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Diritto d’asilo, un rapporto della Fondazione Migrantes

di Redazione - sabato 30 dicembre 2023 - 735 letture

Da una parte la situazione del diritto d’asilo nel mondo, in Europa e in Italia e, dall’altra, il forte appello che papa Francesco ha lanciato in occasione dell’ultima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, chiedendo che ogni abitante della Terra sia veramente libero di scegliere se migrare o restare. Oggi 114 milioni di persone (un abitante della Terra su 71 e, in cifra assoluta, sei milioni in più rispetto alla fine del 2022) non sono state libere di scegliere se restare. Perché sempre più numerosi sono i conflitti e sempre più gravi, in alcune aree del mondo, le situazioni di crisi economica o sociale e le difficoltà nel procurarsi cibo ed acqua, mentre si è sempre meno capaci, a livello globale, di gestire processi di pace e non lo si è ancora abbastanza nella salvaguardia del pianeta. Ma anche guardando al secondo verbo di papa Bergoglio, quello che ammonisce sulla libertà di migrare, non si può fare a meno di constatare, con amarezza, che le politiche europee e del nostro Paese stanno facendo di tutto per limitare l’ingresso a chi è in cerca di protezione. Benché esso sia tutelato da stringenti convenzioni internazionali, si accumulano le nuove norme che rendono più difficile sia l’accesso al territorio sia la possibilità, per chi ce l’ha fatta ad arrivare, di essere realmente riconosciuto e preso in carico. Ciò avviene – tra l’altro – attraverso i sempre più diffusi processi di esternalizzazione delle frontiere, l’accrescersi delle liste di Paesi cosiddetti “sicuri”, l’erosione delle prestazioni di accoglienza, la contrazione delle tutele garantite ai minori stranieri non accompagnati, la costruzione di centri di confino e segregazione, gli ostacoli all’effettiva fruizione del diritto di chiedere asilo…

Se ne parla ne Il diritto d’asilo. Report 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare? (Tau Editrice 2023, p. 400), settima edizione del rapporto che la Fondazione Migrantes dedica al “mondo” dei rifugiati e delle migrazioni forzate. Articolata nelle ormai tradizionali quattro sezioni “Dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa”, “Tra l’Europa e l’Italia”, “Guardando all’Italia” e “Approfondimento teologico”, la pubblicazione è curata da un’équipe di studiosi e operatori impegnati da anni al fianco di rifugiati e richiedenti asilo. «L’augurio – scrivono nell’Introduzione le curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti – è che questo volume possa anche quest’anno aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese. E che ci aiuti a restare o ritornare umani, capaci finalmente – come diciamo nel titolo – di creare condizioni reali, e non solo di prospettiva a cui tendere, perché le persone siano libere di scegliere se migrare o restare».

Il conflitto in Ucraina scoppiato nel febbraio 2022 ha contribuito all’aumento del numero di persone in fuga da guerre, conflitti, persecuzioni e diritti negati, che ha superato a livello globale i 110 milioni a metà 2023. Di questi, circa 35 milioni si trovano nel 2023 fuori dei confini del proprio Paese, alla ricerca di protezione e sicurezza. La maggior parte, circa il 70%, rimane in Paesi confinanti, e solo una piccola parte inizia un lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa, che continua a presentare un’assoluta carenza di canali di ingresso legali e sicuri. Sono stati infatti poco più di 500 mila gli ingressi regolari in Europa tra il 2022 e il 2023, mentre sono state più di un milione le richieste d’asilo presentate nello stesso periodo. Il primo capitolo del nuovo report su Il diritto d’asilo fa il punto sugli andamenti del 2022 e dei primi nove mesi del 2023, portando l’attenzione sulle rotte di ingresso, le domande d’asilo presentate e le forme di protezione riconosciute in Europa e in Italia, e discutendo l’intrecciarsi di motivazioni che spingono le persone a fuggire dal proprio Paese alla ricerca di protezione e sicurezza.

Invece di creare vie di fuga sicure, organizzare una rapida accoglienza e distribuzione di tutti coloro che cercano protezione alle frontiere esterne dell’Unione Europea e sviluppare procedure efficaci per documentare e prevenire le violazioni dei diritti umani ai confini, l’UE e i suoi Stati membri continuano a perseguire una politica di isolamento e di esclusione. I piani di “riforma” del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) non promettono alcun miglioramento, tanto più se si analizzano le attuali prassi alle frontiere esterne dell’Unione, in particolare in Spagna e in Grecia. L’adozione della pessima riforma del CEAS non farebbe altro che legalizzare le continue violazioni della legge alle frontiere esterne europee e aggravare ulteriormente la situazione dei diritti umani. Quindi non c’è dubbio: al momento, meglio nessuna riforma che questa.

Il Europa e in Italia si assiste alla progressiva erosione del diritto d’asilo a partire dai casi in cui le violazioni – una volta venute alla luce – sono state giustificate quali condotte più o meno isolate, mentre le dichiarazioni ufficiali si affrettavano a sottolineare che sarebbero state assunte misure idonee affinché queste violazioni non si ripetessero. Siamo poi passati a violazioni più dirette ed esplicite, fino alla diffusione di interpretazioni iper-restrittive delle norme vigenti, anche nel caso in cui – pur risultando del tutto prive di fondamento giuridico – esse non vengono più accantonate, ma al contrario incessantemente riproposte, magari con piccole varianti, alimentando una situazione di tensione e confusione sia a livello europeo che nello scenario italiano più recente. «Lunga è la lista dei diritti non garantiti ai (potenziali) rifugiati. La politica europea verso i rifugiati è principalmente quella del respingimento dei richiedenti asilo alle frontiere e dell’esternalizzazione dei confini, con accordi bilaterali che non rispettano i diritti umani, quali quelli con la Libia, il Sudan e il Niger. Il diritto di soccorso in mare, inoltre, viene ostacolato e si susseguono normative che criminalizzano le ONG che salvano vite umane»: è il punto di vista di chi è arrivato come rifugiato in Italia e ora, per voce dell’associazione UNIRE (Unione nazionale italiana rifugiati ed esuli), prova a dare una lettura delle politiche europee sui rifugiati.


Puoi scaricare il pdf con la sintesi del rapporto. Info sul rapporto integrale sul sito della Fondazione Migrantes.



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