Identità invase dal tempo
Da Alfred Bushi - 02 Aprile 2011
Per gentile concessione di AlbaniaNews
Il tempo in cui viviamo sembra voglia mostrarci costantemente il volto più mostruoso dell’essenza del suo scorrimento. L’essenza dell’accadimento costante di fatti solamente negativi è ciò che apparentemente si fa svelare, è ciò che noi vediamo e sentiamo e nello stesso momento non vorremo mai né vedere né sentire. Spesso è ciò da cui scappiamo continuamente. Identità invase dal tempo Ma il tempo spesso ci appare cosi come noi l’abbiamo costruito, attraverso il significato che gli abbiamo attribuito con le nostre azioni. Esso poi, a sua volta, ci viene incontro con gli stessi mezzi con i quali gli abbiamo dato vita, senso, rappresentazione. Il tempo rispecchia sempre lo stesso significato che gli è dato.
Il rispecchiarsi del tempo si manifesta per esempio quando camminiamo nelle strade pesanti delle nostre città ormai perdute nella loro nuova ed esigente costruzione moderna; quando mangiando, accendiamo la Tv e ci mettiamo a fare cinque cose contemporaneamente o quando non si può andare oltre alla quotidianità perché si potrebbe rischiare quel fragile fondamento della moderna stabilità psicologica dell’individuo.
Riassumendo, il tempo in cui viviamo, che abbiamo costruito, al quale noi abbiamo dato senso, ci rida indietro tramite il suo potere rispecchiante, tutto il senso che noi gli abbiamo dato sia consapevolmente sia inconsapevolmente.
Il tempo moderno dentro al quale viviamo quindi, dall’impressione che nel suo intimo svolgimento circolare stia facendo rinascere in noi le paure del passato, stia dando vita a quello che più distrugge, a quello che noi abbiamo costruito cercando poi di lasciarselo nell’ oblio . Volentieri, questo nostro tempo, fa ritornare in vita i mostri dei nostri sbagli, dei nostri ricordi più lontani, della nostra storia dimenticata, fa rinascere in noi la nostalgia dei veri valori persi nel lungo cammino verso una vita “migliore” . Cosa che il tempo ha sempre fatto ma, ironia della sorte, nel tempo attuale l’uomo pare non abbia mai abbastanza memoria da ricordarselo, di prendere coscienza di ciò che gli sta accadendo intorno.
A volte, o se volete sempre, l’apparenza può ingannare. Succede che, vedendo e udendo, ci appaia che qualcuno o tanti vogliano dare vita a nuovi modelli di subcultura ,di comportamento umano, di realtà o di futuro. A volte si va fino al puro credere in questa apparente realtà fittizia ma poi per fortuna ci si rende conto che è solo un ritorno, lo spietato eterno ritorno dell’uguale per usare un concetto Nietzscheano.
Spesso si dice anche che : Historia Magistra vitae - ma la verità è che l’uomo non impara mai se per primo non subisce. E penso anche che in realtà ci siamo aiutati a vicenda nella costruzione del significato che si doveva dare alla storia in generale ed a questo nostro tempo. Un tempo fatto di menzogne, di false idee di progresso e di speranza cristiana. In questa costruzione di cultura, di significati ci si è dato una mano tutti insieme.
Fin cui si è parlato del significato del tempo, del senso che abbiamo cercato di attribuirgli, dei mostri del passato che ritornano in vita, degli sbagli commessi, dei ricordi, dei desideri oppressi.
Ma chi sono questi mostri che fanno rinascere il tempo?
I mostri rinascenti del nostro tempo sono i nuovi invasori delle nostre terre, delle nostre case e della nostra identità individuale e collettiva. Sono il rispecchiamento dei nostri sbagli presenti e passati, dei nostri sogni mai fatti realtà oltre che la nostra consapevolezza di aver avuto la possibilità di agire diversamente. Questi invasori sono il peggio del nostro passato da non molto passato.
La nostra identità, le tante identità che ci hanno fatto crescere in questa realtà in cui viviamo non sono più al sicuro. Qui non parlo dell’identità da proteggere fanaticamente, ma della possibilità di averne una cui appellarsi ogni qual volta si senta il bisogno di farlo. Le immagini, i luoghi, il linguaggio, con i quali siamo stati cresciuti cominciano a prendere l’errata via del non - ritorno, del non – presente, la via del non essere più né anche nei nostri ricordi. Ma la paura più grande, il triste di questo nostro tempo, è che i nuovi invasori non ci danno più la possibilità di vedere il nostro passato mentre svanisce davanti a noi. Loro ci tolgono anche questa unica possibilità rimasta.
E’ questo ciò che rispecchia il nostro tempo: cioè il significato che gli abbiamo attribuito ci viene riconsegnato. Giusto o sbagliato è cosi.
Questi invasori sono i nostri sbagli, i nostri ricordi più profondi, le nostre speranze più intime. Sono i desideri espressi, voluti, ma mai compiuti. E’ ciò che abbiamo voluto dal nostro tempo, che prima di noi hanno voluto gli altri. L’invasore moderno inganna con la sua apparenza perché racchiude in se ciò che più vogliamo, ciò che più abbiamo bisogno di avere.
Questi invasori sono il desiderio di democrazia, di libertà, di uguaglianza, di benessere, di vita migliore. E’ questo che abbiamo voluto dal nostro tempo. Gli abbiamo espresso questo desiderio e poi gliela abbiamo consegnato come senso, come pensiero razionale. In cambio abbiamo avuto l’inganno, mostri spietati, il significato reso banalità, corruzione, menzogne, parole vuote, promesse mai mantenute. Il tempo ci ha dato tutto questo perché è questo che abbiamo contribuito a creare.
Abbiamo voluto ad ogni costo la democrazia e adesso ci troviamo in una dittatura. Il tempo ci ha dato questi invasori, questi sfruttatori, ma noi volevamo la democrazia. L’apparenza ci ha ingannati. Volevamo avere la possibilità di fare delle scelte ma ci troviamo davanti ad una unica via d’uscita, tra l’altro a senso unico. Ma il tempo ti da quello che costruisci e niente di più. E noi l’abbiamo costruito questo tempo agendo in maniera irresponsabile. Abbiamo permesso che ci portassero via i nostri valori umani fondamentali in cambio di un’idea di progresso e democrazia. Stiamo permettendo che ci calpestino ogni forma di identità in cambio di vani valori universali.
Tutto questo si vede guardandosi intorno. Si vede ascoltando certa gente inconsapevolmente indottrinata dalla pubblicità e dai telegiornali, lo capisci quando leggi un giornale, quando vedi il telegiornale, la cronaca nera, gli immigrati clandestini.
Ma tutto questo sembra che faccia soffrire di più quando si parla del proprio paese, del popolo che ci vive dentro, del singolo individuo, della propria costituzione umana. Il mio è un paese povero di idee di progresso, di democrazia, di libertà, povero di desiderio di eguaglianza, povero della forza di cambiare il senso del tempo in cui si vive, povero della volontà di volere conservare i propri valori, la propria identità, le tante identità.
Abbiamo voluto tanto essere liberi e uguali ma in cambio abbiamo avuto l’ignoranza e la diseguaglianza. Il desiderio di democrazia ci ha chiuso gli occhi davanti a tante realtà quotidiane terrificanti, a tante ingiustizie e barbarie istituzionali.
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