto sei figlio del Signore che hai avuto modo do conoscere nel corso del tuo viaggio iniziatico. Non solo la “fulguratio” era il segnale d’inizio dell’esperienza come anche la fine, ma è un qualcosa che rimarrà sempre acceso nel tuo corpo e nel tuo spirito. Ti illuminerà nelle tue scelte e nel tuo percorso di figlio di Dio. Sarà la manifestazione “invisibile” di quell’alleanza che tu iniziato hai sottoscritto con l’Assoluto durante il momento clou dell’esperienza mistica. Sarà una presenza silenziosa e discreta. Ma che ti rafforzerà nella tua incrollabile fede nel Signore e nella sua Chiesa diffusa ai quattro angoli del mondo. La fede non ha nulla a che vedere con l’esteriorità di altre pratiche pseudo-religiose che ingannano la gente, la religione cristiano non è esteriorità, ma pura e semplice interiorità che pervade gli aspetti multiformi della vita quotidiana del cattolico. E’ una condizione di “Grazia” impareggiabile che ti fa vivere il tuo essere cattolico in maniera assolutamente piena e faconda. Quando i presupposti sono così la religione semina bene e i raccolti sono facondi e abbondanti ad indicare che la strada intrapresa è quella giusta. E’ sempre giusta perché hai al tuo fianco un alleato senza pari, ossia Dio stesso. E quando un essere umano ha Dio al suo fianco è pronto a vivere la sua Fede cristiana al massimo della gioia e della felicità. Oh Dio la tua fede in te è la roccia dove noi basiamo la nostra esistenza. Tu ci conduci sulla retta via e alla vita eterna. Noi ti preghiamo intensamente perché la tua possanza morale ed etica possa rafforzare ulteriormente la nostra fede e condurci alla beatitudine. Dio è una madre amorevole che controlla che i propri figli facciano i bravi ad ogni ora del giorno e se c’è l’occasione gli da qualche scappellotto. Nulla di grave. Un semplice richiamo a vivere più autenticamente la propria condizione di cristiano che è diventato parte della comunità cristiana mediante il rito dell’unzione durante il battesimo. Dio ti benediciamo e ti preghiamo affinché tu ci rafforzi la nostra volontà di essere simile in tutto e per tutto a te.

- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 20^)

Tu, iniziato, non ti isolare dal mondo. Non serve a nulla una Fede personalistica ed egoistica. La Fede va diffusa su tutta la terra come nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato più di una volta. E’ il mondo il proscenio nel quale si manifesta la potente amorevole azione dell’Assoluto. Chi ha vissuto l’esperienza del Misticismo deve diventare un modello per gli altri suoi consimili e costruire quelle “comunità di grazia” come ripeteva spesso il Servo di Dio il nostro caro e devoto Don Luigi Giussani. A questo punto possiamo sviluppare una sintesi di quanto fino ad ora vergato su queste pagine al fine di rendere maggiormente comprensibili quanto scritto e ragionato.

• AMBIENTAZIONE ESPERIENZA MISTICA: LA NOTTE

• LE CARATTERISTICHE DELLA NOTTE SVOLGONO IL RUOLO DI PORTA D’ACCESSO ALL’ESPERIENZA MISTICA

• LA “FULGURATIO” SVOLGE IL RUOLO DI INTRODUZIONE DELL’ESPERIENZA MISTICA;

• E’ UN’ILLUMINAZIONE DEL CORPO E DELL’ANIMA;

• L’INIZIATO ENTRA IN CONTATTO VISIVO;

• NON C’E’ DIALOGO, MA UNO SGUARDO INTENSO FRA GLI OCCHI E UNO SCAMBIO DI SENSAZIONI;

• L’ESPERIENZA TERMINA QUANDO SI ACCENDE UNA NUOVA “FULGURATIO”;

• L’INIZIATO E’ UN UOMO NUOVO IN QUANTO L’INCONTRO CON L’ASSOLUTO HA FAVORITO UNA TRASMUTAZIONE;

• PER LUI PIETA’, GRAZIA, MISERICORDIA, COMPASSIONE, CARITA’ E SPERANZA DIVENTANO LE ANCELLE DELL’AZIONE DEL CRISTIANO NELLA SOCIETA’ IN CUI IL CRISTIANO VIVE;

• E’ NELL’IMPEGNO NELLA SOCIETA’ CHE SI DEVE DISTINGUERE IL CRISTIANO. NON TANTO PER FARSI NOTARE, MA PER ESSERE STRUMETNO DELLA FEDE E DELLA CARITA’ NELLA SOCIETA’;

• LA FEDE SI VIVE OGNI GIORNO CON FORZA ED ENERGIA ASSIEME AGLI ALTRI PERCHE’ IL CRISTIANO NON E’ UN EGOISTA;

• LO SCOPO DELL’AZIONE DEL CATTOLICO E’ LA COSTITUZIONE DI UNA SOCIETA “COMUNITA DI GRAZIA” DOVE LO SPIRITO CRISTIANO E’ L’ELEMENTO FONDANTE E DI LEGAMENTO FRA LE VARIE ESPERIENZE DEI CRISTIANI APPARTENENTI ALLA SUDDETTA “COMUNITA’ DI GRAZIA”;

• COSI’ LA RELIGIONE CRISTIANA PUO’ MODIFICARE MEDIANTE UNA RIVOLUZIONE MORALE ED ETICA IL MONDO DI OGGI FIN TROPPO MATERIALISTA E POCO ATTENTO AGLI ULTIMI.

Emanuele Gentile

continua ./..

- La foto è stta presa dal sito: https://www.diocesisora.it/istituto/ufficio-per-linsegnamento-della-religione-cattolica-notiziario-n8/

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