Benvenuti nella guerra trimondiale

domenica 19 novembre 2023, di Sergej

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Nel grande Risiko delle guerre in atto, si affrontano i grandi per vedere chi comanderà, e i piccoli per sopravvivere.

Quando si muovono i grandi, a soffrire e morire è la povera gente. Quando starnutiscono i grandi, a soffrire e morire è la povera gente, ancora - per rimandare a una celebre poesia. Un giornalista come Giulietto Chiesa ci aveva avvertito, diversi anni fa di quel che "bolliva in pentola". Lo ascoltavamo, ma ci sembrava tanto enorme e "diabolico" che non riuscivamo a renderci conto della realtà. Poi la guerra in Ucraina iniziata formalmente del 2014 è diventata reale il 14 febbraio 2022. Chiesa ci avvertiva: vedete che gli Stati Uniti preparano una disperata e folle guerra globale, per mantenere il loro predominio. Prima vorranno colpire la Russia, che per loro è l’anello più debole, ma il loro vero obiettivo è la Cina.

Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto nulla. I loro report, le loro analisi erano di pubblico dominio - solo che i nostri giornalisti sono pagati per presentare all’opinione pubblica italiana le cose affinché si conformi a una certa idea. Chi sapeva taceva, e chi parlava non era creduto. Così Trump era il nemico, mentre Biden o Osama erano i buoni. Le cose non sono così. E l’Europa non sono i buoni e gli Stati Uniti non sono i buoni (in realtà neppure i cattivi, ma sono quelli che hanno la maggiore responsabilità di quel che accede, perché hanno la volontà del dominio e credono di avere anche la forza).

E così è partita la guerra trimondiale, quella che Bergoglio - papa Francesco nell’isolato mondo della chiesa cattolica romana - parla di "guerra mondiale a pezzi". Gli analisti di Limes parlando di "guerra Grande" (per far da chiamo alla Grande Guerra, ovvero quella del 1914-1918 giocata soprattutto in territorio europeo). Per i patiti del gioco del Risiko è una goduria: "finalmente riparte la storia", quelle delle guerre tradizionali. Come se non ce ne fossero state tante di guerre, in questi anni. Afghanistan, Iraq, Jugoslavia, Yemen, i mille conflitti africani... Abbiamo una strana memoria, cortocircuita e filtrata, quando pensiamo al mondo in guerra, e a quel che è avvenuto negli ultimi cinquant’anni. All’improvviso ci svegliamo: uh, guarda, il conflitto tra Israele e Palestina! Grazie ai social e a Internet, per pochi mesi diventiamo tutti super-esperti della materia. Poi passiamo ad altro.

La guerra trimondiale è invece una cosa di lunga durata. È stata pianificata, per quanto è possibile pianificare queste cose. Viene foraggiata dai diversi interessi alla sopravvivenza da parte di quelle ex grandi potenze diventate piccole: come la Gran Bretagna. O che vorrebbero avere un qualche ruolo (l’Australia dice che ci sarà la guerra con la Cina nel 2025 e si è messa a comprare sommergibili nucleari a man bassa). O che ne approfittano per espandersi (Israele) prima che il vento cambi.

Perché la guerra è anche un vento strano, che facilmente scivola e cambia, e da un momento all’altro diventa uragano che ti viene addosso e spazza via tutto. L’Italia ovviamente si trova in tutto questo marasma, dipendente dagli Stati Uniti ma esposto al vento più che mai - pronto persino, in alcune delle sue classi dirigenti, a passare al nemico di oggi. L’abbiamo sempre fatto, siamo sopravvissuti così.

Per noi che abbiamo conosciuto una faticosa "lunga pace", dal 1945 ad oggi, per le nostre generazioni di boomer, è un’ennesima sconfitta. Per i ragazzi e le ragazze di oggi una ennesima catastrofe che abbiamo lasciato sul loro cammino.


Su questa "cosa" che noi qui abbiamo chiamato "guerra trimondiale" in attesa che gli storici si mettano d’accordo, vi terremo informati sulle pagine di Girodivite.



Sergej

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