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Onasa, agenzia stampa della Bosnia

Raccontare un territorio che esce da un passato tragico e vuole scommettere in un futuro europeo: la mission dell’agenzia Onasa

di Emanuele G. - giovedì 24 gennaio 2008 - 1796 letture

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Onasa

Quando ci riferiamo alla Bosnia la nostra mente comincia a viaggiare nel tempo ricordando i tragici fatti dell’assedio di Sarajevo da parte delle milizie bosniache filo-serbe. Quelle giornate sono presenti in maniera indelebile nella coscienza collettiva di tutti noi europei. Le bombe che cadevano in modo incessante sui mercatini rionali. Lo sguardo angosciato dei bambini. L’incendio della biblioteca nazionale. Pagine tragiche i cui effetti sono ancora visibili nel presente.

L’agenzia stampa Onasa ha iniziato il suo lavoro in questo drammatico scenario. Era il 1994. Fondata da Mehmed Husić, direttore generale e proprietario. Da allora l’agenzia ha registrato fedelmente la storia della Bosnia Erzegovina e dei paesi facenti parte dell’ex Jugoslavia. In una prospettiva decisamente europeista. Onasa è l’unica agenzia indipendente della Bosnia.

Attualmente ha 65 dipendenti e uffici in tutte le capitali dei vari Stati sorti dal tramonto della Nazione jugoslava. Questo corposo organigramma assicura una copertura costante e puntuale di tutte le novità riguardanti la ex Jugoslavia. Ogni giorno, infatti, fornisce notiziari generalisti e specifici sia in lingua bosniaca che inglese. Tutto in base alle richieste personalizzate dei clienti.

Ma chi sono i clienti dell’agenzia? In primo luogo, i tradizionali mezzi di comunicazione come giornali, televisioni e radio. In questi ultimi anni si sono aggiunti gli innumerevoli siti internet specializzati nel fornire un’informazione continuativa 24 ore su 24. L’elenco dei clienti continua con la totalità delle istituzioni governative bosniache, le aziende di quel paese e quelle estere nonché le rappresentanze diplomatiche. Una tipologia di clientela di particolare rimarco è costituita dalle istituzioni internazionali governative e non operanti nelle varie realtà della ex Jugoslavia.

Un impegno certamente gravoso e dal forte impatto sociale. Ma non risiede in questo la vera missione di chi fa informazione? Il contrario sarebbe una non-informazione e, quindi, la negazione della democrazia.

Sito agenzia Onasa


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