Lech Walesa - Diario di un combattente per la libertà

Proseguiamo con la questa intervista a Lech Walesa il nostro viaggio nei paesi che formavano fino al 1989 il “Patto di Varsavia”.
Proseguiamo con la questa intervista a Lech Walesa il nostro viaggio nei paesi che formavano fino al 1989 il cosiddetto “Patto di Varsavia”. Rispetto alla mia precedente intervista con l’ex premier ucraino Yulia Tymoshenko ci sono alcune differenze sostanziali. Prima di tutto, una minore attenzione a problemi di natura squisitamente geopolitica ed economica. Di particolare rilievo è la componente etico religiosa che ha informato l’insieme dell’azione sociale e politica di Lech Walesa a partire dalla sua esperienza di leader di Solidarnosc. Fra l’altro non può passare sotto silenzio il senso cristiano della speranza come base di operatività per ogni buon cristiano. Infine, un diffuso senso di moderazione che reputo molto positivo poiché solo avendo questa forma mentis si riesce a sviluppare un coerente management dei profondi e diacronici cambiamenti in atto. Prima di passare all’intervista, come sempre redatta in duplice versione, abbiamo ritenuto opportuno presentare una breve nota biografica.
- lech walesa
NOTA BIOGRAFICA
Lech Walesa, sindacalista e politico polacco, nasce a Popov nel 1943 mentre suo padre si trova prigioniero in un campo nazista, dove muore quando il figlio ha appena compiuto un anno.
Segnato da questo lutto che ne condiziona la vita familiare, negli anni Cinquanta, quando il comunismo imprime una rapida industrializzazione della Polonia e molti contadini lasciano la campagna per andare a lavorare in città, Lec è fra questi e abbandona Popov per andare a studiare in una scuola tecnica commerciale. Diplomatosi nel 1961, nel 1963 viene chiamato nell’esercito. Nel 1967, diretto a Gdynia, si ferma per un contrattempo a Danzica dove inizia a lavorare nei cantieri navali Lenin.
E qui che, nel 1968, a seguito delle numerose proteste studentesche e operaie che attraversano il paese, Lech Walesa si impone all’attenzione dei suoi colleghi non solo partecipando alle manifestazioni, ma anche dando vita al movimento sindacal-politico Solidarnosc che diviene da allora la punta di diamante della rivolta operaia. E’ sotto il segno di Solidarnosc e di Lech Walesa che prendono avvio una serie di scioperi che interesseranno tutta la Polonia fino all’arrivo del generale Jaruzelski che permetterà ai movimenti operai di esprimere le proprie idee. Arrestato e poi liberato, Lec Walesa, continua a imprimere una marcia vittoriosa al sindacato, fino a giungere alle libere elezioni nel 1990 nelle quali risulta vincitore. Sconfitto nelle elezioni del 1995, il suo impegno per i diritti dei lavoratori viene riconosciuto con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace nel 1983.
Nb: La presente nota biografica su Lech Walesa è stata presa consultando il sito del Comune di Iesi.
- danzica 1980
VERSIONE IN ITALIANO
Come si sente ad essere definito un combattente per la libertà? “Mi sento molto responsabile per la libertà, ma allo stesso tempo sono conscio del prezzo che abbiamo dovuto pagare per raggiungerla... Tuttavia, sono fermamente convinto di aver fatto la scelta giusta...”
Perché la libertà è così preziosa per la gente? “E’ sempre difficile rispondere a domande che comportano tali tematiche... Ad esempio, non ci domandiamo mai perché abbiamo bisogno dell’aria per respirare?”
Penso che la libertà sia una conquista di tutti i giorni... “La libertà è un obiettivo... Non è mai data per certa e per sempre... Dovrebbe essere rispettata e tutelata ogni giorno... E’ un valore imprescindibile...”
Viviamo tempi veramente liberi? “Il mondo contemporaneo è sulla via della libertà... Ma la libertà assoluta non è possibile! In realtà viviamo in un mondo pieno di incognite e paure... Non lo possiamo immaginare senza regole... Tuttavia, credo nelle libertà politiche delle nazioni...”
Lei ha vissuto tre periodi storici molto importanti: il comunismo, il post-comunismo e la globalizzazione... Alcune sue riflessioni su questi tre periodi? “Dalla prospettiva del mio paese posso dire che abbiamo raggiunto la libertà grazie alla solidarietà e all’unità... E’ stata la prima fase del nostro viaggio... Tuttavia, per costruire una vera e propria democrazia ci siamo dovuti disunire... Oggi stiamo entrando in una terza fase per costruire un’unione basata su una solidarietà globale... Questo è un obiettivo e un incarico per ognuno di noi!”
Perché ha deciso di essere un oppositore al comunismo? “E’ stato un percorso che mi ha portato a prendere questa decisione... Il tutto trova la sua ragione fondante sulla necessità di solidarietà e di venire incontro ai bisogni della gente... Il mio desiderio per la libertà e per una vita dignitosa sono stati così forti e presenti che non ho avuto tempo per considerare i pro e i contro della mia chiamata all’azione!”
