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Il pasticcio dell’Italia dei francobolli

La filatelia si lamenta col sottosegretario Giacomelli

di Redazione - venerdì 26 giugno 2015 - 2783 letture

Afip, Fsfi ed Usfi esprimono il “forte disagio” per la non convocazione della Consulta, le continue integrazioni al programma ed altre scelte poco equilibrate

Associazione filatelisti italiani professionisti, Federazione fra le società filateliche italiane ed Unione stampa filatelica italiana non condividono l’attuale politica nazionale inerente le cartevalori postali. Per questo hanno scritto al sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, ossia al referente politico del settore.

Il quale -era il 20 novembre- aveva promesso per i primi mesi del 2015 la riconvocazione della Consulta per l’emissione di cartevalori postali e la filatelia, di cui è presidente, associata ad un incontro per affrontare le problematiche esistenti. Arrivati a metà anno, nessuna delle due iniziative si è concretizzata, e questo nonostante un ulteriore sollecito presentato dagli stessi rappresentanti dei sodalizi il 22 aprile.

Ma cosa si chiede? Il tema affrontato da Afip, Fsfi ed Usfi nell’ultima comunicazione al delegato governativo è il “forte disagio” per determinate scelte. Innanzitutto, per le incessanti integrazioni al programma, adottate “spesso senza passare dalla Consulta”, che già hanno fatto superare il numero di cento francobolli previsto per l’anno in corso. In particolare, ma non solo, il rilievo concerne il titolo per l’Expo: dovrebbe uscire il 3 luglio, quindi ad oltre due mesi dall’apertura della stessa manifestazione, in sedici esemplari diversi! “Una vera e propria esagerazione, pensando anche al notevole esborso richiesto ai collezionisti per l’annata, ora superiore agli 82,00 euro”.

Un altro aspetto è il continuo aggiungersi di titoli a soggetto religioso. “Pur non disconoscendo la storia e l’importanza per la società nazionale del credo cattolico -si legge nella comunicazione- è d’uopo ricordare la laicità che lo Stato deve mantenere, anche in elementi d’alto significato simbolico come sono i francobolli”.

Ancora, è stata criticata la rinuncia all’impiego del bilinguismo nelle cartevalori riguardanti l’Alto Adige-Südtirol (il riferimento è al tributo per Bressanone-Brixen, al debutto il 10 aprile). “Accantonando -viene precisato- una felice scelta adottata nel recente passato che appare in linea con le normative internazionali, di civiltà, che non costa nulla e permette di valorizzare quella che è una risorsa”.


Fonte: Vaccari News



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