Diaro da Belgrado (a cura del prof. Stefano Grassino)
Con l’odierno aggiornamento del sito del Centro Studi Est Europa inizia un viaggio dentro l’anima dell’Europa dell’Est. Un viaggio non solo fisico, ma, vieppiù, umano poiché l’incontro con l’altro ti porta ariflettere sul tuo io e capire il tuo rapporto con quanto ti circonda. Autore della pregevole iniziativa è il prof. Stefano Grassino di Aosta che ringrazio caldamente.
Grande capitale dell’Europa sudorientale, Belgrado riesce a sorprendere il visitatore per come si presenta ai suoi occhi: elegante, ordinata, moderna e antica. Vi si respira un’aria particolare, ostentata per certi versi. La gente si sente europea e lo dimostra nello stile di vita, nei negozi e nei numerosi locali aperti sino all’alba. La voglia di dimenticare il recente e triste decennio degli anni novanta è forse un elemento di spinta verso il cambiamento e il rinnovamento. In città sono ancora ben visibili i segni lasciati dalla NATO nel 1999; edifici colpiti, martoriati e distrutti che ben rappresentano la violenza di una guerra. Belgrado capitale della ex Jugoslavia, ora capitale della Serbia, è un miscuglio di rancori, rabbia, rimpianti, aspettative e speranza. Speranza per un futuro sereno e stabile, un futuro che da secoli nei Balcani deve ancora diventare presente.
21/02/2007
Arrivo a Belgrado con un volo Alitalia da Milano Malpensa in una splendida mattinata di sole. Prendo un taxi, una vecchia Mercedes anni ’80, che mi conduce al mio hotel, Hotel Rex. L’edificio all’esterno non è un granché mentre all’interno è pulito e decoroso. Dopo un pranzo consumato nel ristorante interno lascio l’hotel e i pochi clienti presenti, presunti uomini d’affari, per avventurarmi a piedi verso il centro. Lungo la trafficata strada noto l’imponente edificio che ospita il Museo Ferroviario e che visiterò il giorno seguente. Percorro una ripida via sino a giungere all’Hotel Moskva sulla piazza centrale Terazije. Mi reco davanti al Municipio e successivamente al Parlamento serbo vicino al quale si erge il grandioso palazzo delle Poste. Cammino sino al Tasmajdan, mi riposo nel parco attiguo e torno in centro, più precisamente in Piazza della Repubblica (Trg Republike). Sulla piazza, sempre affollata, si affacciano lo splendido Teatro nazionale e il ricco Museo Nazionale, 400 000 opere presenti, e si possono ammirare due monumenti, il primo dedicato al Principe Mihailo III mentre il secondo a Vasa Čarapić. Dopo aver cenato presso una pizzeria nei paraggi rientro in hotel a piedi, stanco ma soddisfatto dalla città di Belgrado.
22/02/2007
Dopo una riposante notte e una mediocre colazione parto alla volta di Trg Republike dove incontro un simpatico venditore di dvd con il quale chiacchiero in un inglese un poco maccheronico sull’Italia e la Serbia. Proseguo per la via pedonale del centro Knez Mihailova lungo la quale sono presenti numerosi locali, negozi e boutiques. Mi fermo in un negozio di musica dove acquisto due cd del gruppo rock Van Gogh per poi giungere sino al parco di Kalemegdan. Dalla fortezza ho potuto ammirare il fiume Danubio che incrocia nel suo percorso il fiume Sava e la municipalità di Novi Beograd. Rientro in centro, pranzo in un semplice locale e successivamente visito Skadarlija, il quartiere bohemienne di Belgrado, a volte paragonato a Montmartre di Parigi per la sua atmosfera veramente particolare. Proseguo per la Kralija Milana e raggiungo l’imponente cattedrale Sveti Sava, la più grande chiesa ortodossa al mondo. Mi concedo un po’ di riposo al parco Karadordev, nei pressi della Biblioteca Nazionale, e riprendo il cammino per cercare i terribili segni dei bombardamenti NATO del 1999. L’organizzazione internazionale di difesa ha colpito i ministeri della difesa, dell’interno e delle finanze, la residenza presidenziale, l’ospedale Dragiša Mišović, alcune stazioni radio-televisive, delle case private, la sede del partito socialista, l’hotel Jugoslavija e l’ambasciata cinese. Il vedere con i propri occhi tale distruzione è stato per me un momento intenso di riflessione sulla vita e sull’uomo. Per concludere la giornata decido, in quanto appassionato di treni, di visitare il Museo Ferroviario sito in un imponente edifico della Nemanjina. Al suo interno 40.000 oggetti, tutti da scoprire!
23/02/2007
Penultima giornata in città. Parto la mattina alla volta del museo dedicato a Josip Broz Tito, meglio conosciuto come il Maresciallo Tito. Il complesso, ben tenuto, merita una visita che permette di fare un tuffo nel passato di quella che era la Jugoslavia degli anni ’60 e ’70. Il museo si trova nel tranquillo quartiere di Dedinje ed è raggiungile anche con i mezzi pubblici. Terminata la visita scendo verso Novi Beograd per osservare da vicino quello che era l’Hotel Jugoslavija, il più lussuoso albergo della Serbia. Aperto nel 1969 e da due anni riconvertito in casinò, esso ha ospitato personaggi celebri provenienti da tutto il mondo. L’edifico si trova lungo la riva del Danubio che in quel tratto è percorribile a piedi o in bicicletta. Riposo su di una panchina, osservo il lento scorrere del fiume e mi godo il sole di febbraio. L’ultimo pomeriggio lo trascorro passeggiando nei quartieri di Stari Grad e Palilula facendo qualche piccolo acquisto e scattando le ultime fotografie.
24/02/2007
Esco con largo anticipo dall’hotel che mi ha ospitato pensando di recarmi all’aeroporto con il mezzo pubblico in partenza dal centro città. Arrivo alle fermate dei bus ma di quello diretto all’Aerodrom Beograd - Nikola Tesla non vi è nessuna traccia! Provo a chiedere in inglese agli autisti ma ovviamente nessuno capiva la mia lingua! A questo si è aggiunto il problema delle segnalazioni scritte in caratteri cirillici che di certo non mi hanno aiutato. Preso dalla disperazione e dalla rassegnazione opto per un taxi che con estrema celerità mi conduce all’aeroporto. Rientro in Italia nel primo pomeriggio con un bagaglio carico di ricordi, sensazioni e pensieri che mai e poi mai cancellerò ma che al contrario custodirò con cura dentro il mio cuore e la mia mente...
Arrivederci Бeoгpaд!
Per maggiori informazioni:
stefano.grassino@tiscali.it
Nb: Il corredo fotografico è a cura dello stesso autore.
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