I Senussi, una storia araba
Rileggiamo un evento del passato per capire la storia di oggi
All’interno del multiforme mondo arabo e islamico è andata consolidandosi a partire dal XVIII° secolo una scuola di pensiero alla costante ricerca del rispetto integralista dei dettami della religione musulmana.
L’appellativo di questa scuola di pensiero ortodossa è WAHHABISMO.
Quali i suoi aspetti fondamentali? L’etica wahhabita è ispirata al rigorismo estremo e alla piena applicazione del codice coranico (compresi il taglio della mano al ladro e la lapidazione degli adulteri), nonché ad un marcato puritanesimo nei costumi: non solo veniva proibito il vino, ma si giungeva a vietare persino il caffè e il tabacco e, in tempi più recenti, si cercò accanitamente di tenere al bando le diavolerie corruttrici della tecnica moderna come la televisione.
Il pensiero wahhabita ebbe sia in Arabia Saudita che in altri paesi musulmani varie interpretazioni e implementazioni.
Una delle più importanti in quanto è ancora attiva e operante è la Confraternita islamica (in arabo ṭarīqa) della Senussia. Per maggiore comodità si è indicato l’appellativo dei suoi seguaci piuttosto che il nome proprio. Infatti, si utilizza l’etimo SENUSSI. Il fondatore della succitata Confraternita è un personaggio leggendario per tutti gli arabi. Muhammad ibn Ali al-Sanūsī - in arabo: محمد بن علي السنوسي (Wāsiṭa, presso Mostaganem, Algeria, 22 dicembre 1787 - Giarabub, Libia, 1860), che fondò la Confraternita a La Mecca nel 1837.
Spendiamo alcune parole sulla straordinaria vita di Muḥammad ibn ʿAlī al-Sanūsī.
Fu chiamato al-Sanūsī da un suo Maestro musulmano assai venerato in Algeria. Era appartenente alla tribù dei Awlād Sīdī ʿAbd Allāh. Si considerava uno sharīf. Cioé diretto discendente di Fāṭima figlia di Maometto.
Viaggiò in tutta l’Africa Maghrebina. In Marocco studiò in una madrassa di Fez. Viaggiò attraverso la Tunisia e la Tripolitania prtedicando la necessità di una riforma etica della fede islamica. In seguito soggiornò al Cairo dove studiò nella rinomata università religiosa di al-Azhar. Sviluppò in quell’occasione un atteggiamento molto critico nei confronti degli ulema considerati troppo vicini all’Impero Ottomano e troppo conservatori dal punto di vista spirituale. Fra l’altro si dimostrò feroce avversario delle c.d. "quattro scuole giuridiche sunnite" al fine che ogni musulmano potesse impegnare se stesso nell’ijtihād.
Queste posizioni gli procurarono una fatwa da parte degli ulema egiziani costringendolo ad emigrare alla Mecca. Qui conobbè Aḥmad b. Idrīs al-Fāṣī, capo della Qādiriyya, una confraternita di origine marocchina. Alla morte di al-Fāṣī, al-Sanūsī diventò capo di uno dei due rami in cui si divise la Qādiriyya e nel 1835 fondò il suo primo monastero (ovvero zāwiya, lett. "angolo") ad Abū Kubays, presso Mecca.
Anche qui gli ulema e le autorità ottomomane dimostrarono avversità nei suoi confronti. Pertanto, al-Sanūsī s’insediò in Cirenaica nel 1843, nelle cui montagne presso Derna egli edificò la Zāwiya Bayḍāʾ ("Monastero Bianco"). Qui fu appoggiato dalle tribù locali e dal Sultano di Wadai e le sue connessioni si ramificarono in tutto il Maghreb.
