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Intervista
a Mario Monicelli di Lorenzo
Misuraca |
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INCONTRO CON IL REGISTA, INTERVENUTO A SIENA PER PRESENTARE
IL FILM COLLETTIVO SULL' EUROPEAN SOCIAL FORUM DI FIRENZE.
biografia
regista
Il primo lavoro del collettivo di registi coordinato
da Citto Maselli, di
cui lei fa parte, è stato il video sul G8 di
Genova. Dopo aver visto montato il documentario che
avete girato sul Social Forum Europeo di Firenze, quali
sono state le sue sensazioni o riflessioni sulla differente
atmosfera dei due eventi?
I ragazzi che sono andati a Firenze, ci
sono andati con lo stesso spirito
con cui si erano presentati a Genova, solo che l'accoglienza
è stata
diversa. A Firenze non c'era la polizia schierata con
i carri armati. A Genova, la
gente si è trovata di fronte a dei guerrieri
medievali, vestiti con corazze
e scudi, disposti a difesa di tre cialtroni che dovevano
decidere le sorti
del mondo, con lo scopo di impedire le marce di persone
pacifiche.
Per il resto, non c'era nessuna differenza nello spirito
della gente accorsa
a Genova e a Firenze.
Ma la differenza di atmosfera, di fatti
accaduti nei due diversi eventi, non vi ha condizionato
nella scelta delle immagini, e del montaggio del video?
No, nessun condizionamento. Per Genova
avremmo potuto mostrare molte più
immagini violente, ma abbiamo deciso di no, perché
non era lo scopo del
video. Noi volevamo mostrare cos'era e cosa è
stato il G8 per i manifestanti
e gli organizzatori del contro-vertice.
Per Firenze è stato lo stesso, naturalmente lì
è andata meglio.
In questi giorni stiamo vedendo la guerra
in Iraq dagli schermi delle tv,
che riescono a seguire gli eventi in presa diretta.
Di fronte all'attualità
del dramma , il cinema deve farsi da parte, ed aspettare
di poter elaborare gli avvenimenti a fatti avvenuti?
No, perché? Il cinema è un
mezzo espressivo moderno, ha il compito di essere
presente. Il cinema è come la letteratura, deve
cogliere l'attualità e
mostrarla.
Anni fa, lei ha diretto un bellissimo film
sulla prima guerra mondiale, La
grande guerra, pensa che oggi si potrebbe fare un film
sul conflitto in
Iraq?
Certamente. Tutte le guerre possono essere
raccontate dal cinema, che è un
mezzo moderno e adatto.
Potrebbe
essere un suo progetto futuro?
No. Adesso ci sono tanti giovani bravi, che sanno
lavorare bene, è giusto
lasciare spazio a loro.
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