Socrate e i comportamentisti

di Alberto Giovanni Biuso - giovedì 18 giugno 2009 - 2163 letture

Leggo un articolo sulla scuola che critica un presunto aumento delle bocciature. Sono analisi e interpretazioni come queste che favoriscono la propaganda del regime berlusconiano. Vi si accredita, infatti, quello stesso “rigore” che ministra e governo sbandierano e che invece è del tutto finto e strumentale.

- I dati si riferiscono al 10 % delle scuole. Il campione è omogeneo (per regione, tipo di scuole...) o è casuale? Comunque sia, si tratta di una percentuale troppo bassa per estrapolare conclusioni generali - Il numero dei bocciati e dei non ammessi si mantiene su livelli del tutto fisiologici e secondo me ancora troppo bassi - Il vero problema è la totale assenza in Italia di veri canali professionali (come quelli presenti in Germania e nei Paesi scandinavi), che induce a una crescita abnorme dei licei, con i relativi gravi problemi di orientamento, di permanenza, di sbocchi lavorativi. Una crescita che i ministri di tutte le tendenze e maggioranze hanno sempre incoraggiato, sbagliando - L’articolo fa riferimento a quella didattica del “successo formativo” che costituisce l’estrema e banale eredità del comportamentismo, una visione pedagogica e antropologica entrata ormai nella storia e per fortuna uscita dal presente - Si ignora sempre e pervicacemente che l’apprendimento ha una struttura socratica, è frutto del rapporto tra allievo, docente e istituzione e non soltanto degli ultimi due elementi - Si ignora dunque, ma chi sta a scuola sa bene di che cosa parlo, il fatto che esistono ragazzi i quali semplicemente non hanno talento e volontà di studiare - La chiusa economicisitica è micidiale e totalmente "tremontiana". Promuovere o bocciare in base a criteri finanziari e non didattici o culturali è una gravissima aberrazione (oltre che un comportamento fuori legge).

Fino a che l’opposizione alla attuale ministra si farà con gli argomenti dell’articolo di Repubblica, lei e il suo governo potranno stare tranquilli e agire quasi indisturbati nella trasformazione della scuola pubblica italiana in un immenso istituto privato, dove si paga e non si impara, dove la percentuale dei bocciati sfiora lo zero assoluto, dove il "successo formativo" è garantito a tutti. Ottimo modello, vero?

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