Il Gran Senusso - come veniva chiamato - non tollerava forme di fanatismo e vietò l’uso di stimolanti, come pure la povertà volontaria, tipica dei dervisci. Durante tutta la sua vita combattè contro due deviazioni del pensiero originale musulmano. La prima da imputare ai sufi. Ovverossia, l’ostentazione nella pratica religiosa e l’eccessivo misticismo. La seconda era rappresentata dal freddo razionalismo religioso degli ulema sunniti. In breve, per al-Sanūsī la religione doveva essere più spontanea e meno legata a certi riti. Un’impostazione del genere fu accolta benevolmente dalle tribù beduine che furono attratte in gran numero dalla Sanūssiyya.
Nel 1855 al-Sanūsī si svincolò ulteriormente dall’oppressiva sorveglianza operata ai suoi danni dalle autorità ottomane e si spostò ad al-Jaghbūb, una piccola oasi a circa 52 chilometri a Nord Ovest di Siwa. Qui morì nel 1860, lasciando due figli, Muḥammad Sharīf (1844 - 1895) e Muḥammad al-Maḥdī, cui egli passò la propria successione come capo della Confraternita.
Le vicende storico-politiche della Sanūssiyya nel corso del Novecento.
Nel corso del Novecento i Senussi furono protagonisti attivi delle vicende storiche dell’Africa Maghrebina.
Dal 1902 al 1913 i Senussi combatterono l’espansione dei francesi nel Sahara algerino e contro l’occupazione italiana della Libia, in entrambi i casi senza successo.
Uno dei successori di al-Sanūsī chiamato Sayyid Ahmad al-Sharif bin Sayyid Muhammad al-Sharif al-Sanūsī si schierò nel 1913 contro l’Italia e la Gran Bretagna, tentando di aggredire l’Egitto. Fu sconfitto e trovò rifugio a Pola in quanto un sottomarino austriaco andò a salvarlo in Tripolitania. Nel 1915, tuttavia, la Confraternita giurò fedeltà al re Vittorio Emanuele III° rinnegando di fatto i suoi ideali.
La sede della ṭarīqa (ricordiamolo Confraternità islamica - nda) fu spostata poi al Cairo e infine a Giarabub in Libia. L’Algeria era oramai in mano ai francesi. Sīdī Muḥammad Idrīs al-Mahdī al-Sanūsī guidò la rivolta contro gli italiani in Libia. Rivolta dai risultati modesti. Alcune azioni andarono sì a buon fine: in Egitto e nella parte interiore della Libia. Tuttavia gli italiani reagirono subito applicando una feroce repressione. Ad esempio, deportando in pieno deserto, senza cibo e acqua, ben 70.000 individui. Uno dei leader della rivolta senussa fu ʿOmar al-Mukhtār (1862-1931), che venne infine catturato nell’oasi libica di Cufra e impiccato dopo un processo.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale i Senussi si schierarono in modo strumentale con gli inglesi affinché la Cirenaica non cadesse nuovamente in mano alle forze armate italiane. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’ONU e la Lega Araba crearono il nuovo stato libico composto da tre regioni: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Divenne Re della Libia nel 1951 Idrīs I, capo della Sanūsiyya. Il suo regno durò fino al 1969 per poi essere costretto ad abdicare in favore di Sayyid Ḥasan. Il cui regno durò una manciata di giorni in quanto Gheddafi prese il potere. Sayyid Hasan rimase per moltissimi anni in carcere. Un carcere molto durto tanto da diventare paralitico.
Alcuni dati finali.
La sede dei Senussi è a Londra, ma la ṭarīqa si presenta come un movimento politico e spirituale moderato tuttora presente in molti paesi dell’Africa Maghrebina.
E’ utile ricordare che i Senussi fondarono a Al-Jaghbub un’università e inaugurarono ben 150 Zāwiya.
Un dettaglio di non poco conto visto l’emergenza immigrati che la Sicilia sta soffrendo in particolare modo. I Senussi controllavano il traffico di schiavi sulle antiche vie carovaniere che partivano dall’Africa Sub-Sahariana per raggiungere le sponde del Mediterraneo.
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