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FOCUS EST: Turkmenistan

Alleanza ambiente ed energia in Turkmenistan

di Emanuele G. - sabato 18 gennaio 2014 - 1693 letture

Il diciassette ottobre scorso ad Ashgabat, capitale del Turkmenistan, si è tenuta un’importantissima conferenza riguardante il connubio fra ambiente ed energia. Tematica che rappresenta fin d’ora una delle sfide cruciali del mondo contemporaneo. I numeri della conferenza sono stati di assoluto riguardo avendovi partecipato più di 120 rappresentati di stati appartenenti all’Osce (l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e di partner alla stessa Osce. L’organizzazione di tale conferenza è stata affidata all’Osce e al Governo del Turkmenistan.

Oltre alla supporto logistico del Ministero degli Esteri dell’Ucraina in quanto l’attuale segretario dell’Osce viene proprio dall’Ucraina. Cioè il Ministro degli Esteri Leonid Kozhara. La scelta di tenere l’importante assise nel paese dell’Asia Centrale non è dovuta al caso. L’Asia Centrale è una delle zone strategiche di approvvigionamento energetico del mondo dove è più viva l’emergenza di carattere ambientale. Quindi, la conferenza ha svolto il ruolo di incoraggiamento per tutti quanti in Asia Centrale combattono per un utilizzo sicuro dell’energia in relazione alla tutela ambientale.

Tre le principali direttrici della riunione: 1) Sicurezza energetica; 2) Sostenibilità ambientale); 3) Cooperazione internazionale nel settore. Che cosa si intende per sicurezza ambientale? Prima di tutto, applicare protocolli sicuri circa il trasporto delle materie prime energetiche al fine di evitare comprensibilissime criticità. Sicurezza significa, anche, mettere in atto tutte quelle tecniche in grado di disinnescare tensioni internazionali proprio sullo sfruttamento dell’energia. Capirete che una delle ragioni più evidenti a che si scateni un conflitto bellico è rappresentata proprio dalla governance di tale risorse. E non bisogna arrivare a tale punto. Pertanto, l’obiettivo della sicurezza energetica deve essere raggiunto ad ogni costo. Altro punto all’ordine del giorno della conferenza di Ashgabat è la sostenibilità ambientale. Tutti noi sappiamo che l’energia causa forti pressioni sull’ambiente con il risultato di inquinarlo. Di conseguenza è necessario creare protocolli internazionali in grado di evitare tale criticità. Avere un’energia sostenibile dal punto di vista ambientale è una “condicio sine qua non” per assicurare l’elaborazione di modelli economici di sviluppo ecosostenibili. Io estraggo petrolio oppure lo distribuisco od ancora ne ricavo energia. Orbene, tutte queste attività devo essere sostenibili dal punto di vista sostenibili e devono rientrare nell’ottica della costruzione di un sistema economico che ha nell’ecosostenibilità il proprio punto di forza.

Capirete, di conseguenza, che l’unica modalità capace di assicurare la sicurezza energetica e la sostenibilità ambientale non può che essere la cooperazione internazionale. Altre soluzioni fattibili non ce ne sono. Solo la cooperazione internazionale è in grado di raggiungere gli obiettivi di sicurezza ed ecosostenibilità. Pertanto, tutti gli operatori sia pubblici che privati del settore devono moltiplicare i loro sforzi per scambiarsi informazioni, valutazioni, protocolli e progetti al fine di raggiungere i due succitati obiettivi.

Anche perché viviamo in un mondo più che globalizzato e se non comprendiamo codesto piccolo dettaglio qualsiasi altro discorso potrebbe apparire vacuo e senza efficacia operativa. La globalizzazione impone maggiori responsabilità sia in termini di sicurezza energetica che di sostenibilità ambientale. E la globalizzazione ha come strumento principale la cooperazione internazionale. Ora le conclusioni della conferenza dovranno trovare un loro campo di applicazione specifica. Ne va del presente e dell’avvenire della Terra.


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