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Qualcuno si ricorda ancora della mafia?

Non bisogna avere memoria...

di Emanuele G. - domenica 5 gennaio 2020 - 2079 letture

Oggi è l’anniversario dell’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, del nostro maestro Giuseppe Fava. Fu ucciso nelle vicinanze del Teatro Stabile di Catania in una fredda serata di trentasei anni fa. La giustizia - su questo non ci piove - ha fatto il suo corso e Nitto Santapaola è stato condannato all’ergastrolo per essere stato lui il "mandante" del feroce omicidio. Tutto a posto? Saremmo tentati di affermarlo. Invece no... Nulla è al suo posto!

Catania era nel 1984 una palude di interessi convergenti fra mafia, imprenditoria e politica. Lo è ancora. Nulla è veramente cambiato. Oggi le forze dell’ordine hanno chiuso a Librino un bar abusivo alla cui conduzione vi erano due minorenni che hanno cercato di respingere l’azione della Polizia esplodendo petardi di genere vietato. Questo esempio non è l’esempio maggiormente significativo del fatto che a Catania la mafia ha una diffusa base di potere in grado di condizionare in maniera determinante i suoi assetti fondamentali? Catania in questi trentasei anni non è cambiata granché. Il dissesto economico che investe il Comune ne costituisce un triste memorandum.

Lo Stato dopo quel 5 gennaio 1984 avrebbe dovuto farsi carico di un’effettiva lotta contro le mafie. Così non è stato. Esso si è reso permeabile alle infiltrazioni mafiose innumerevoli volte. Abbiamo perso il conto oramai. Siamo a conoscenza di tutto questo grazie al diuturno, pericoloso e complesso lavoro degli organi di polizia e della magistratura. Ogni volta che lo Stato risulta permeabile è l’ennesima sconfitta per uno Stato le cui amnesie in fatto di mafia sono per lo meno inquietanti. Ancora oggi - siamo nel 2020 - lo Stato non ha nessuna idea sul come sconfiggere il fenomeno mafioso. Non basta il sacrificio di alcuni settori del medesimo per affermare che lo Stato ha cambiato registro al riguardo.

Da anni gli indicatori economici e sociali fanno notare che il divario fra il Nord Italia e il Sud sta aumentando a dismisura. Questo non è un segno della sostanziale vittoria delle mafie? Perché signori miei uno dei modi per sconfiggere il fenomeno orrendo della mafia sarebbe stato ridurre ed annullare il gap esistente fra le due parti del paese. Finché ci sarà questo divario la mafia avrà gioco facile ad applicare le sue regole. Ci sguazza a piacere in codesta situazione di disunità sostanziale del paese. Altro che! Fin quando saremo sempre in fondo a queste maledette classifiche la mafia potrà dormire sonni tranquilli perché ha ancora una presa mortale sul destino di noi meridionali.

Avremmo sperato nell’opera della c.d. "antimafia", ma anche qui registriamo cocenti delusioni. Le cronache degli ultimi anni hanno dimostrato che l’antimafia era un gioco di prestigio e illusione. Faceva credere a noi meridionali che c’era una parte della società che si era posta come obiettivo finale la sconfitta della mafia, ma in realtà le cose sono andate in maniera diatralmente opposta. Quanti finti paladini dell’antimafia sono stati scoperti riducendo al lumicino le speranze di quelle fasce di popolazione meridionale che intendono sdradicare la mafia dalle nostre contrade... Troppa gente ha costruito le proprie fortune su una presunta attività contro la mafia diventando essa stessa una mafia tout court.

Infine la gente. Non si ricorda nulla della mafia e non sa cosa sia. Ecco la vittoria più eclatante della mafia. E’ riuscita a farsi dimenticare. Non dobbiamo avere memoria degli eventi storici che si sono succediti nel corso di questi decenni. Non avere memoria permette alla mafia di continuare a spadroneggiare in lungo e largo nel Meridione. Fino a quando la gente non avrà nessuna memoria storica la partita scorrerà sempre in favore delle mafie. Su questo la mafia ha costruito la sua tattica. Avete notato - fra l’altro - che le mafie sono silenziose da parecchio tempo? Non uccidono. Si sono per così dire inabissate. Certo la memoria è pericolosa poiché permette alla gente di capire e comprendere come meglio controbattere l’arroganza della mafia.

Quindi, tutto sarebbe a posto con la condanna di Nitto Santapaola? Per nulla. Purtroppo l’assassinio di Giuseppe Fava è un ricordo molto pallido che pochi contribuiscono a mantenere vivo nel tempo. Tutti gli altri dove siete?


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