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Impennata della propaganda antisemita in Ungheria

Articolo di Vincenzo Basile

di Emanuele G. - sabato 23 marzo 2013 - 1756 letture

L’ultima provocazione di Victor Orban arriva in occasione della festa nazionale ungherese del 15 marzo.Come consuetudine anche quest’anno il governo premia le personalità che dovrebbero essere più meritevoli tra gli intellettuali,giornalisti,scienziati e artisti.

IlTancsics,il più prestigioso premio per il giornalismo ungherese, é andato a Ferenc Szanizslò,giornalista apertamente razzista e antisemita,l’Ordine al Merito a Kornel Bakay l’archeologo secondo il quale la tratta degli schiavi fu nel medioevo appannaggio esclusivo degli ebrei e laCroce d’Oro al Meritoa Janos Petras, cantante della rock band ’Karpatia’ che,vicinissimo al partito dei neonazisti e antisemiti Jobbik,vagheggia il ripristino della Grande Ungheria,con la riannessione dei territori delle vicine Romania, Slovacchia, Ucraina e Serbia.

"Non sapevo della decisione di premiare Szaniszlò ma non è nei miei poteri revocargli il premio", si è giustificato il ministro delle Risorse Umane Zoltan Balog.

La reazione dei premiati degli anni precedenti, tra cui il direttore di Nepszava, il principale giornale di opposizione al regime, Peter Nemeth è stata immediata: l’annuncio della riconsegna dei premi ricevuti per evitare di essere accomunati a personaggi impresentabili per qualsiasi democrazia.

A rendere rilevantissima quest’ultima presa di posizione del premier è la cadenza costante con cui essa arriva dopo le dieci modifiche alla Costituzione effettuate negli ultimi tre anni, alle nomine più che discutibili di personaggi compromessi con l’antisemitismo nelle posizioni chiave del mondo culturale, i ripetuti tentativi, seppur ostacolati dai responsabili dell’economia europea , di mettere le mani sulla Magyar Nemzeti Bank (la banca centrale ungherese) già affidata al fido Gyorgy Matolc e l’onda antisemita che serpeggia in parlamento e in alcuni strati della popolazione, fino alle etreme posizioni nazistoidi del partito Jobbik, allarmando il contesto europeo di cui la nazione fa parte.

Ma il premier Orban continua imperterrito il suo percorso ignorando apparentemente le conseguenze della sua azione sui mercati, gli allarmi di Bruxelles, di Berlino, di Washington e, più di tutto e tutti, lo scontento interno.

E le prossime elezioni,sono già sabotate da una legge elettorale truccata che pretende, come condizione per l’esercizio del voto, l’iscrizione degli elettori in appositi registri prima di recarsi alle urne.

Stratagemma mirato a scoraggiare i soliti indecisi e a favorire un risultato ventaggioso alla maggioranza attuale.

Agli ungheresi rimane ancora un anno prima del voto: il tempo sufficiente per riflettere.


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