Ambiente, questa parola fastidiosa
Quando il troppo è francamente troppo
Che fastidio mi da, oramai, la parola ambiente. Non se ne può più. Se nel tuo pensare la parola ambiente non è presente sei immediametamente escluso dal giro. Come tu non sopporti l’ambiente? Ma lo sai che metti a repentaglio la vita non solo tua, bensì quella dell’intero pianeta? E’ andato diffondendosi un terrorismo di carattere ambientale che ha sortito due effetti principali a mio parere.
In primis, la parola ambiente è diventata un modo subdolo di prevaricazione democratica. Nel senso che si è assistito all’affermarsi di un dittatorialismo incentrato sulla parola ambiente che ha determinato un forma di apartheid in seno alla nostra società. Infatti, chi non la pensa come la maggioranza viene immediatamente bandito ed emarginato. Non mi pare che ciò rappresenti una buona pratica democratica. Perché non si può avere un’opinione diversa dalla maggioranza e perché devo essere costretto al silenzio? E’ questo il livello delle c.d. società democratiche contemporanee. Anzi, mi pare uno slittamento, infausto e carsico, verso posizioni di fascismo culturale.
Secondariamente, si parla così tanto di ambiente che alla fine non si è fatto nulla oppure la montagna ha partorito il classico topolino di prammatica. Siamo bombardati dalla parola ambiente, ma poi che succede? Nulla. Ogni giorno vengono resi pubblici dati sempre più preoccupanti sull’ambiente e nel contempo le azioni volte a porre rimedio sono poche e inneficaci. Quante volte si sente nominare quesa benedetta parola che reca il nome di ambiente? I mass media la nominano fino all’esagerazione. I politici ci giocano per ovvi motivi politici. Di convegni dedicati all’ambiente ce ne sono migliaia. Per non parlare di pubblicazioni.
Questo è il paradosso. Si sa che l’ambiente è un problema serio. Tutti si dicono pronti a partire lancia in resta per la sua difesa. Poi tutto si ferma in quanto interessi di parte conflittuali bloccano il tutto. Nel mentre si dibattere a Roma, Sagunto è spacciata da tempo immemore. L’ambiente non si deve difendere a parole diventando esso stesso una parola e quindi teso al fallimento. Non vi ricordate qual’era il motto mazziniano per eccellenza? Pensiero e azione.
Orbene, qui di pensiero ne abbiamo ad iosa...ma latita l’azione. In maniera terribile e devastante. Non si sta cavando nulla da nessuno dei più nevralgici punti all’ordine del giorno dell’agenda ambientale. Scioglimento dei ghiacciai. Governance dei mari. Dissesto idrogeologico. Surriscaldamento. Rifiuti. E tanto altro ancora. Non siamo più nell’età del surriscaldamento, ma dell’ebollizione. Un cambio di prospettoiva per lo meno drammatico.
Pertanto, vi prego non parlate più di ambiente "tanto per" che provoca solo fastidio. Piuttosto cominciate a fare, fare e fare. Troppo ambiente - o per meglio dire troppo ambientalismo - è diventato alla fine il peggiore nemico dell’ambiente. Voi che ne pensate?
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