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Diaro da Bucarest (a cura del prof. Stefano Grassino)

Dopo Belgrado e Bratislava è il turno di Bucarest per un viaggio alla scoperta della realtà complessa e multiforme dell’Europa dell’Est

di Emanuele G. - mercoledì 13 maggio 2009 - 2583 letture

02/08/2007

Arrivo da Milano Malpensa all’aeroporto principale di Bucarest, l’Otopeni. Dopo aver ricevuto numerose offerte dai taxisti presenti cerco l’autobus che mi avrebbe portato alla fermata del metrò. Il viaggio non dura molto, attraverso una zona di nuovi insediamenti commerciali e abitativi caratterizzata da strade trafficate, polverose e sporche. Con la metropolitana giungo in pochi minuti all’Hotel Ibis situato vicino alla stazione centrale Gara de Nord. La vista dalla camera non è delle migliori (un cantiere) ma i confort presenti sono numerosi.

03/08/2007

La sveglia suona presto: ore 5 e 45. Dopo una rapida colazione mi reco alla stazione per prendere un treno diretto con destinazione Braşov. Vi sono numerosi pendolari in arrivo e viaggiatori in partenza per le numerose località servite dai convogli delle CFR.

Il mio treno, dopo avere attraversato le infinite pianure oltre Bucarest, inizia a inerpicarsi lungo i monti Carpazi. Si sosta nella caratteristica Sinaia e si prosegue per il capolinea Braşov, una città turistica capoluogo dell’omonimo distretto. Prendo un vetusto bus tedesco degli anni ’70 e viaggio per un’oretta in piedi sino a Bran. Incredibile il mix di odori presenti nel mezzo: verdura, gasolio, sudore, frutti. La settimana precedente la Romania era stata colpita dalla canicola che aveva provocato numerose vittime e fortunatamente il caldo si era leggermente placato. Tuttavia i 35° con un tasso di umidità notevole si facevano sentire. A Bran visito il castello che ha ispirato Bram Stoker nel descrivere la residenza di Dracula. L’edifico è stato fatto costruire per ordine del Re Sigismondo del Sacro Romano Impero nel 1377. Il castello si trova sulla vetta di un ripido colle e domina un passaggio strategico tra la Transilvania e la Valacchia.

I numerosi turisti, soprattutto inglesi, acquistano souvenirs nelle numerose bancarelle e negozi presenti ed io osservo divertito il commercio generato dal romanzo di Stoker!

Rientro a Bucarest con un treno carico di turisti e nel primo pomeriggio cerco un adattatore per il computer portatile. Che impresa! Mi reco in un vasto centro commerciale con un taxi Dacia guidato da un uomo a dir poco agitato che a forza di insulti e grida si faceva strada nel traffico cittadino. Trovato il pezzo rientro in hotel e riposo un poco perché l’effetto afa mi aveva tolto le forze.

Ceno da Pizza Hut e successivamente passeggio in zona di Piata Romana. La lunga giornata si conclude leggendo le notizie Ansa dall’Italia grazie alla connessione internet presente in camera (e all’adattatore per il mio notebook!).

04/08/2007

Alle 9 del mattino ho appuntamento con un amico che mi farà da guida turistica per tutta la giornata. Bogdan, dipendente di una multinazionale francese, si presenta puntualissimo davanti all’hotel.

Iniziamo a piedi il percorso partendo dal Victoria Palace e proseguendo, in ordine, per la zona delle ambasciate, per la Piata Revolutiei con l’obelisco e le targhe commemorative dei caduti per la democrazia in Romania, osservando il Palazzo Reale, il Palazzo del Senato (ex sede del comitato centrale del partito comunista), per l’Ateneul roman e la piazza George Enescu. Entriamo successivamente nel Parco Lebedelor dove in una atmosfera rilassata e d’altritempi un’orchestrina suonava e faceva danzare coppie non più giovani.

Io e Bogdan ci spostiamo verso il Palazzo del Popolo, edificio fatto costruire dal Conducător Nicolae Ceauşescu. Il primo impatto è stato sconvolgente. Era la prima volta in vita mia che vedevo un palazzo così grande circondato da prati incolti e un piazzale enorme deserto. Le dimensioni sono stupefacenti, assurde ma significative di quanto Ceauşescu fosse il Genio dei Carpazi…

Proseguiamo per il triste e lungo viale Unirii sino al distretto e via Lipscani. Questo distretto nel Medioevo era il centro più importante della città ed attualmente, dopo anni di completo abbandono e pauroso degrado, sta tornando a nuova vita grazie ad un importate intervento ristrutturazione.

Dopo pranzo io e il mio amico optiamo per un mini tour in auto in un quartiere della città dalla reputazione pessima a causa dei conflitti sociali, dell’altissimo tasso di disoccupazione e delle ghettizzazione di quale parte di popolazione di origine rom malvista dagli altri residenti di Bucarest e non solo. Si tratta di Ferentari. Tra i grigi e tristi palazzi in cattive condizioni esteriori scorgo auto abbandonate, rifiuti, cani randagi, strade non asfaltate ma anche una bella immagine. Un gruppo di bambini gioca con passione e divertimento a pallone. I bambini sono la speranza, sono il futuro che non deve esser loro negato.

Bogdan mi riaccompagna all’hotel ed io lo ringrazio perché con lui sono riuscito a cogliere aspetti di una Bucarest che ad un normale turista sarebbero sfuggiti. La cordialità del mio amico, la sua cultura e intelligenza, la sua semplicità e simpatia, hanno contribuito a rafforzare l’immagine positiva di un popolo giovane, dinamico, con una grande voglia di cambiamento.

05/08/2007

Ultimo giro in città alla ricerca di un libro sugli eventi del 1989 che trovo in una bancarella in zona centrale poco distante dal Palazzo del Popolo. Pranzo da Pizza Hut dove faccio conoscenza con un ragazzo italiano dipendente di Pirelli che ha la fidanzata a Bucarest. Egli mi parla dell’alto costo della vita e dei cambiamenti economici e sociali vissuti negli ultimi 15 anni. Mi congedo dal mio connazionale e mi avventuro in alcune vie minori con vista sul retro del triste Palazzo del Popolo. Rientro all’hotel, prendo il mio bagaglio e mi reco all’aeroporto. Dopo due ore di volo sono nuovamente in Italia. Arrivederci Bucarest…

Per maggiori informazioni:

stefano.grassino@tiscali.it

Nb: Il corredo fotografico è a cura dello stesso autore.


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