Com’era la situazione della Polonia agli inizi degli anni ottanta? “Nell’agosto del 1980 è iniziato il rinascimento della Solidarietà...la festa della libertà che ci ha dato grandi speranze... Eravamo milioni contro un solo ed unico nemico... Questo stato di fatto non poteva durare all’infinito e, infatti, non si replicò mai...”
Un veloce ricordo dei primissimi istanti di vita di Solidarnosc? “La zona di Danzica era un’area di reale libertà in quel momento... Potevamo sentirlo... Noi vivemmo quei momenti come in un sogno per realizzare cose importanti...”
Come mai non abbiamo assistito in Polonia ad un cambio di regime politico violento come in Romania? “Sapevo che era pericoloso sostituire un monopolio con un altro... C’era una tensione evidente in noi di sviluppare azioni dedite alla vendetta...per chiudere definitivamente i conti con il comunismo... Ma il buon senso vinse...grazie al senso cristiano del perdono e della speranza che ha aperto un nuovo capitolo della storia della nostra nazione senza dover ricorrere al sangue...”
Cosa ne pensa del periodo post-comunista? “Essenzialmente è un periodo dove stiamo pagando alcune conseguenze... Il prezzo per la libertà è stato davvero molto alto per noi... Nuovi problemi come disoccupazione, crimine organizzato hanno aperto nuove ferite qui da noi... Ma dall’altra parte ci siamo integrati nel resto del mondo.”
Siamo sicuri che tutti i paesi post-comunisti sono realmente democratici e liberi? “Non tutti questi paesi sono democratici e neanche liberali... C’è in corso, al dir il vero, un lungo, penoso e contorto processo verso la democrazia e la liberalizzazione...”
Non si accorge che si da troppo importanza all’economia e poco ai valori morali e religiosi? “Nessuna casa può stare in piedi senza fondamenta certe e forti... Tuttavia stiamo tutti attraversando un periodo di dimissioni dal punto di vista dei valori universali e ciò potrebbe rivolgersi contro di noi... L’umanità tutta deve stare attenta a questo pericoloso letargo morale...”
Come giudica la situazione presente del sua patria? “Come una novella democrazia con problemi che sorgono naturalmente proprio in base a questa circostanza...ma, al tempo stesso, con moltissime opportunità...”
Cosa le piace nella Polonia contemporanea e ciò che non le piace? “Ci sono moltissime cose che non gradisco, ma non mi dilungherò certo in un elenco noioso... Quello che abbiamo urgente bisogno è una chiara determinazione e non rassegnazione...”
Qual’é la sua opinione sulla globalizzazione? “Non c’è nessuna possibilità di ritornare indietro...cosicché non dovremmo domandarci proprio questo... Piuttosto dobbiamo lavorare affinché diventi un’occasione per il mondo e non una corsa all’affarismo...2
Come bilanciare la globalizzazione con gli interessi nazionali dei singoli paesi? “Chi saprà rispondermi vincerà senza dubbio il premio Nobel per la Pace... Io sto ancora cercando la giusta soluzione... Vedo come opportunità da cogliere la collaborazione fra paesi al fine di costruire un mondo che si fondi sulla solidarietà e il senso di responsabilità... In passato le nazione si sono combattute...oggi tutto dipende dal loro grado di collaborazione e di sviluppare sinergie...”
La globalizzazione non è un modo di dominare il mondo organizzato dal capitalismo? “Dovremo lavorare per creare un sistema di regolamentazioni e di organizzazione al fine d ievitare questo... Il libero mercato è senza dubbio il motore dei processi di globalizzazione.”
Forse avremo bisogno di più valori e credo per salvare il mondo dal materialismo? “Senza dubbio...è questa la questione di fondo...questo mondo dovrebbe essere costruito a partire da valori morali...”
Qual’è stato il ruolo della religione catotlica nella sua vita? “Fondamentale... E’ il mio punto di riferimento.”
In che modo la religione cattolica l’ha aiutato a superare momenti terribili? “Mi ha dato speranza certa in momenti dove non c’erano ragioni per l’esistenza della stessa speranza...”
La preghiera non è forse un aiuto al momento di prendere decisioni importanti? “E’ il pane quotidiano che mi aiuta almeno a sentirmi un po’ meglio come persona...”
Come persona lei è ottimista o realista? “Senza dubbio una persona realista che spera in un migliore futuro.”
Il futuro di Lech Walesa? “Tutto è nella mani di Dio e del suo volere...”
Ci vuole presentare le attività della sua Fondazione? “E’ una organizzazione non governativa che è stata fondata per tutelare le nostre tradizioni democratiche e preservare la memoria storica di Solidarnosc... Inoltre, si caratterizza per sviluppare studi e ricerche sulla recente storia della Polonia. La Fondazione contribuisce, inoltre, a tutta una seria di dibattiti sul mondo contemporaneo e alla sfide della modernità. Infine, supporta l’attività dei giovani ed è diretta da persone molto giovani.”
Un personale ricordo di Papa Giovanni Paolo Secondo? “Un ricordo imperituro... Gli incontri che ho avuto con Giovanni Paolo Secondo mi hanno dato la forza e l’energia di continuare il lavoro intrapreso. Senza Giovanni Paolo Secondo non avremmo mai potuto avere una Polonia libera.”
- solidarnosc
- lech walesa e giovanni paolo secondo
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